Ritorna la proposta del silenzio assenso per il trasferimento del TFR nei fondi pensione. A pochissimo dall’approvazione definitiva della Legge di Bilancio 2025, la proposta ritorna con l’obiettivo di rafforzare la previdenza complementare per fornire ai futuri pensionati un assegno più vicino all’ultimo stipendio percepito.
Quel che bisogna capire è se, effettivamente, questa mossa conviene oppure no. Il modo migliore per capirlo è spiegando cos’è il trattamento di fine rapporto e cosa sono i fondi pensione. Questa è la giusta base di partenza per sapere e capire, anche in base ai vari casi, a chi conviene questo silenzio assenso e a chi, invece, no.
Cos’è il trattamento di fine rapporto (TFR)
Il trattamento di fine rapporto (TFR) è un compenso differito che viene erogato dopo la conclusione del rapporto di lavoro. Si tratta di una parte integrante del salario lordo, ma non viene corrisposto nell’immediato: ecco perché, è un compenso differito. Il datore di lavoro trattiene parte del compenso del lavoratore e ne è responsabile.
Concettualmente, fu introdotto già nel 1927, per poi essere oggetto di modifiche. Attualmente, si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari all’importo della retribuzione dovuta per lo stesso anno divisa per 13,5.
Non spetta ugualmente a tutti i lavoratori: il TFR non è una cifra fissa perché viene messa da parte dal datore di lavoro di anno in anno ed è una parte integrante della retribuzione lorda. Il TFR non è sottoposto neppure alla stessa tassazione degli altri redditi da lavoro dipendente.
Fin quando resta accantonato in azienda viene solo rivalutato, su base annua, a un tasso dell’1,5% a cui si aggiunge il 75% dell’indice dei prezzi al consumo.
Come funzionano i fondi pensione
I fondi pensione sono strumenti di risparmio privati per i lavoratori che vanno a integrare la pensione del sistema pubblico.
Spostando una parte dei propri risparmi ai fondi pensione si mette da parte una rendita che, una volta usciti dal mondo del lavoro, va a integrare l’importo pensionistico mensile.
Questi fondi non sono obbligatori e l’adesione a uno di essi è esclusivamente volontaria. Le somme accumulate nei fondi rimangono disponibili all’iscritto che, in caso di bisogno, può richiederle anche prima di andare in pensione.
Un tempo anche l’INPS tratteneva il TFR dei lavoratori che avevano scelto un fondo. Tuttavia, questa soluzione è stata molto presto accantonata.
Come funziona il TFR nei fondi pensione
I lavori per la Legge di Bilancio del 2025 sono ancora in corso, pur considerando che a fine mese si dovrebbe avere l’approvazione definitiva del testo.
Ecco che, allora, ritorna di nuovo a farsi strada un’ipotesi emersa nei mesi passati: il rinnovo della riapertura del semestre di silenzio assenso per destinare il TFR nei fondi pensioni.
Questa ipotesi punta a rafforzare la previdenza complementare per assicurare ai futuri pensionati un assegno quanto più possibile simile all’ultimo stipendio percepito.
Il problema di fondo restano le pensioni perché, attualmente, non si riescono più a garantire importi vicini a quasi l’80% dell’ultimo stipendio. È questa la ragione dello sviluppo di un sistema di previdenza integrativa. L’obiettivo del Governo di potenziare la previdenza complementare è quello di garantire ai futuri pensionati un importo pensione più alto. Anche se bisogna capire quanto è effettivamente la rendita del TFR nel fondo pensione.
Da questo obiettivo è nata l’ipotesi di versare quote del TFR ai fondi pensioni anche mediante il silenzio assenso. I lavoratori avrebbero sei mesi di tempo per decidere se trasferire il trattamento di fine rapporto maturato direttamente ai fondi pensione oppure lasciarlo in azienda.
Una volta trascorso il semestre senza aver deciso, ci sarebbe il trasferimento diretto verso i fondi previsti dai contratti collettivi di lavoro di riferimento o quelli di categoria. Generalmente, quindi, si vuole potenziare la previdenza complementare.
Per riassumere
La proposta di silenzio assenso per il trasferimento del TFR nei fondi pensione ritorna nella Legge di Bilancio 2025. L’obiettivo di rafforzare la previdenza complementare per garantire pensioni più alte.
Il TFR è un compenso differito che i lavoratori ricevono alla fine del rapporto di lavoro. L’importo può essere trasferito volontariamente ai fondi pensione per integrare la pensione pubblica.
Il silenzio assenso consentirebbe ai lavoratori di trasferire il TFR automaticamente ai fondi pensione se non prendono una decisione entro sei mesi. Questo mira ad aumentare l’importo delle pensioni future.