In attesa del confronto con Angelo Bonelli di AVS sull’energia nucleare, Carlo Calenda scalda i muscoli battibeccando a distanza con Elly Schlein. Oggetto del contendere Trasnova, una delle tante aziende dell’indotto che dà lavoro a centinaia di dipendenti nell’automotive italiano e che riceve commesse da Stellantis.
97 operai di Trasnova hanno ricevuto una lettera di licenziamento e 54 di essi lavorano nello stabilimento di Pomigliano. Portando la solidarietà del PD agli operai lì presenti, Schlein rompe il silenzio che da alcuni giorni aveva avvolto le posizioni sue e del partito nei confronti della forte crisi che ha coinvolto Stellantis, segnando un cambio di passo rispetto a quanto chiesto dal leader di Azione.
Mentre la segretaria dem rassicura che sarà sempre al fianco dei lavoratori e che Stellantis non può smobilitare in questo modo dalle sue fabbriche italiane, Calenda ha sfruttato l’occasione per ricordare ancora una volta il mutismo complice dei partiti di sinistra sulla questione Stellantis: “Dopo 5 giorni di silenzio finita la pausa di riflessione?“.
Schlein: “Il PD sempre a difesa dei lavoratori di Trasnova”
Fra un governo che annaspa e una multinazionale che è in una fase di profonda recessione e ristrutturazione, c’è anche l’esperienza dei lavoratori e delle lavoratrici di Trasnova. Questa è un’azienda che si occupa della spedizione dei veicoli per gli stabilimenti Stellantis di Pomigliano, Melfi, Cassino e Mirafiori.
97 operai hanno ricevuto oggi 6 dicembre 2024 una lettera di licenziamento da parte della loro azienda e 54 di essi erano dislocati nello stabilimento campano. La motivazione, come detto da Trasnova, è la decisione di Stellantis di non rinnovare la commessa dal 31 dicembre 2024: un regalo di Natale decisamente poco gradito e che segue di qualche giorno le dimissioni dell’ad della multinazionale automobilistica Carlos Tavares.
Dietro il disinteresse verso la situazione di #Stellantis in questi anni non c’è solo la sottomissione della sinistra agli #Elkann per #Repubblica; ma anche un generale disinteresse verso l’industria che pure ha fatto grande questo paese.
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) December 6, 2024
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E in questa situazione di disagio e paura per il proprio futuro da parte dei lavoratori, si inserisce ancora una volta la polemica politica fra i vari partiti. Come accaduto nel caso fra Carlo Calenda ed Elly Schlein: i leader di Azione e Partito Democratico avevano assunto due posture diverse nei confronti della crisi di Stellantis.
Se entrambi criticano l’inazione del governo di Giorgia Meloni, Calenda però è stato l’unico a presentare in Parlamento un piano dettagliato che chiedeva anche una presa di posizione da parte degli altri partiti di centrosinistra. Inquietante il silenzio del PD e il fatto che oggi la leader dem sia arrivata finalmente davanti Pomigliano non depone a suo favore:
Erano cinque giorni che non dichiarava su Stellantis, si è presa una pausa di riflessione… Azione ha presentato un piano molto dettagliato di tutto quello che va fatto e per rilanciare il settore serve attingere dal fondo dell’automotive, che però il governo ora sembra intenzionato a rimetterlo. Abbiamo chiesto a Meloni un tavolo con le opposizioni: il paese deve essere compatto e deve lavorare insieme.
Il problema che Calenda ha spesso sottolineato è che chiamare all’unità le opposizioni sul tema dell’automotive italiano esporrebbe a gravi rischi di spaccature. Fra accuse al Green Deal (che accomuna in un certo senso Italia Viva e Azione) e di mancanza di rispetto di Stellantis nei confronti dello stato italiano, ci sono tanti punti che separano il “campo largo” sull’argomento.
Come accennato, Schlein è arrivata nella mattinata odierna per portare la solidarietà sua e del PD verso i lavoratori della Trasnova. Per una volta sembra davvero che quel partito considerato da tutti erede storico dell’esperienza del PCI sia tornato a far politica fra gli operai, e in particolar modo quelli dell’indotto:
Piena solidarietà ai lavoratori che stamattina hanno ricevuto una lettera di licenziamento. Non si possono lasciare delle persone per strada. Dobbiamo bloccare la procedura e puntare alla riconferma della commessa. Quello di cui siamo preoccupati è che questo sia il segnale che si aggiunge a tanti altri di smobilitazione di Stellantis da questo Paese.
Il battibecco con Calenda è nato e si è sviluppato a distanza. L’ex ministro aveva più volte punzecchiato Schlein su X chiedendo di rompere il suo silenzio e di attivarsi concretamente per un problema molto complesso; dal canto suo la dem ha promesso una presenza del PD costante accanto a Trasnova e ai suoi lavoratori:
Ci sono stati 32 atti parlamentari del Partito democratico sull’automotive e sulle vertenze. Abbiamo garantito la nostra presenza costante con i nostri parlamentari dalle 5.30 dell’altra mattina. Noi siamo a difesa del lavoro. Ci siamo, c’eravamo e continueremo ad esserci. Di questo non vi preoccupate. Stellantis si assuma le sue responsabilità davanti al Paese ed Elkann dia le risposte che servono su un piano industriale che garantisca l’indotto e l’occupazione.
