Un accordo ammantato da un’enfasi che ricorda un “mercato da 700 milioni di persone“, che “riflette i nostri valori comuni, il nostro impegno contro la deforestazione e per l’attuazione degli accordi di Parigi” e che chiude con entusiasmo un lavoro durato 25 anni: si potrebbero riassumere così le parole che Ursula von der Leyen ha utilizzato oggi 6 dicembre 2024 per festeggiare la chiusura dell’accordo UE-Mercosur.

I paesi europei e quelli dell’associazione contenente Argentina, Paraguay, Uruguay e Brasile hanno messo in campo uno degli accordi più ambiziosi per la filiera agroalimentare e per la vendita senza tariffe e dazi di centinaia e centinaia di prodotti. L’entusiasmo di von der Leyen, però, al momento non ha trovato un corrispettivo all’interno della stessa Commissione o in alcuni paesi europei.

Italia e Francia hanno già espresso la loro contrarietà ad un trattato che non sembrerebbe garantire compensazioni adeguate agli agricoltori locali o protezioni adeguate per la salute dei consumatori: un asse che potrebbe avere effetti sulla ratifica qualora al Consiglio e al Parlamento europei i due paesi, insieme ad Austria e Polonia, ponessero il loro veto sulla parte commerciale dell’accordo.

A breve toccherà anche ai parlamenti nazionali ratificare un progetto che von der Leyen ha definito “win-win” per tutti. I gruppi europarlamentari di The Left e Verdi hanno chiesto controlli rigorosi, mentre l’unione delle associazioni agricole europee Copa-Cogeca ha già annunciato proteste a Bruxelles.

Von der Leyen festeggia l’accordo UE-Mercosur

Un sì che assomiglia ad un guanto di sfida lanciato innanzitutto all’Italia e alla Francia, e in secondo luogo alla Polonia e all’Austria. Sono questi i quattro paesi che da tempo denunciavano la pericolosità per gli agricoltori nazionali ed europei dell’accordo UE-Mercosur, siglato oggi 6 dicembre 2024 a Montevideo in Uruguay.

Questo è uno dei primi atti ufficiali del secondo mandato di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione UE e in tanti si aspettano le ricadute concrete di un accordo che mira essenzialmente ad abbattere dazi e tariffe fra i prodotti agroalimentari europei e quelli del Mercosur (il Mercato Comune del Sud rappresentato da Argentina, Brasile, Paraguay ed Uruguay).

Le prime parole di von der Leyen ostentano un certo ottimismo e l’uso dell’aggettivo “storico” non è spiegabile soltanto per la portata del trattato, ma anche perché la sua chiusura è arrivata dopo 25 anni di negoziati e trattative:

Questo è sicuramente un buon giorno per il Mercosur, un buon giorno per l’Europa e un momento fondamentale per il nostro futuro condiviso. Un’intera generazione ha dedicato il suo sforzo e la sua determinazione per dare vita a questo accordo. Ora è il nostro turno di onorare quell’eredità: assicuriamoci che questo accordo mantenga le sue promesse e che sia al servizio delle generazioni a venire.

Francia, Austria e Polonia sono – come detto – i tre paesi che avevano già esplicitato in precedenza le loro critiche e rimostranze contro un qualcosa che potrebbe portare sui mercati europei prodotti non controllati rigorosamente e talmente economici da danneggiare i guadagni degli agricoltori. L’Italia si è aggiunta quasi all’ultimo, con Fratelli d’Italia e la premier Giorgia Meloni che lamentano che “non ci sono le condizioni per sottoscrivere l’attuale testo“.

Perchè il no italiano è così importante? La risposta è legata alla ratifica dell’accordo con i paesi dell’area Mercosur. Il Consiglio e il Parlamento UE devono dare il loro nullaosta e per ottenerlo serve la maggioranza qualificata dei paesi rappresentanti: contando quelli francese, austriaco, polacco ed italiano si raggiungerebbe una rappresentanza del 35% della popolazione europea.

In queste condizioni von der Leyen non ha giocato d’azzardo ma ha cercato di capitalizzare le difficoltà francesi (alla prese con la caduta dell’ennesimo governo) e le reticenze italiane, con la premier Meloni che ha discusso dell’accordo anche col presidente argentino Javier Milei nella sua visita argentina.

Le preoccupazioni degli agricoltori europei sono state, per la presidente della Commissione UE, ascoltate ed implementate nell’accordo finale:

Questo accordo creerà enormi opportunità commerciali. Ai nostri agricoltori dico: abbiamo dato ascolto alle vostre preoccupazioni e stiamo agendo di conseguenza. Questo accordo include solide salvaguardie per proteggere i vostri mezzi di sussistenza. È il più grande accordo mai realizzato in materia di protezione dei prodotti alimentari e delle bevande dell’UE.

Italia e Francia dicono no: “Più tutele agli agricoltori”

Non si è fatto in tempo a festeggiare la conclusione di questo accordo dalla gestazione più che decennale che i malumori, come accennato, si sono fatti sentire forti e chiari. Sono due i paesi che in queste ore hanno espresso il loro malcontento, e cioè Italia e Francia. Dal lato della Spagna e della Germania, invece, si promette una rapida approvazione dell’accordo nei rispettivi parlamenti.

È comunque più che probabile che le categorie che rappresentano gli agricoltori prima o poi faranno sentire nuovamente la propria voce, come accaduto a cavallo fra il 2023 ed il 2024. Le manifestazioni più forti e plateali si ebbero in Belgio e in Francia, dove qui gli agricoltori avevano bloccato per due volte le strade di accesso a Parigi.

