Terremoto politico in Francia. Il governo di Michel Barnier, insediatosi a settembre, è caduto il 4 dicembre dopo la votazione di una mozione di fiducia. Il paese ha visto crescere il consenso per il Rassemblement National, mentre i centristi, vicini al presidente Emmanuel Macron, hanno subito un calo. Dopo le elezioni anticipate, Macron ha escluso figure agli estremi dello spettro politico e, dopo settimane di trattative, aveva scelto Barnier come primo ministro.

Il governo di minoranza di Barnier, già fragile, è crollato durante il dibattito sulla nuova legge di bilancio. La sinistra e l’estrema destra hanno sostenuto la mozione del Nuovo Fronte Popolare, ponendo fine all’esecutivo. Ora si è aperto un nuovo periodo di incertezza politica con diversi nomi già in discussione per la successione nella carica di primo ministro.

Francia, cade il governo: Barnier entra nella storia

L’Assemblea Nazionale ha approvato, iI 4 dicembre, una mozione di censura contro il governo di Michel Barnier, facendo precipitare il paese in una crisi politica. Tutto ciò avviene mentre la legge di bilancio 2025 resta ancora in sospeso. La caduta dell’esecutivo è strettamente legata alle tensioni proprio su questo provvedimento.

Barnier ha tentato di far passare i testi ricorrendo all’articolo 49 comma 3 che gli consente di approvare le proposte in materia finanziaria senza passare da una votazione parlamentare. La coalizione di sinistra, il Nuovo Fronte Popolare, e il Rassemblement National hanno accusato il governo di aver abusato dell’articolo 49 della Costituzione per far passare il bilancio della previdenza sociale 2025 senza un voto parlamentare. Questa controversa manovra ha spinto alla presentazione della mozione di censura.

Barnier è entrato nella storia come il primo capo di governo della Quinta Repubblica a essere rovesciato con una mozione di sfiducia. Resterà in carica fino alla formazione di un nuovo esecutivo.

La crisi politica

Senza un bilancio per il 2025 e senza un governo, la Francia si trova in una profonda crisi politica. La caduta dell’esecutivo comporterebbe inoltre l’archiviazione dei testi attualmente in discussione.

La fine del governo non implica necessariamente lo scioglimento dell’Assemblea nazionale. La Costituzione francese prevede che non sia possibile procedere a un nuovo scioglimento entro un anno dalle ultime elezioni. Di conseguenza, eventuali elezioni anticipate potrebbero essere fissate, secondo le ipotesi, non prima dell’8 luglio 2025.

La Francia è vittima di una crescente pressione finanziaria da parte dell’Unione Europea a causa del suo deficit di bilancio che continua a superare i limiti stabiliti. Al momento, la soluzione a questa crisi resta incerta. Considerando i lunghi tempi delle consultazioni estive, trovare un nuovo nome per Matignon è cruciale, dato che i tempi per approvare il bilancio entro il 31 dicembre sono molto stretti.

L’Eliseo ha annunciato che il presidente accelererà il processo di nomina. La scelta rappresenta una sfida significativa per Macron che aveva escluso sia l’estrema destra che l’estrema sinistra durante le consultazioni. Macron aveva anche respinto la proposta della coalizione di sinistra di Lucie Castets, puntando su una figura repubblicana con esperienza europea. Tuttavia, il Parlamento è diviso in tre schieramenti ben distinti e la ricerca di una figura capace di guidare il paese si preannuncia difficile.

Chi sarà il nuovo premier francese?

Bayrou, Castets, Lecornu… girano diversi nomi che potrebbero rappresentare il prossimo inquilino di Matignon. L’elenco dei candidati per il ruolo di primo ministro in Francia è lungo e variegato. Tra i principali candidati figura Sebastien Lecornu, attuale ministro della Difesa del Rinascimento, e François Bayrou, leader dei MoDem, entrambi considerati tra i favoriti. Anche Bruno Retailleau, attuale ministro degli Interni, è una tra le figure del governo in corsa per il ruolo.

Dall’altra parte, la coalizione di sinistra continua a sostenere Lucie Castets, economista e funzionaria pubblica. Potrebbe emergere anche l’opzione Bernard Cazeneuve che era stata discussa anche dopo le elezioni.

Alcuni nomi noti come Thierry Breton, ex commissario europeo e ministro, stanno emergendo come potenziali candidati per il posto. La scelta del nuovo primo ministro è complicata dalla frammentazione politica del paese, con diverse opzioni in lizza, ognuna con il proprio supporto e le proprie sfide politiche.