Conte e M5S al fianco dei lavoratori di Trasnova
Il Movimento 5Stelle, seppur impegnato a livello organizzativo con il ricorso del Garante Beppe Grillo contro i risultati della Costituente di fine novembre, ha promosso un presidio fisso davanti agli stabilimenti di Pomigliano. Non soltanto il leader di partito Giuseppe Conte ma anche altri esponenti pentastellati come Carmela Auriemma hanno segnato un posizionamento diverso rispetto agli alleati di coalizione.
Il M5S resta al fianco dei lavoratori, sempre. Ieri ancora ai cancelli di Stellantis fino a notte con la nostra @AuriemmaCarmela , a tutela dei quasi 400 posti di lavoro della ditta dell'indotto #Trasnova. Dopo la presenza nei giorni scorsi agli stabilimenti di Pomigliano con gli… pic.twitter.com/VJ1FdJbw5H
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) December 6, 2024
Non è tanto nel tono o nel contenuto delle dichiarazioni, assimilabili anche a quelle rilasciate oggi da Schlein, quanto per aver deciso di essere sempre presenti dinanzi ad una delle fabbriche che per anni è stato simbolo della produzione automobilistica italiana. Oggi è ferma proprio per la protesta dei lavoratori di Trasnova, che non vogliono saperne di licenziamenti o di cassa integrazione.
La senatrice del Movimento 5 Stelle in commissione Industria e attività produttive, Sabrina Licheri, ha ancora una volta messo alle strette il governo e il ministro dell’Industria e del Made in Italy affinché si ponga su un piano paritario rispetto a Stellantis e al suo presidente Elkann.
Non si può pensare di evitare licenziamenti in massa senza avere alle spalle una strategia chiara e il governo deve far valere la sua forza politica nei confronti di un attore privato:
Il Movimento 5 Stelle è e sarà sempre al fianco dei lavoratori, ma oggi non possiamo nascondere la nostra rabbia e preoccupazione. Nei giorni scorsi abbiamo visitato gli stabilimenti, portando la nostra solidarietà, e in Parlamento abbiamo incalzato Urso affinché anticipasse il tavolo di confronto. Stellantis deve tornare a dialogare, e il governo deve fare la sua parte, intervenendo con decisioni forti per scongiurare questa tragedia occupazionale.
In origine il tavolo fra Stellantis e Mimit era stato previsto per il 17 dicembre, ma la protesta dei lavoratori della Trasnova ha permesso una sua anticipazione al 10 dello stesso mese. In questo senso l’attività parlamentare pentastellata ha avuto successo e ora passa all’ambizioso obiettivo di garantire la piena occupazione all’industria dell’indotto italiana.
Fiom-Cigil: “Pomigliano non pagherà la crisi di Stellantis”
Perché questa è così importante? Una delle motivazioni è che la grande industria automobilistica, nel senso di grandezza fisica degli impianti, era stata abbandonata progressivamente dalla seconda metà degli anni ’90 in poi, favorita dalla presenza di mercati con minor tutele sindacali e con costi dei materiali minori.
Negli anni il mercato italiano dell’automobile si è poi progressivamente ristretto, stimolato soltanto da una massiccia presenza di incentivi statali che avevano abbattuto i costi per l’acquisto anche delle tanto chiacchierate auto elettriche o ibride. L’insieme di questi fenomeni ha portato quelle industrie che collaborano con Stellantis a ricevere tante commesse che completano il ciclo di produzione di un’auto, lavorando allo stesso tempo a contatto con paesi come Germania e Francia.
Samuele Lodi, il segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile settore mobilità e Ciro D’Alessio, coordinatore nazionale automotive per la Fiom-Cgil, hanno portato in una nota congiunta i risultati degli incontri con i lavoratori e con il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca:
Diventa fondamentale non solo la presenza di Stellantis al tavolo al Mimit previsto per il 10 dicembre prossimo, ma c’è bisogno di una concreta disponibilità a rivedere le scelte fatte e trovare soluzioni per dare continuità lavorativa a Trasnova. Sono necessari investimenti in ricerca e sviluppo, nuovi modelli per rilanciare gli stabilimenti e occorre tutelare l’occupazione dei lavoratori diretti e della filiera e componentistica.
Le fabbriche di Stellantis hanno una forza lavoro minore rispetto a quelle dell’indotto e la tanto sbandierata necessità di reinternalizzare alcune linee produttive mal si sposa però con la protezione dei posti di lavoro o con l’attività lavorativa stessa: la protesta della Trasnova, infatti, non permette il pieno funzionamento dello stabilimento di Pomigliano.
I tre punti salienti dell’articolo
- Conflitto politico e solidarietà ai lavoratori di Trasnova: Carlo Calenda e Elly Schlein si confrontano sulla crisi Stellantis. Schlein porta la solidarietà del PD ai lavoratori di Trasnova, ma Calenda critica il suo silenzio iniziale e chiede un piano concreto per sostenere l’automotive italiano.
- Licenziamenti a Trasnova: 97 operai di Trasnova, di cui 54 a Pomigliano, hanno ricevuto lettere di licenziamento, a causa della decisione di Stellantis di non rinnovare la commessa. Le richieste dei lavoratori riguardano la riconferma della commessa e la difesa dei posti di lavoro.
- Reazioni politiche e sindacali: il Movimento 5 Stelle e la Fiom-Cgil si uniscono alla protesta, chiedendo al governo di intervenire con decisioni forti. Il tavolo di confronto con Stellantis è stato anticipato al 10 dicembre grazie alle pressioni parlamentari, con l’obiettivo di tutelare l’occupazione nell’indotto.