Atalanta-Milan è la partita di De Ketelaere. Il centrocampista belga incontrerà sulla sua strada il passato, anzi un passato burrascoso della sua fin qui breve carriera che ha però saputo immediatemante mettere da parte da quando veste il nerazzurro della Dea bergamasca.
De Ketelaere, al Milan anno nero, all’Atalanta devastante
Arrivato nella stagione 2022/23 dal club Brugge alla corte di Stefano Pioli come la nuova stella nascente, ha smarrito la su identità di calciatore fantasioso e accumulando solo un numero irrisorio di presenze senza tra l’altro lasciare mai il segno nemeno in fase realizzativa, l’estate scorsa ha salutato e si è accasato a titolo di prestito all’Atalanta.
Attualmente è l’ultima scommessa vinta dal club di Percassi: investire sul giocatore di nazionalità belga ha portato i suoi frutti, a lui in primis che si sta regalando la seconda stagione addirittura meglio della prima nel ruolo di trascinatore della squadra e all’Atalanta che più contare sulle giocate di uno dei migliori talenti classe 2001 che ci sono in circolazione.
Se dunque in maglia rossonera ha trascorso dei momenti sconfortanti dimostrando di non saper reagire alle ostilità di un anno a dir poco disgraziato sotto il profilo delle prestazioni, con la casacca nerazzurra si è imposto da subito. Nemmeno il tempo di ambientarsi che si è guadagnato un posto tra i titolari inamovibili e ha contribuito a vincere l’Europa League, primo trofeo personale nonché primo storico trofeo internazionale per il club.
Il premio però più grande lo ha ricevuto quando nell’estate scorsa la dirigenza bergamasca gli ha dato ancora fiducia riscattando il suo cartellino a titolo definitivo per una cifra che ammonta attorno ai 22 milioni di euro.
La manovra di mercato conclusa a suo favore l’ha motivato ancora di più e ad oggi (vedasi prestazione di Champions contro lo Young Boys di qualche settimana fa) risulta elemento indispensabile per lo schacchiere tattico della squadra nonché imprenscindibile.
De Ketalaere, con Gasperini si esprime al meglio
De Ketelaere è un treno in piena corsa che continua ad accellerare e pare non volersi fermare. Chiunque si trovi davanti al talento belga in una sua felice giornata (ormai capita di rado di vederllo sottotono) sa che può incorrere in una brutta figura perchè le sue giocate sono disarmanti.
Sotto la gestione Gasperini, che lo ha collocato meglio di qualsiasi altro allenatore in mezzo al campo, si esprime sempre a grandi livelli: divenuto favoloso assist man sa anche dilettarsi nel ruolo di prima punta all’occorrenza.
Pensare che il tecnico di Grugliasco l’abbia solo spronato a migliorare è riduttivo. Gasperini lo ha semplicemente messo nelle condizioni di essere se stesso e di performare come solo lui sa fare ed è così che lo ha fatto sbocciare nuovamente come ai tempi del club Brugge.
Milan, Davids e Kalulu i flop prima di De Ketelaere
Tanti giocatori sono passati dal Milan, molti sono stati anche delle vere delusioni, ma sono quelli che hanno deluso le aspettative dopo annate incredibili in altri club.
Qui il ragionamento che interessa l’avventura di Charles De Ketelaere è diverso ovvero più esattamnete il contrario. Per dirla terra terra, un “bidone” dal Milan che ha ritrovato le stigmate da grnde giocatore in un altra parrocchia, ovvero all’Atalanta.
Due sono i precedenti che riconducono alla stessa situazione vissuta dal classe 2001 ma con destinazioni diverse da quelle del belga: quello di Edgard Davids e quellio di Pierre Kalulu.
Il primo, forte centrocampista del grandissimo Ajax di Van Gaal, arrivato a Milanello non si integra a meraviglia nello spogliatoio e complice un grave infortunio al ritorno in campo non riusce mai a dare il contributo che ci si aspettava potesse dare al Milan.
Nell’inverno del 1997 la svolta della sua carriera: lo acquista la Juve e con la casacca bianconera torna a performare ai suoi livelli tanto da diventare uno dei centrocampisti più forti al mondo a cavallo tra la fine degli anni 90 e gli inizi degli anni 2000.
Il secondo, difensore dal futuro roseo accasatosi al Milan dopo essersi fatto notare in Patria con il Lione, al suo primo anno diviene colonna portante della difesa di una squadra che si accinge a laurearsi campione d’Italia a sorpresa contro ogni pronostico, l’anno dopo colpito da molti infotuni gioca poco e male e il club decide di disfarsene.
L’approdo di questa estate alla Juventus gli fa più che bene. Si erge a mostro sacro della linea arretrata juventina tent’é che Thiago Motta non lo lascia mai in panchina e lo fa giocare sempre e dove occorre in ogni posizione del reparto difensivo.
Rinascita De Ketelaere lontano dal Milan: prima di lui altri due
- De Ketelaere, dalla delusione al riscatto: Dopo una stagione deludente al Milan, Charles De Ketelaere ha trovato la sua rinascita all’Atalanta, dove è diventato un giocatore fondamentale. A Bergamo, sotto la guida di Gasperini, ha mostrato il suo talento, diventando uno degli assist-man più brillanti e anche una preziosa alternativa come prima punta. Il suo riscatto è stato completato con il trasferimento definitivo all’Atalanta per 22 milioni di euro.
- Il successo di Gasperini nella gestione di De Ketelaere: Sotto la gestione di Gasperini, De Ketelaere ha trovato la posizione ideale in campo, esprimendosi al meglio. Il tecnico ha saputo valorizzare le sue caratteristiche, facendolo crescere e brillare, riportandolo ai livelli che aveva mostrato al club Brugge. Questo ha contribuito al successo della squadra e alla sua crescita come uno dei talenti più promettenti del calcio europeo.
- Confronti con altre delusioni del Milan: La carriera di De Ketelaere al Milan ha ricordato quella di altri giocatori che non hanno soddisfatto le aspettative, come Edgard Davids e Pierre Kalulu. Entrambi hanno avuto un’esperienza deludente al Milan, per poi rilanciarsi con successo altrove, Davids alla Juventus e Kalulu alla Juventus, dimostrando che a volte un cambiamento di ambiente può portare a un nuovo successo.