Continua la fase di stallo politico in Francia e potrebbe protrarsi fino al prossimo anno. Dopo le elezioni in Francia, tenutesi il 30 giugno e il 7 luglio 2024, le consultazioni si sono dilungate per circa tre mesi. Liti, dissapori, minacce e tensioni hanno animato il percorso per la scelta di un esecutivo che potesse governare il Paese. Alla fine, dopo mesi, si è insediato il governo guidato dal repubblicano Michel Barnier, noto nelle istituzioni europee.
La scelta dell’ex Commissario europeo non è stata apprezzata dalla coalizione di sinistra, il Nuovo Fronte Popoare, e dal partito di estrema destra Rassemblement National. I primi, usciti come vincitori dalle scorse elezioni, si aspettavano un governo che li rispecchiasse mentre i secondi avevano promesso di fare opposizione a qualunque forza politica. La sfiducia è arrivata nella sorpresa generale: l’ultima volta è accaduto nel 1962 quando era primo ministro Georges Pompidou.
Sono ore calde per la politica francese. Nella giornata di oggi, 5 dicembre 2024, alle ore 20 è atteso un annuncio del presidente della Repubblica Emmanuel Macron. Il capo di Stato ha anticipato il suo ritorno dall’Arabia Saudita per spiegare cosa succederà. Le dimissioni sono fuori questione ed entro ventiquattro ore dalle dimissioni arriverà il nome del nuovo premier. L’estrema destra e la sinistra radicale però sembrano intenzionate a fare muro per tornare alle elezioni.
In esclusiva a Tag24, ha parlato l’europarlamentare del gruppo Renew Europe Sandro Gozi. Il segretario del Partito Democratico Europeo ha spiegato la difficile fase politica che sta vivendo la Francia e quali potrebbero essere i nomi in pole per Hotel Matignon, esprimendo tuttavia preoccupazione per il futuro politico del Paese.
Gozi sulla caduta del governo Barnier in Francia
Passa la sfiducia e si aggiunge un nuovo capitolo alla crisi che la politica francese vive dallo scorso 9 giugno. Tutto è iniziato quando il presidente Macron ha deciso di sciogliere l’Assemblea nazionale e anticipare le elezioni legislative dopo il voto per il Parlamento europeo. Lo scorso giugno la coalizione di governo aveva ottenuto un risultato deludente ed era necessario capire se i francesi avessero ancora fiducia in Ensemble. Una sfida che ancora oggi si fa fatica a capire chi ha perso e chi ha vinto. Il voto anticipato ha premiato la coalizione di sinistra Nuovo Fronte Popolare ed Ensemble, scongiurando una vittoria da parte del Rassemblement National.
Il Nuovo Fronte Popolare, che raccoglie al suo interno tutte le anime della sinistra francese, ha ottenuto 178 seggi mentre la maggioranza presidenziale 150. A questo si aggiunge un discreto risultato della destra che ha ottenuto 142 seggi. Si è successivamente creata situazione di stallo per la formazione del governo francese nel bel mezzo di un evento di portata internazionale quali sono state le Olimpiadi di Parigi di luglio 2024.
Il 5 settembre, dopo mesi di consultazioni alla ricerca di un compromesso difficile da trovare era stato scelto Michel Barnier per guidare il governo francese. La sinistra ha storto il naso così come la destra ed entrambe avevano promesso la sfiducia che è arrivata nella giornata di ieri con 331 deputati su 579 contrari all’esecutivo guidato dall’ex Commissario europeo.
“Una scelta del tutto irresponsabile” così, in esclusiva a Tag24, ha commentato Sandro Gozi la mozione votata ieri in Assemblea nazionale “l’estrema destra e l’estrema sinistra, quindi Le Pen e Melenchon hanno fatto un danno alla Francia e all’Europa per scelte legate alle loro tattiche e alle loro persone“.
Chi sarà il sostituto di Barnier?
Ventiquattro ore per sostituire Barnier, questa è la promessa del presidente della Repubblica Macron che prova a tenere unito un Paese politicamente a pezzi. Chi potrebbe prendere il posto dell’ormai ex premier che ha rassegnato nella mattinata di oggi le dimissioni? I quotidiani internazionali si sbilanciano e fanno i nomi di due volti noti della politica francese: il primo è il ministro delle Forze Armate, Sébastien Lecornu, e il secondo è il presidente del partito MoDem, François Bayrou.
Gozi spiega a Tag24 che solo Macron in questo momento conosce il nome del futuro premier francese: “Potrebbe annunciare questa sera il successore, Bayrou ha tutte le caratteristiche per essere l’uomo della situazione” racconta Gozi “è rispettato da tutti ed ha molta esperienza soprattutto per costruire compromessi“.
