L’Inter vola sulle ali dell’entusiasmo e lo fa anche grazie a un Mkhitaryan “eterno”, che continua a fare numeri su numeri in un campionato complicatissimo. L’armeno è il vero leader silenzioso della squadra nerazzurra e lo dimostra partita dopo partita, portando a casa numeri incredibili. In un centrocampo in cui spiccano Hakan Calhanoglu e Nicolò Barella, tra i migliori del mondo nel loro ruolo, c’è spazio anche per Henrikh Mkhitaryan, classe 1989, che continua a essere un trascinatore. Contro il Parma sono arrivati due assist e il premio di MVP per i tifosi. Il primo, per Dimarco, è di un’intelligenza tattica non indifferente. Il secondo, invece, è una perla per Barella. Una perla di intelligenza, di qualità e di dinamismo: una palla con il contagiri, messa lì al momento giusto.
E se Simone Inzaghi difficilmente ci rinuncia, un motivo ci sarà. Il centrocampista armeno è la vera anima della squadra, è il leader silenzioso e l’equilibratore di un centrocampo ricco di qualità, quantità ed elementi importantissimi, sia in campo che in panchina. Basti pensare che tra le “riserve” c’è gente come Zielinski, Frattesi e Asllani. Insomma, Mkhitaryan sta vivendo una seconda giovinezza e non vuole smettere di sognare. E Inzaghi non ci rinuncia.
Mkhitaryan, il leader “nascosto” dell’Inter
Henrikh Mkhitaryan, il leader silenzioso dell’Inter (le avversarie al Mondiale per Club), sta confermando il suo valore in un centrocampo ricco di talento e personalità, affiancando stelle del calibro di Nicolò Barella e Hakan Çalhanoğlu. A 35 anni, l’armeno sta vivendo una seconda giovinezza, dimostrando una condizione fisica invidiabile e una classe tecnica che lo rendono un elemento imprescindibile per Simone Inzaghi.
Nel recente 3-1 contro il Parma, Mkhitaryan ha sfoderato una prestazione da incorniciare, confezionando due assist decisivi. Prima ha illuminato il gioco con un passaggio calibrato per Federico Dimarco, che ha siglato l’1-0. Poi, con un’altra giocata di altissima qualità, ha innescato Nicolò Barella per il 2-0, dimostrando una visione di gioco superiore e una precisione chirurgica.
Nonostante la concorrenza di compagni di reparto più giovani e altrettanto talentuosi, Mkhitaryan è riuscito a ritagliarsi un ruolo fondamentale nel sistema di gioco nerazzurro. La sua esperienza internazionale, unita a una capacità unica di leggere le situazioni di gioco, lo rendono l’uomo di equilibrio in un centrocampo che può contare anche sulla fisicità e l’energia di Barella e sulla regia raffinata di Çalhanoğlu.
Mkhitaryan non fa rumore fuori dal campo, ma è sul rettangolo verde che lascia parlare il suo talento. La sua capacità di essere sempre nel posto giusto al momento giusto, sia in fase offensiva che difensiva, è una delle chiavi dell’ottimo momento dell’Inter. Se la squadra vola, il merito è anche suo: un leader silenzioso ma determinante, capace di elevare il rendimento della squadra con la sua qualità e la sua intelligenza tattica.
I numeri di Mkhitaryan con l’Inter
Un inizio di stagione importantissimo per Henrikh Mkhitaryan, che ha giocato fin qui 15 partite in Serie A, segnando una rete e totalizzando due assist, entrambi nella sfida contro il Parma vinta per 3-1. Per l’armeno anche cinque presenze in Champions League, ma fin qui zero bonus. Il suo apporto comunque, al di là di gol o assist che fanno ovviamente sempre comodo, è sempre massimo in termini di personalità, qualità e quantità. E in momenti in cui magari manca Acerbi, tra i leader d’esperienza del club, è lui a caricarsi la squadra sulle spalle.