Gabriel Attal, ex capo di governo e presidente del gruppo Ensemble nel Parlamento francese, ha lamentato innanzitutto la fretta con la quale è stato ratificato l’accordo UE-Mercosur, per di più a Montevideo e non a Bruxelles o in un’altra città europea:

L’ho detto mercoledì davanti all’Assemblea nazionale: destabilizzata dalla mancanza di un governo stabile, la Francia potrebbe vedere indebolita la sua influenza per opporsi al Mercosur. Per mancanza di governo, i negoziati sono stati affrettati e si sono conclusi oggi. Oggi i nostri agricoltori rischiano quindi di pagare il prezzo della caduta del governo, per colpa vostra.

Le parole di Attal riecheggiano anche un’accusa legata più alla politica domestica, che ha puntato il dito contro l’estrema destra e sinistra per aver provocato la caduta del governo di Barnier, facendo quindi mancare la capacità per incidere sull’accordo.

Le rimostranze francesi sulla presunta iniquità di questo trattato, specie nei confronti degli agricoltori europei, riecheggia in una nota del capo delegazione di Fratelli d’Italia Carlo Fidanza, coordinatore del gruppo Ecr in Commissione Agricoltura al Parlamento europeo:

Non riscontriamo infatti sufficienti garanzie sul rispetto delle norme europee in materia di controlli veterinari e fitosanitari né sul rispetto dei nostri standard di salubrità e di qualità per i prodotti destinati ad entrare nel nostro mercato interno. Allo stesso tempo, sono ancora troppo blandi gli impegni della Commissione a intervenire con adeguate compensazioni a favore dei produttori europei.

Nonostante FdI abbia poco tempo fa aiutato la nascita della seconda Commissione UE presieduta da von der Leyen, incassando anche la vicepresidenza esecutiva per Raffaele Fitto, non manca un richiamo ad una delle categorie che hanno sempre sostenuto l’attuale governo di centrodestra italiano, cioè quella degli agricoltori e delle associazioni di categoria.

Un asse franco-italiano che non ha potuto, al momento, fare granché per fermare un accordo che fonti UE hanno definito come “il migliore possibile, senza nessun compromesso sulle regole sanitarie” e che comunque rappresenta una sorta di sgarbo istituzionale verso la presidente von der Leyen.

Cos’è l’accordo UE-Mercosur

Arrivati a questo punto, è anche importante capire in cosa consista un accordo derivato da quasi 25 anni di lavori che hanno abbracciato diverse commissioni europee e molti governi sudamericani. Un lavoro che, come traspare dalle parole di von der Leyen, mira innanzitutto a rendere più sostenibile e più sicura la filiera alimentare fra due continenti – quello sudamericano e quello europeo – abitato da milioni di persone e con centinaia di aziende agrolimentari.

Innanzitutto c’è l’abbattimento dei dazi che prima regolavano gli scambi commerciali fra le aziende sudamericane e quelle europee (e viceversa): i beni di Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay potranno arrivare nel mercato europeo senza che costi aggiuntivi vengano applicati alle fasi di esportazione e di importazione.

Diverse fonti della Commissione e del Parlamento UE hanno sottolineato, fra le righe, l’accordo odierno possa rappresentare anche una valvola di sfogo per quei prodotti “made in” che rappresentano l’eccellenza agroalimentare di ciascun paese europeo: se Trump introducesse tutti i dazi paventati in molti dei suoi discorsi, alle aziende europee potrebbe piacere parecchio l’idea di esportare prodotti di lusso o pregiati (vini, formaggi, automobili, ecc.) che prima dovevano subire tariffe elevate.

Da ciò deriva anche l’attenzione a quei prodotti d’origine controllata che spesso vengono contraffatti o venduti senza la corretta etichettatura: un qualcosa che non soltanto danneggia il commercio del singolo paese (si pensi ai tanti casi di contraffazione del Parmigiano Reggiano), ma anche la salute dei consumatori.

Nonostante i timori paventati da FdI e dalla Lega, von der Leyen ha assicurato che ogni prodotto importato (dalla carne di manzo al miele, dallo zucchero a quelle usabili per il Green Deal) rispetterà i rigorosi standard fitosanitari e sanitari che si trovano in Unione Europea.

Il tutto è comunque inscritto in quella logica del liberalismo economico che prevede sempre meno dazi e barriere fra le grandi aree geografiche, che si uniscono per proteggersi da attori altrettanto grandi (Cina e USA in testa).

I quattro punti salienti dell’articolo

  • Accordo UE-Mercosur e le sue sfide politiche: il 6 dicembre 2024 è stato firmato un accordo commerciale tra l’Unione Europea e il Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay), che punta ad abbattere dazi e tariffe per i prodotti agroalimentari, ma ha incontrato la contrarietà di alcuni paesi europei, come Italia e Francia, che temono per la protezione degli agricoltori locali e la salute dei consumatori.
  • Preoccupazioni degli agricoltori e opposizione europea: Italia e Francia, supportate anche da Austria e Polonia, hanno espresso dubbi riguardo a insufficienti tutele per gli agricoltori e la qualità dei prodotti importati, sollevando la possibilità di un veto alla ratifica dell’accordo. I gruppi agricoli europei hanno già annunciato proteste contro il trattato.
  • Benefici e garanzie dell’accordo: nonostante le preoccupazioni, Ursula von der Leyen ha sottolineato che l’accordo include misure per proteggere gli standard sanitari e fitosanitari europei. Inoltre, potrebbe favorire l’esportazione di prodotti europei di alta qualità, come vini e formaggi, senza tariffe aggiuntive, rafforzando la cooperazione economica tra i due continenti.