Un’anima che vola via dopo un rapporto intenso, raccontato a suon di versi, musica e battaglie. È morta la madre del rapper Eminem, Debbie Nelson, la sera di lunedì 2 dicembre 2024: aveva 69 anni. Si è spenta a St. Joseph, nel Missouri, a causa di complicazioni insorte con il cancro ai polmoni. La malattia è stata resa nota per la prima volta pubblicamente solo a settembre 2024. Sono bastati poco più di due mesi per far sfumare tutto via.
Madre e figlio nel corso di una vita intera hanno avuto un rapporto conflittuale e disfunzionale, segnato da traumi e svariate difficoltà. Nelle sue canzoni, il rapper ha denunciato e descritto in modo crudo diversi atteggiamenti che sarebbero stati assunti da sua madre Debbie sin da quando lui era molto piccolo.
Negli ultimi anni, i due pare avessero fatto passi avanti per ricucire civilmente il loro rapporto. La notizia della morte scava a fondo su una ferita già aperta, che non ha mai smesso di sanguinare.
Eminem e sua madre Debbie Nelson: un legame conflittuale
Il rapporto difficile di Eminem con la madre Debbie Nelson è stato spesso d’ispirazione per la musica dell’artista: canzoni come Cleanin’ Out My Closet denunciano i comportamenti abusivi nei suoi confronti, dipingendo il ritratto di una donna dipendente dalle pasticche, con una borsa in cui mancava sempre qualcosa e sempre costretta a muoversi tra le case popolari, per via del public house system. Lo faceva sentire pazzo, scriveva Eminem, ma, poi, era impazzita lei, quando aveva visto il grandissimo successo ottenuto dal figlio.
Ancora, il fastidio per la canzone che la donna gli aveva dedicato e l’augurio di bruciare all’inferno, dopo che la sua stessa madre gli aveva detto che avrebbe preferito fosse morto lui, piuttosto che Ronnie, suo zio. Debbie diffamò il figlio per le sue parole nel 1999, contribuendo ad incrinare un legame già fragilissimo, e scrisse nel 2007 un libro di memorie sul figlio: “My Son Marshall, My Son Eminem”, con l’eloquente sottotitolo “Setting my record straight as Eminem’s mother.”
La donna cercò di mostrare la sua prospettiva, spiegando quanto fosse difficile per lei mantenere la sua famiglia e sostenendo di aver accontentato ogni capriccio del rapper. Per esempio, spiega che avrebbe messo, sotto la richiesta del figlio, del Valium nei suoi piatti.
Nel corso del tempo, i due avrebbero anche fatto dei tentativi per riconciliarsi. Eminem, per esempio, con la canzone Headlights, si scusa per la relazione tormentata con la madre. La riportiamo qui sotto per l’ascolto:
Nel 2022, inoltre, Debbie avrebbe fatto le congratulazioni al figlio per il tributo nella Rock & Roll Hall of Fame, dedicato alla memoria di importanti e influenti artisti, produttori, ingegneri del suono e personalità influenti nel mondo della musica.
La madre di Eminem in “Cleanin’ Out My Closet”: il crudo sfogo di Eminem
“Cleanin’ Out My Closet” è il brano della discordia: potente, crudo, importante per la narrazione dal punto di vista di Eminem per il rapporto con sua madre Debbie. È stato pubblicato nell’album The Eminem Show e tocca delicati argomenti quali: gli abusi emotivi, i conflitti in famiglia, l’ansia dell’abbandono.
Nel pezzo, Eminem si sfoga, accusa sua mamma di essere stata “una stron*a egoista”, insinua che abbia fatto di tutto per rendere la loro vita insopportabile. In particolare, si concentra anche sul triste episodio che abbiamo già citato, quello sulla morte di un suo caro zio, Ronnie, cui era legato come un fratello.
Possiamo ora osservare i riferimenti diretti nella canzone, in cui ci spiega verbalmente la volontà di sua madre che Eminem morisse al posto dello zio:
” Remember when Ronnie died and you said you wished it was me?/ Well guess what, I am dead, dead to you as can be”,
traduzione:
“Ricordi quando Ronnie morì e tu dicesti che avresti voluto che fossi stato io al suo posto? Indovina un po’, io sono più morto che mai per te”.
Infine, non manca l’odio verso suo padre che ha abbandonato la famiglia quando il cantante era solo un neonato.
Per lui ha usato versi come:
“I wonder if he even kissed me goodbye / No, I don’t, on second thought, I just f*ckin’ wished he would die”.
Che tradotto significa:
“Mi chiedo se mi abbia anche dato un bacio d’addio / No, non lo so, ripensandoci, avrei solo desiderato che morisse”
Nel corso di tutto il brano si percepisce quanto Eminem veda sua madre come grande responsabile della sua infelicità passata e presente.
Nel video, l’atmosfera è cupa. Si inizia con una inquadratura che ci mostra una porta, simbolo di apertura al passato, ai traumi. E poi arrivano scene di ogni narrazione tra liti, abusi, e scheletri nell’armadio descritti dall’artista.
Ciò che colpisce delle immagini è che i volti dei genitori non vengono mai mostrati in video, in rappresentazione sicuramente della loro indifferenza. Nel corso della clip, inoltre, vediamo Mathers scavare una fossa per poter seppellire sua madre: un’immagine evocativa molto forte.
Riportiamo qui di seguito il videoclip della canzone Cleanin’ Out My Closet:
La canzone ha portato Nelson a fare causa al figlio per 11 milioni di dollari per diffamazione.
Il punto di vista della madre di Eminem nell’autobiografia
Debbie Nelson è nata nel 1955, nel Kansas, in una base militare. Anche lei, nel corso della vita, ha spesso dichiarato di aver vissuto in una “grande famiglia disfunzionale”. Pare non abbia avuto un’infanzia facile. Già a 10 anni i suoi genitori si erano separati bruscamente e lei stessa ha dovuto prendere le redini della famiglia, mantenendo equilibrio e tra i suoi quattro fratelli minori.
All’età di 16 anni ha sposato il padre che Eminem non ha mai conosciuto, Marshall Bruce Mathers Jr. e, due anni dopo, nel 1972, è nato il rapper.
Nelson ha parlato nella sua autobiografia pubblicata del 2008, intitolata proprio con il nome di suo figlio: My Son Marshall, My Son Eminem. Nel libro, ha voluto parlare di sé, ma anche e soprattutto dare la sua versione delle numerose controverse avute con il rapper.
Ci sono i conflitti durante la crescita, quando Marshall era solo un bambino e anche le difficoltà legate alla gestione della sua fama.
Secondo quanto racconta Debbie, il rapper avrebbe inventato tutto per drammatizzare e ottenere maggiore seguito nell’industria musicale, scioccando il pubblico. Nonostante questo, i toni della donna nel libro sembrano tesi ma comprensivi.
Proprio per questi elementi, la critica, come quella della rivista New Statesman, ha fatto comparire il titolo di questo libro come una delle memorie vip più controverse mai scritte.