Trieste – Possibile svolta nel caso di Liliana Resinovich, la 63enne trovata senza vita oltre venti giorni dopo la sua scomparsa nel gennaio 2022. Stando a quanto riporta in anteprima il quotidiano Il Piccolo, la nuova perizia medico-legale avrebbe riscontrato sul corpo della donna lesioni compatibili con colpi, come schiaffi, riconducibili all’azione di terze persone. Elemento che, secondo l’Agi, apre alla possibilità “che prima della morte la donna possa essere stata aggredita, picchiata o coinvolta in una colluttazione” e, sebbene non automaticamente, che possa essere stata uccisa.

Liliana Resinovich e le lesioni rinvenute sul corpo

La prima perizia, affidata a Fulvio Costantinides e Fabio Cavalli, aveva escluso l’intervento di terzi, portando gli inquirenti a ipotizzare che Liliana Resinovich si fosse suicidata. Tesi respinta sia dai familiari – secondo cui, quando scomparve, la 63enne stava vivendo un periodo molto sereno della sua vita – sia dal gip Luigi Dainotti che, invece di archiviare il caso come chiedeva la Procura, nel giugno 2023 ha disposto nuove indagini per omicidio, indicando oltre venti punti da approfondire.

La nuova analisi, condotta da un team guidato dalla dottoressa Cristina Cattaneo, è stata eseguita dopo la riesumazione della salma dal cimitero di Sant’Anna. Gli esperti avrebbero rivelato segni e lesioni, compatibili con colpi, come schiaffi, prodotti da altre persone, ma anche una lieve frattura alla seconda vertebra toracica e un’infiltrazione, un’emorragia sulla mano destra. Sarebbe stata confermata, invece, la causa del decesso: una lenta asfissia.

La scomparsa e il ritrovamento a Trieste

Liliana Resinovich fu trovata morta il 5 gennaio 2022 nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico San Giovanni di Trieste, oltre venti giorni dopo la sua scomparsa. Il 14 dicembre, uscita dall’abitazione che condivideva con il marito Sebastiano Visintin, la donna aveva buttato la spazzatura e si era incamminata a piedi verso il centro città.

Avrebbe dovuto raggiungere un negozio di telefonia e incontrare l’amico Claudio Sterpin, che sostiene di aver avuto con lei una relazione extraconiugale. Tuttavia, non si presentò all’appuntamento e svanì nel nulla. Il suo cadavere fu ritrovato adagiato sul terreno, avvolto da due grandi sacchi neri, con la testa racchiusa in due sacchetti più piccoli.

Era intatto, senza segni di morsi di animali e insetti, e pulito. Da qui l’ipotesi, sostenuta da molti, che non si trovasse lì da lungo tempo.

Ci sono risposte che non verranno mai fuori. Non credo che Liliana sia uscita di casa per andare a suicidarsi. Non so cosa possa essere successo,

ha dichiarato nei giorni scorsi il marito, che sulle ultime notizie si è detto “tranquillo”. “È bene che venga a galla la verità”, ha detto.

Tanti gli interrogativi a cui rispondere

Tra le questioni ancora aperte, spicca quella relativa alla data del decesso: Liliana potrebbe essere morta lo stesso giorno della scomparsa. In tal caso, però, dove sarebbe stato custodito il suo corpo? Gli esperti pensano che nel boschetto non si trovasse da molto. Non da venti giorni.

È possibile che sia stato conservato in un luogo freddo e poi abbandonato? Da chi? Conosceva la 63enne? Sapeva che la donna stava pianificando di lasciare il marito e che, come sostiene l’amico Sterpin, si preparava a iniziare una nuova vita con lui?

L’avvocato Nicodemo Gentile, che rappresenta il fratello Sergio per conto dell’Associazione Penelope, ha dichiarato alla trasmissione “Crimini e Criminologia” su Cusano Italia Tv: “Lilly non è stata attaccata, se si tratta di un fatto omicidiario, da soggetti fuori alla sua sfera di relazione”. Saranno le indagini e i nuovi accertamenti a confermarlo o a smentirlo.

Cosa sappiamo finora del caso e cosa non torna

  • Nuove scoperte grazie alla perizia medico-legale: la nuova perizia ha rivelato sul corpo di Liliana Resinovich lesioni compatibili con colpi inferti da terze persone, aprendo alla possibilità che la donna sia stata aggredita prima della morte e che possa essere stata uccisa.
  • Inchiesta iniziale e nuove indagini per omicidio: la prima perizia aveva escluso l’intervento di terzi, suggerendo che la donna si fosse suicidata. Tuttavia, questa tesi è stata respinta dalla famiglia e dal gip, che ha disposto nuove indagini per omicidio.
  • Il ritrovamento e gli interrogativi irrisolti: Liliana è stata trovata morta dopo venti giorni dalla sua scomparsa. Tra i tanti dubbi che avvolgono il caso, rinominato “giallo di Trieste”, spicca quello relativo alla data del decesso.