Tra incertezze e rallentamenti, il cammino delle riforme del Governo Meloni si fa sempre più complesso. Il patto di ferro tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, che fino a oggi ha garantito stabilità della maggioranza, appare incrinato dalle continue frizioni interne agli alleati.
Le riforme promesse – pilastri dell’accordo di governo – stanno incontrando ostacoli imprevisti: dalla separazione delle carriere in magistratura, all’Autonomia differenziata, fino al Premierato, il percorso dei tre provvedimenti ha subito un brusco rallentamento, con ripercussioni anche sui rapporti tra gli alleati.
Alle suddette tre riforme, infatti, il Governo ha legato il proprio destino con un triplice filo, poiché sul sostegno reciproco degli alleati si basa la stabilità della maggioranza. Dovesse saltarne una, salterebbe l’accordo di Governo.
Vediamo allora a che punto sono le tre riforme promesse dal Governo Meloni.
Riforma del Premierato, tutto rimandato alla primavera 2025
La riforma del Premierato, che introduce nella Costituzione italiana il meccanismo di elezione diretta del Presidente del Consiglio, è stata già approvata in prima lettura al Senato. È attesa alla Camera per la seconda lettura, ma i tempi di approdo a Montecitorio si sono di molto allungati e al momento non c’è una data sicura.
La riforma sul Premierato passa in Senato. Un primo passo in avanti per rafforzare la democrazia, dare stabilità alle nostre Istituzioni, mettere fine ai giochi di palazzo e restituire ai cittadini il diritto di scegliere da chi essere governati.
— Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni) June 18, 2024
La ministra per le Riforme Istituzionali Elisabetta Casellati ha spiegato che il testo dovrebbe arrivare alla Camera nei primi mesi del 2025 ed essere approvata entro la primavera. Ricordiamo che trattandosi di una riforma costituzionale deve essere approvata per ben due volte da entrambi i rami del Parlamento quindi, dopo l’eventuale via libera di Montecitorio, dovrebbe ritornare in Senato per la terza lettura e infine di nuovo alla Camera per l’approvazione definitiva. L’obiettivo del Governo è di approvarla entro la fine della legislatura nel 2027.
La riforma del Premierato è una bandiera di Fratelli d’Italia ed è fortemente voluta dalla Premier Giorgia Meloni, tuttavia ha subito diversi ritardi, dovuti all’alta priorità attribuita ad altre riforme, in particolare quella sulla giustizia. Ritardi che adesso, con il deteriorarsi dei rapporti tra gli alleati, potrebbero rivelarsi cruciali.
Autonomia Differenziata: è tutto da rifare per la Lega
Complicatissima è anche la situazione della Riforma dell’Autonomia Differenziata approvata dal Parlamento a giugno 2024, ma demolita dalla Corte Costituzionale che ne ha dichiarato incostituzionali molte parti accogliendo il ricorso delle quattro regioni progressiste, Campania, Puglia, Sardegna e Toscana.
Tutto da rifare per la Lega che ha dovuto ritappare le bottiglie di spumante. Il testo dovrà essere riscritto nei suoi punti fondamentali e ritornato alle Camere per l’approvazione.
Matteo Salvini e i suoi hanno iniziato immediatamente il pressing sugli alleati con tanto di velate minacce di possibili ripercussioni sulle altre riforme, per accelerare l’iter parlamentare e scongiurare il rischio del blocco nel pantano dei tempi del Parlamento.
Gli alleati comunque continuano a non avere fretta e sottolineano che, prima della nuova calendarizzazione del testo ‘emendato’, occorrerà attendere la pronuncia della Corte di Cassazione sull’ammissibilità del referendum abrogativo promosso dai comitati contro l’Autonomia.
Apprendo con soddisfazione la decisione della Corte Costituzionale: in materia di commercio estero non possono esserci deleghe alle regioni nell’ambito dell’autonomia differenziata. Un punto chiave che avevo sollevato con una lettera ufficiale inviata al Ministro Calderoli lo… pic.twitter.com/1pF7199KqE
— Antonio Tajani (@Antonio_Tajani) December 3, 2024
In conclusione? L’iter della riforma è bloccato e non è possibile prevedere quando si sbloccherà.
Riforma della Giustizia, lunedì alla Camera
Procede seppur lentamente la riforma della Giustizia di Forza Italia che nei prossimi giorni con il Ddl Nordio su separazione carriere e responsabilità magistrati arriva alla Camera. Da fanalino di coda delle riforme, oggi quella degli azzurri è forse tra le tre quella più avanti.
Il test della Camera sarà anche un test sulla tenuta del Governo, dal momento che la Riforma sulla Separazione delle Carriere arriva in aula a conclusione di settimane di scontri tra Lega e Forza Italia su Canone Rai, Manovra e politica estera.
Il voto dovrebbe comunque slittare a Gennaio. Come per il Premierato, anche per la riforma Nordio è necessaria la doppia approvazione delle due camere.
Il percorso delle Riforme del Governo Meloni in 5 punti:
I principali sviluppi e ostacoli legati alle riforme del Governo Meloni:
- Riforme in difficoltà: Le principali riforme promesse dal Governo Meloni, tra cui il Premierato, l’Autonomia differenziata e la Riforma della Giustizia, stanno affrontando notevoli difficoltà, tra ritardi e frizioni interne tra i partiti alleati.
- Frizioni tra gli alleati di centrodestra: Le alleanze tra Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, una volta solide, sono ormai indebolite da continue divergenze, con il rischio di compromettere il percorso delle riforme e la stabilità del Governo.
- Riforma del Premierato in ritardo: La riforma costituzionale per l’elezione diretta del Presidente del Consiglio, una bandiera di Fratelli d’Italia, è stata approvata solo al Senato e dovrà passare attraverso un lungo iter parlamentare, con l’eventualità di rinvii fino al 2027.
- Autonomia differenziata bloccata: La riforma sull’Autonomia differenziata, dopo l’approvazione iniziale, è stata dichiarata parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale e dovrà essere riscritta, con il rischio che la sua approvazione venga ulteriormente ritardata dalla possibile richiesta di referendum.
- Riforma della Giustizia in fase avanzata, ma lenta: La riforma della Giustizia, promossa da Forza Italia con il ddl Nordio, è la più avanzata tra le tre, ma procede a rilento e dovrà affrontare nuove discussioni parlamentari, senza certezze sui tempi di conclusione.