Proprio la capacità di fare compromessi, sottolinea l’europarlamentare, sarebbe necessaria in questa complessa fase politica francese: “Si è abituati a un sistema in cui emerge un vincitore e un perdente, prendiamo atto che la situazione è cambiata e oggi esistono tre blocchi sociali divenuti anche blocchi politici e parlamentari…è necessario che si impari a lavorare insieme. Vedremo quale sarà la scelta del presidente“.
Macron non si dimetterà
Nessun passo indietro da parte del presidente Macron e, almeno per ora, lontane le voci in merito a un possibile ritorno alle urne. “Macron non si dimetterà” spiega Gozi a Tag24 in merito alle insistenti richieste da parte dell’estrema destra e della sinistra radicale sulle dimissioni del presidente su un possibile nuovo voto.
“Melenchon e Le Pen battono sui loro destini personali” racconta l’europarlamentare “a loro non interessa il futuro della Francia ma solo le loro questioni, le elezioni anticipate andrebbero a loro beneficio: Le Pen è sotto processo e la procura di Parigi ha chiesto una condanna di cinque anni per supposte violazioni di norme sui collaboratori parlamentari europei“.
E per quanto riguarda il leader dell’estrema sinistra Jean Luc Melenchon? All’interno del Nuovo Fronte Popolare ci sono molti insoddisfatti del segretario de La France Insoumise che punta alla presidenza della Francia: “Iniziano a sollevarsi voci secondo le quali Melenchon non dovrebbe essere candidato comune delle sinistre nel 2027, potrebbero esserci più candidati in futuro“. Una convergenza nel voto di sfiducia tra i due estremi che non sorprende Gozi.
Necessità di una nuova legge elettorale
L’ultima sfiducia nei confronti di un governo è stata votata nel 1962, da allora la politica francese è profondamente mutata e ci si inizia a chiedere se sia il caso di mettere mano alla legge elettorale o addirittura alla Costituzione.
“Credo che debba essere l’opportunità per riflettere su una legge elettorale” spiega Gozi “la maggioritaria a doppio turno, che io stesso ho sostenuto per lungo tempo, oggi non riflette quello che la società francese vuole in Parlamento: i cittadini, di fronte a tre blocchi in Parlamento, si aspettano collaborazione per trovare una soluzione“.
Quale potrebbe essere quindi la soluzione? Secondo Gozi, una parziale riforma in senso proporzionale potrebbe essere un miglioramento da apportare alla legge elettorale francese: “Eviterebbe alleanze innaturali già al primo turno o tra il primo e il secondo, permetterebbe di trovare accordi parlamentari e libererebbe alcune forze politiche dalla sottomissione agli estremisti“.
“Questo discorso vale per molti partiti del centrosinistra e per parte dei Repubblicani che oggi si trovano sottomessi all’egemonia di Le Pen e Melenchon” spiega Gozi.
Le forze liberali in crisi in tutta Europa?
Il 2024 è stato un anno particolarmente difficile per il forze liberaldemocratiche in tutta Europa. Basti pensare alle elezioni per il rinnovo dell’Europarlamento: i libdem hanno perso seggi rispetto al 2019 passando da 108 a 77. Gozi ha spiegato a Tag24 che quella delle forze liberali è un fase difficile per una nuova linea di divisioni politiche: “Ci sono ali estreme sempre più forti e le forze democratiche si trovano a far fronte a entrambe” dice l’europarlamentare “tutto questo rende la battaglia dei democratici molto complessa“.
Gozi ha voluto ricordare però che le forze libdem hanno vinto due volte le presidenziali in Francia e proprio in questi giorni, due partiti liberali in Irlanda hanno ottenuto una vittoria: “Ci sono alti e bassi” spiega infine il segretario del Partito Democratico Europeo “tuttavia continuiamo a pensare che lavorare con tutte le forze democratiche contro gli estremisti è l’unica strada da seguire“.
Crisi politica in Francia in tre punti
- Crisi politica e sfiducia al governo Barnier: Dopo mesi di stallo e tensioni politiche successive alle elezioni legislative francesi, il governo di Michel Barnier è stato sfiduciato con 331 voti contrari. La situazione di stallo riflette la frammentazione politica con tre blocchi principali (sinistra, centro e destra) incapaci di trovare compromessi.
- Macron cerca un nuovo premier: Il presidente Emmanuel Macron, pur respingendo le richieste di dimissioni, ha promesso di nominare un nuovo primo ministro entro 24 ore. I nomi più accreditati sono François Bayrou e Sébastien Lecornu. L’obiettivo è evitare un ritorno anticipato alle urne, richiesto da estrema destra e sinistra radicale.
- Proposte di riforma elettorale: La crisi attuale ha riacceso il dibattito su una possibile riforma costituzionale per introdurre un sistema proporzionale parziale. Questo potrebbe favorire maggiori collaborazioni parlamentari e ridurre l’influenza degli estremi, adattando il sistema elettorale alla realtà di un Parlamento tripolare.