È uno dei film di Natale più amati di sempre, eppure uno dei suoi protagonisti è… uno stalker! Proprio così, e se a dirlo è l’attrice che recitava nel ruolo dell’oggetto delle sue attenzioni (probabilmente eccessive…), bisogna crederci. Keira Knightley sostiene, infatti, che in una delle scene più iconiche di “Love actually“, quella ‘dei cartelli’, il personaggio interpretato da Andrew Lincoln abbia un comportamento decisamente da stalker.

Una sensazione che l’attrice aveva avuto fin da subito, durante le riprese sul set, al punto da costringere la troupe e il regista Richard Curtis a ripetere la scena più volte proprio perché il suo stato d’animo non era evidentemente in linea con il romanticismo richiesto.

Tra l’altro, anche lo stesso Curtis aveva ammesso come la scena fosse un po’ strana, rivedendola a tanti anni di distanza e alla luce dei cambiamenti sociali avvenuti nel frattempo anche nella maggiore consapevolezza sui limiti di certi comportamenti.

Keira Knightley e la scena “inquietante” in Love actually

La ‘confessione’ di Keira Knightley arriva da un’intervista rilasciata al Los Angeles Times in occasione dell’uscita su Netflix di Black doves“, serie di spionaggio della quale l’attrice è protagonista.

Knightley ammette di ricordare poco dell’esperienza sul set del film di Curtis, dal momento che il suo impegno fu limitato a solo cinque giorni di riprese. Tuttavia, la memoria delle riprese di quella scena in particolare è molto vivida nella sua mente ma non per l’impatto che essa ha avuto negli anni seguenti.

L’attrice ricorda, infatti, di aver creato non pochi problemi al regista Richard Curtis per girarla, costringendolo a fermare di continuo le riprese perché lei stava guardando Andrew Lincoln “come se fosse inquietante. Il problema, spiega, è che ai suoi occhi quel personaggio era davvero piuttosto inquietante!

Knightley dichiara che fu costretta a girare la scena varie volte per togliersi dal viso quell’espressione decisamente inadeguata. Una ‘smorfia’ dovuta anche a un ‘dettaglio’ che spesso si dimentica e cioè che, all’epoca, l’attrice aveva solamente 17 anni e anche per questo un momento simile, ai suoi occhi di adolescente, sembrava davvero “creepy“.

Love actually e la scena dei cartelli “strana” anche per il regista Richard Curtis

Molti staranno già pensando a un nuovo caso in cui il politically correct si mette in mezzo per rovinare le memorie felici e, in questo caso, romantiche del passato. Un po’ quanto dichiarato recentemente da Ben Stiller in merito alla difficoltà che avrebbe, oggi, nel fare un film ‘scorretto’ come “Tropic thunder.

Tuttavia, se si fa lo sforzo di ripercorrere la sequenza fotogramma per fotogramma, ci si rende conto di come la reazione di Keira Knightley, e di tanti spettatori contemporanei, non è poi così campata per aria.

La celebre ‘scena dei cartelli’ in “Love actually”.

Nella scena, un uomo si presenta a sorpresa a casa di una donna sposata. Suo marito è in casa con lei ma l’uomo le dice di non dire nulla, mentre le mostra una serie di cartelli in cui le dichiara il suo amore per lei. Un atto d’amore nel quale la donna è solamente un oggetto del desiderio, senza avere alcuna forma di partecipazione o condivisione.

A cambiare la percezione comune della scena, se ci si pensa bene, è solo l’esito di questa dichiarazione. Cosa sarebbe successo, infatti, se il personaggio di Juliet non avesse provato anche lei una forma di affetto verso Mark? Probabilmente lo avrebbe denunciato, prima a suo marito e poi alle autorità. Altro che sorrisi, baci e lieto fine!

A confermare, poi, la natura ‘ambigua’ di quel momento così iconico è stato anche il regista della pellicola Richard Curtis. In un’intervista al The Independent dello scorso anno, ha ricordato come fu colto totalmente di sorpresa quando un giornalista gli chiese i dettagli di quella che definì la “scena dello stalker” nel film.

Una volta che gli fu spiegato il motivo, lui stesso fu in grado di riflettere sul fatto che quella scena mostrasse un uomo che va a casa del suo migliore amico per dire alla moglie che è innamorato di lei, per concludere che sì, in effetti “è piuttosto strana.

Love actually resta un film di Natale tra i più amati

Lo stesso Curtis, in uno speciale dell’emittente televisiva statunitense ABC del 2022, ammise che il suo film avesse patito un po’ il trascorrere degli anni, arrivando a definirlo “obsoleto.

Il motivo era l’assenza di diversità nella pellicola, a eccezione dell’unico attore nero presente nella pellicola (Chiwetel Ejofor, proprio nella parte del marito di Keira Knightley) e di un vago accenno a un legame omosessuale a fronte di un amore raccontato nel film esclusivamente come eterosessuale.

Ci sono cose che cambierei perché, grazie al cielo, la società sta cambiando. C’è un amore così sfaccettato, che vive ogni minuto in così tanti modi differenti nel mondo, da farmi desiderare che il mio film sia migliore”.

Tutto ciò non toglie nulla alla natura di ottima commedia romantica, adatta specialmente per il periodo delle vacanze di Natale. Su Imdb, infatti, il film di Curtis occupa stabilmente i primi posti nelle classifiche dedicati ai film natalizi, essendosi affermato, negli oltre vent’anni trascorsi dalla sua uscita (nel 2003), come un vero e proprio classico delle feste.

La valutazione su Imdb di “Love actually”.

Ma è pur sempre un film e, come tale, è un prodotto del tempo in cui è stato realizzato. La questione dello stalking e della ‘scena dei cartelli’ chiama, dunque, in causa un altro, ennesimo caso in cui un comportamento ritenuto normale in una determinata epoca, non lo è più o, comunque, è visto come ‘strano’ in un periodo storico successivo, caratterizzato da una consapevolezza maggiore sul rispetto dovuto a chi quell’atteggiamento lo ‘subisce’ o ne è oggetto.

Conclusioni

  • Keira Knightley e la ‘scena dei cartelli’ in “Love Actually: Keira Knightley ha descritto la famosa ‘scena dei cartelli’ come “inquietante“, trovando il comportamento del personaggio interpretato da Andrew Lincoln simile a quello di uno stalker. Durante le riprese, l’attrice, che all’epoca aveva solo 17 anni, ha costretto la produzione a ripetere la scena più volte, poiché non riusciva a entrare nel mood romantico richiesto;
  • Il punto di vista di Richard Curtis: anche il regista Richard Curtis ha ammesso che, rileggendo la scena a distanza di anni, si è reso conto che potrebbe essere percepita come un atto di stalking, poiché mostra un uomo che dichiara il suo amore per una donna sposata senza il suo consenso;
  • Curtis e il suo film “obsoleto” di fronte ai cambiamenti sociali: Curtis ha riconosciuto che alcune dinamiche del film, inclusa questa scena, possono sembrare obsolete alla luce dei cambiamenti culturali e sociali. “Love actually” resta un film di Natale molto amato sebbene, come tutte le pellicole figlie dell’epoca in cui sono realizzate, susciti nuove riflessioni in linea con i tempi che cambiano.