Il 23 marzo 1990, Santina Renda, di solo sei anni, scomparve misteriosamente da Palermo, capoluogo della Sicilia e quinta città più grande d’Italia.
Quella mattina, era uscita con la sorella Francesca, di un anno più giovane, e stavano giocando nel cortile di Via Pietro dell’Aquila, insieme ad altri coetanei, come di consueto.
Inizialmente sotto la sorveglianza della madre, affacciata sul balcone dell’abitazione, dal lato della cucina, la donna si allontanò momentaneamente per proseguire con le occupazioni domestiche.
Era una normale giornata primaverile in città, con il clima mite che si prestava facilmente a una partita a pallone, a passeggiate e chiacchierate con gli amici.
Per i genitori della giovane, iniziò tuttavia un incubo che continua senza sosta da trentaquattro anni.
Quel pomeriggio, tornerà dai coniugi solo Francesca, che avrebbe visto Santina entrare in una macchina bianca, una Opel Ascona, mano nella mano insieme ad un adulto, un uomo dalla barba folta.
“Chi era quell’uomo e cosa voleva da lei? Dov’è oggi Santina, sta bene?”. È quello che si chiedono ancora oggi tutte le persone che le sono affezionate, nella ricerca di una verità che sembra sfuggire.
Diversi avvistamenti di Santina, uno in un campo nomadi
Appreso della scomparsa, i familiari di Santina, preoccupati si recarono immediatamente dai carabinieri per denunciare l’accaduto.
Tuttavia, un agente, in quel pomeriggio rispose loro che gli uffici erano chiusi e che non sarebbe stato possibile formalizzare l’esposto.
Nonostante la difficoltà iniziale, il padre di Santina, arrabbiato per la risposta, non si arrese e riuscì lo stesso giorno a segnalare la vicenda, dando così il via alle prime ricerche.
Il giorno successivo, il 24 marzo, arrivarono numerose segnalazioni di avvistamenti, tra cui una da Lamezie Terme, in provincia di Catanzaro, in Calabria.
Un testimone: “Ho visto due bambine, una piangeva a dirotto”
Un pescatore, infatti, avrebbe presumibilmente visto una bambina che somigliava a Santina all’interno di un campo nomadi, insieme ad un’altra ragazzina, come raccontato dalla madre alla trasmissione TV2000.
La prima appariva serena e giocava tranquillamente, la seconda piangeva a dirotto. Non è mai stato confermato se potesse trattarsi o meno di Santina Renda.
Tuttavia, sul luogo segnalato dal testimone, sono stati ritrovati piatti di plastica e diversi scontrini di un supermercato di Palermo.
La pista del rapimento da parte di una coppia di nomadi è la più probabile e tuttora la più attendibile.
Il rapitore avrebbe adescato i bambini con caramelle e giocattoli
Quel tragico venerdì, come raccontato dall’addolorata sorella Francesca Renda a “Storie Italiane”, il malintenzionato attirò i bambini. Offrendo caramelle e giocattoli, cercava di portarli via con sé.
Una donna invece, intravista di sfuggita, attendeva il complice all’interno del veicolo, che nel frattempo strattonava la bambina costringendola a salire nella vettura.
L’identità del criminale, come le sue origini, rimangono sconosciute, ma si ipotizza che fosse di nazionalità rom o slava.
All’epoca dei fatti, Francesca aveva solo cinque anni e non ha compreso la gravità dell’accaduto. In buona fede, pensò, che la sorellina fosse ritornata a casa prima di lei, ma purtroppo non era così.
Come potrebbe essere oggi Santina: nuovo identikit
I familiari di Santina, non si arrendono e sono assistiti da Manisco World, un’associazione a tutela delle vittime di sette, psicosette, che offre aiuto e supporto ai parenti di persone scomparse.
L’ente, capitanato dalla presidente e fondatrice Virginia Melissa Adamo, insieme a Luigi Ferrandino, avvocato penalista esperto in procedure e indagini difensive, proseguono senza sosta le ricerche della giovane, oggi adulta.
L’organizzazione di volontariato ha realizzato una ricostruzione dell’aspetto attuale di Santina, attraverso la tecnica di age progression, immaginandola come una donna di trentanove anni, età raggiunta quest’anno.
Nel 2023, una donna originaria della Germania, dopo aver visto l’immagine diffusa online, dichiarò di essere la bambina scomparsa.
Tuttavia, l’esito negativo del test del DNA ha spento totalmente le speranza che il caso fosse finalmente giunto a conclusione.
Una vicenda che richiama alla memoria quella di altri due bambini siciliani, Salvatore Colletta e Mariano Farina, scomparsi anch’essi da Palermo, il 31 marzo 1992. Come per Santina Renda, anche i due ragazzini non sono mai stati ritrovati e la pista del rapimento è tuttora ipotizzata.