I lavoratori con occupazione saltuaria hanno diritto all’Ape Sociale. Una sentenza della Corte di Cassazione rivoluziona il diritto a percepire la pensione anticipata.

Nello specifico, viene messo in evidenza che spetta ai lavoratori che, dopo aver perso il lavoro, hanno trovato un impiego per pochi mesi e che il requisito non viene meno in caso di rioccupazione del lavoratore con contratti inferiori a sei mesi.

Vediamo quali sono tutte le novità: dal caso esaminato dalla Cassazione all’orientamento dell’INPS.

Chi sono i beneficiari dell’Ape Sociale

L’Ape Sociale è un’indennità erogata dall’INPS che ha lo scopo di anticipare l’uscita dal lavoro e, in qualche modo, traghettare alla pensione di vecchiaia i lavoratori che rispettano requisiti contributivi e anagrafici.

Per potervi accedere, occorre avere un’età anagrafica di 63 anni e cinque mesi e rispettare il seguente requisito contributivo:

  • 30 anni, se caregiver;
  • 30 anni, se invalido civile con almeno il 74%,
  • 36 anni, se lavoratore gravoso;
  • 32 anni, se operaio edile.

Le lavoratrici madri possono fruire di uno sconto sui contributi: 12 mesi in meno per ogni figlio, nel limite massimo di 2 anni.

Infine, c’è anche un terzo requisito da rispettare. Chi intende accedere all’Ape Sociale non deve essere titolare di una pensione.

Per ricollegarci al caso che esamineremo, oggetto di una sentenza della Cassazione, è bene far presente che la Legge n. 205/2017 ha ampliato la categoria dei beneficiari. Sono stati inclusi i lavoratori a termine che, nei tre anni precedenti la cessazione del rapporto di lavoro, hanno avuto almeno 18 mesi di lavoro dipendente.

La Corte di Cassazione si è espressa anche su questo punto, facendo presente che tale modifica non va a incidere sui requisiti per i lavoratori già inclusi, ma si limita solo a estendere la platea dei beneficiari.

Quindi, la rioccupazione dei lavoratori con contratti brevi, come vedremo di seguito, non compromette l’accesso alla prestazione.

L’Ape Sociale spetta anche agli occupati saltuari

La sentenza n. 30258/2024 della Corte di Cassazione del 25 novembre ha stabilito che l’Ape Sociale spetta anche ai lavoratori con occupazioni saltuarie.

Nella sentenza, viene specificato che i requisiti di accesso alla pensione anticipata devono fare riferimento all’ultimo lavoro con durata superiore a sei mesi. Invece, non ha importanza né rilievo la rioccupazione per periodi inferiori, dopo la cessazione del rapporto di lavoro.

La disoccupazione dovuta al licenziamento, dimissioni per giusta causa o per la risoluzione consensuale non compromette l’accesso alla prestazione pensionistica.

Ho appena piegato la decisione della Cassazione: per avere un quadro completo, di seguito spiegherò il caso esaminato.

Qual è il caso esaminato dalla Corte di Cassazione

Nello stabilire quanto detto, la Corte di Cassazione ha esaminato il caso di un lavoratore dipendente che ha perso il lavoro a causa di licenziamento. Dopo l’evento, il lavoratore in questione ha percepito la Naspi.

Una volta conclusa la disoccupazione ha trovato una nuova occupazione, ma con contratti di lavoro a tempo determinato inferiori a sei mesi.

Nel fare domanda di Ape Sociale, l’INPS gli aveva rigettato la pratica, sostenendo che i brevi contratti di lavoro avrebbero interrotto lo stato di disoccupazione.

Questa interpretazione dell’Istituto è stata rigettata dalla Cassazione perché le brevi occupazioni non andrebbero a incidere sullo stato di disoccupazione. Di conseguenza, non viene meno il diritto del lavoratore ad accedere all’Ape Sociale.

Ricordiamo come l’INPS aveva già chiarito nel messaggio n. 4195 che tali rapporti inferiori a sei mesi non ostacolano il diritto all’Ape Sociale.

Ecco che, allora, il lavoratore in questione e chi si trova in una situazione simile ha tutto il diritto alla pensione anticipata, sempre che rispetti gli altri requisiti e condizioni di accesso.

Per riassumere la sentenza della Cassazione sull’Ape Sociale

L’Ape Sociale è un’indennità destinata ai lavoratori che raggiungono determinati requisiti anagrafici e contributivi, tra cui lavoratori gravosi, caregiver, e invalidi civili.

Una recente sentenza della Cassazione ha confermato che i contratti brevi, inferiori a sei mesi, non pregiudicano l’accesso a questa prestazione per chi ha perso il lavoro e ha successivamente trovato un impiego temporaneo.

L’INPS aveva inizialmente rigettato la domanda di un lavoratore con contratti brevi, ma la Cassazione ha ribadito che il diritto all’Ape Sociale rimane valido se gli altri requisiti sono rispettati.