Lucida, sfrontata, senza scrupoli: questo il ritratto di Chiara Petrolini, delineato dai giudici del Riesame di Bologna. La 21enne è accusata di aver partorito, ucciso e sepolto due neonati nel giardino della villetta di famiglia a Vignale di Traversetolo, in provincia di Parma.
Il Tribunale, lo scorso 20 settembre, ha stabilito che la giovane andasse in carcere, accogliendo il ricorso della Procura. Oggi, 4 dicembre 2024, sono state rese note le motivazioni della sentenza. Il provvedimento non è ancora esecutivo, in attesa del giudizio della Cassazione.
Secondo il Tribunale il rischio è che la ragazza, attualmente ancora ai domiciliari, possa “reiterare il reato”.
Chiara Petrolini, le motivazioni del Riesame per il carcere
Chiara Petrolini è accusata di duplice omicidio pluriaggravato e soppressione di cadaveri in relazione a due neonati, di cui è risultata essere la madre. Uno nato a maggio 2023, l’altro ad agosto 2024, all’insaputa di tutti, compreso il fidanzato Samuel.
Una storia agghiacciante che ha scosso l’Italia. A distanza di quasi quattro mesi dalla scoperta del primo corpicino, le indagini intanto proseguono.
Secondo il tribunale del Riesame di Bologna, chiamato a pronunciarsi sulla misura cautelare, la ragazza avrebbe agito con “estrema lucidità”. Mostrando
inusitata freddezza esecutiva; sconcertante assenza di scrupoli o remore; apparente mancanza di qualunque ripensamento, oltre che da sfrontatezza; inaffidabilità totale nelle relazioni personali anche più intime, eccezionali capacità sia di nascondere i propri misfatti, sia di mistificazione e dissimulazione e, infine, mancanza di partecipazione e di compassione.
Il Procuratore capo di Parma, Alfonso D’Avino, ha sottolineato come queste caratteristiche, attribuite alla 21enne, abbiano portato i giudici a disporre per lei il carcere.
Per i giudici i domiciliari “sono insufficienti”
La “pericolosità sociale” di Chiara Petrolini, sostengono i giudici, non potrebbe essere opportunamente “contenuta” dalla misura dei domiciliari. Anche considerando che i genitori, con cui la ragazza vive, non si sarebbero mai accorti di cosa stesse succedendo nella vita della loro primogenita.
La giovane non avrebbe alcuna remora ad affrontare, allo stesso modo
nuovi ostacoli al suo vivere serenamente che trovi insopportabili, al punto da farle usare violenza a chi vi si frapponga, considerato il disprezzo per la vita.
Ma non solo. Il Tribunale, nelle motivazioni per il carcere, evidenzia la “contraddizione in termini” dei domiciliari, considerando che l’indagata ha usato la propria casa per delinquere. Infatti le due gravidanze, i parti, la morte dei neonati e le soppressioni sono avvenute tra le mura domestiche.
Il ruolo dei genitori
Il controllo parentale, alla luce dei risvolti della vicenda, appare quindi “né sufficiente, né adeguato”
proprio perché non esercitabile 24 ore su 24 e non potrebbe giammai scongiurare che l’indagata possa concepire ancora, ricevendo in casa uomini, portare a termine gravidanze, partorire e sopprimere il figlio, senza peraltro destare alcun sospetto, come fatto nelle due occasioni precedenti
si legge ancora sul documento con le motivazioni della sentenza.
Chiara Petrolini avrebbe partorito il 7 agosto 2024 in taverna, per poi seppellire il neonato. I genitori, che erano in casa, non si sarebbero mai resi conto di nulla. Il Tribunale della Libertà di Bologna ricorda come il padre, che lo stesso giorno si era recato nel piano sottostante dive si trovava la figlia,
aveva notato il sangue sui tappeti, sul lavandino e sul rubinetto, ma si è accontentato della spiegazione della figlia sul ciclo mestruale abbondante.
Infine la madre di Chiara, intercettata in una conversazione in caserma con la figlia il 19 agosto 2024, si era professata preoccupata. Prospettando inoltre la possibilità di dover lasciare la sua casa e forse anche l’Italia.
Dissequestrata la villetta a Traversetolo
Intanto la villetta a Vignale di Traversetolo è stata dissequestrata appena due giorni fa, il 2 dicembre. La Procura ha terminato gli accertamenti sul posto e i carabinieri hanno tolto i sigilli. Ribattezzata ‘la villetta degli orrori’, in tutti questi mesi è diventata meta di chi ha voluto lasciare un messaggio, un pupazzo oppure un fiore in memoria dei due bimbi morti.
Tutto è però sparito su disposizione del sindaco di Traversetolo, Simone Dall’Orto. Oltre ai fiori, ormai marciti, erano state segnalate anche delle persone intente a scattarsi selfie di fronte alla casa.
Chiara Petrolini e il carcere secondo il Riesame
- Accusa e motivazioni del carcere: Chiara Petrolini, 21 anni, è accusata di aver partorito, ucciso e sepolto due neonati nel giardino di casa sua, a Vignale di Traversetolo (Parma). Il tribunale ha stabilito debba andare in carcere, ritenendo che il rischio di reiterazione del reato non fosse contenibile con i domiciliari, considerando anche la sua “pericolosità sociale” e il comportamento lucido e senza scrupoli.
- Condizioni familiari e inadeguatezza del controllo parentale: I giudici hanno sottolineato che il controllo da parte dei genitori non è sufficiente per prevenire ulteriori crimini, poiché non erano riusciti a percepire quanto stesse accadendo, nemmeno quando la giovane ha partorito e nascosto i neonati in casa. I genitori non avrebbero notato segnali evidenti e non hanno sospettato nulla.
- Dissequestro della villetta e messaggi dalla comunità: La villetta in cui si sono verificati i crimini è stata dissequestrata dalla Procura il 2 dicembre 2024. Era diventata un luogo di commemorazione per le vittime, con fiori e messaggi lasciati dai visitatori: il sindaco ha ordinato la rimozione di tutto, incluso materiale come pupazzi e selfie scattati davanti alla casa.