L’incontro avvenuto il 27 novembre a Mar-a-Lago tra Mark Zuckerberg, fondatore di Meta, e Donald Trump, presidente eletto degli Stati Uniti, ha catturato l’attenzione non solo per l’importanza politica dell’evento, ma anche per i segnali che potrebbe inviare riguardo alle future dinamiche tra la politica e il settore tecnologico. In un momento in cui la formazione della nuova amministrazione si intreccia con diverse figure controverse come il proprietario di X, Elon Musk, la possibilità di una collaborazione tra Trump e Zuckerberg solleva interrogativi sulle strategie politiche ed economiche che potrebbero emergere.
Trump e Zuckerberg, un’intesa storica in arrivo?
Il 27 novembre, il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha incontrato il presidente eletto Donald Trump nella residenza di Mar-a-Lago. La tenuta, già quartier generale durante il primo mandato del presidente, è pronta a rivestire lo stesso ruolo. All’incontro hanno partecipato anche diversi potenziali membri della nuova amministrazione, molti dei quali annunciati dal 5 novembre.
L’incontro tra Trump e Zuckerberg ha suscitato interesse dato il contesto della formazione della nuova amministrazione del presidente eletto. I due avrebbero discusso di politiche tecnologiche e delle innovazioni sviluppate da Meta, di cui Zuckerberg è presidente e CEO.
Trump punta ad un monopolio?
Zuckerberg e Trump hanno avuto divergenze in passato. Tuttavia, durante la campagna elettorale, i legami tra il tycoon e i leader del settore tecnologico si sono rafforzati. Elon Musk, un tempo sostenitore anche dei democratici, ha espresso il proprio appoggio a Trump. In cambio ha ricevuto un incarico nella futura amministrazione: la guida del nuovo Dipartimento per l’efficienza del governo. Come Zuckerberg, anche Musk ha interessi professionali nel sostenere il tycoon, avendo diversi contratti statali legati a Starlink e Tesla.
Dopo la rielezione di Donald Trump, il fondatore di Amazon, Jeff Bezos, il CEO di Google, Sundar Pichai, e il CEO di Apple, Tim Cook, si sono congratulati con il presidente eletto. Pur non dichiarando un appoggio esplicito, Bezos ha fatto un significativo gesto di favore impedendo al Washington Post, di cui è proprietario, di sostenere la candidata democratica. Questa reazione dei leader della Big Tech è stata descritta come una mossa strategica per proteggere interessi economici. Trump, infatti, ha promesso di annullare l’ordine esecutivo di Biden sull’IA, considerato un freno all’innovazione, e di ridurre l’azione antitrust. Tutte queste sono misure gradite al settore.
Anche Mark Zuckerberg avrebbe una propria agenda personale e professionale con il cambio dell’inquilino della Casa Bianca. Sembra che il fondatore di Facebook stia cercando di influenzare la politica tecnologica della nuova amministrazione Trump. Questa intenzione è stata sottolineata dal consigliere di Trump, Stephen Miller, che, citato da Fox News Channel, ha dichiarato:
Mark Zuckerberg è stato molto chiaro nel suo desiderio di sostenere e partecipare a questo cambiamento a cui stiamo assistendo in tutta l’America e in tutto il mondo, con questo movimento di riforma guidato da Donald Trump.
I segnali di lealtà da parte dei magnati della Big Tech potrebbero offrire a Trump l’opportunità di ottenere un atteggiamento meno interventista da parte di questi settori ma rischiano di accentuarne la politicizzazione.
Zuckerberg pronto a riscrivere il futuro dei big tech
Zuckerberg, pur non volendo mettersi sotto l’ombra di Elon Musk, non ha ancora espresso un appoggio pubblico a Trump. Un’eventuale alleanza con il prossimo presidente potrebbe permettergli di mantenere un ruolo significativo.
Un futuro ruolo per Zuckerberg comporterebbe sfide significative, ma anche una posizione cruciale per l’intero settore tecnologico nel mantenere il vantaggio competitivo degli Stati Uniti. Trump, infatti, crede nell’importanza di proteggere gli interessi nazionali. Parallelamente la concorrenza globale nel campo tecnologico è in crescita. Attori come Cina ed Unione Europea rivendicano i propri progressi, in particolare nell’intelligenza artificiale e nelle normative, come quelle sulla privacy.
Meta ha avuto un ruolo significativo nel plasmare il dibattito pubblico, soprattutto sulla moderazione dei contenuti e sulla libertà di espressione. Zuckerberg ha preso la decisione di rimuovere Trump da Facebook e Instagram il 6 gennaio 2021, a seguito dell’insurrezione al Campidoglio, citando l’incitamento alla violenza.
Nonostante le divergenze, sono emerse due telefonate tra i due, l’ultima delle quali dopo l’attentato a Butler contro Trump, dove il presidente uscì lievemente ferito. Questo evento ha segnato un avvicinamento tra Trump e Zuckerberg, simile a quanto accaduto tra Trump e Elon Musk. Zuckerberg ha definito la reazione di Trump come “una delle cose più toste che abbia mai visto”. Ad oggi, Meta ha riconosciuto che la gestione dei contenuti è stata troppo rigida.
L’incontro tra Mark Zuckerberg e Donald Trump segna un punto di svolta interessante nelle dinamiche tra la politica statunitense e la Big Tech. Mentre le divergenze passate sembrano superate, rimane da vedere se questa tregua strategica tra due delle figure più influenti degli Stati Uniti si trasformerà in una vera e propria alleanza. Un’eventuale collaborazione tra Trump e Zuckerberg potrebbe avere implicazioni significative non solo per il futuro delle piattaforme sociali, ma anche per la regolamentazione delle tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale. Gli sviluppi dei prossimi mesi saranno cruciali per comprendere se questo incontro sia stato solo un episodio isolato o l’inizio di una nuova fase politica e tecnologica negli Stati Uniti.