Le borse di studio erogate ai figli dei dipendenti pubblici sono esentasse, anche senza presentare la documentazione che ne provi l’utilizzo per fini formativi. È quanto comunicato dall’Agenzia delle Entrate, con la risposta all’interpello n. 231/2024.
Tali sussidi, quindi, non concorrono alla formazione del reddito di lavoro dipendente. Come precisato dall’Agenzia delle Entrate, le borse di studio puntano a premiare solo il raggiungimento di un traguardo.
Analizziamo più a fondo la questione.
Cosa sono le borse di studio per merito
Le borse di studio sono un particolare sussidio economico per sostenere gli studenti nella formazione. Si ottengono previa iscrizione ai bandi di gara, rispettando i termini previsti dagli stessi.
Quando vengono erogate per merito, in linea di massima, non viene mai richiesta la presentazione dell’attestazione ISEE perché il fattore decisionale si basa unicamente sulla meritocrazia, ovvero sui risultati scolastici o universitari raggiunti dallo studente.
Ci sono, poi, anche le borse erogate per reddito: in questo caso, si tratta di un aiuto rivolto principalmente agli studenti meritevoli, ma che versano in situazioni economiche più disagiate. Per questa tipologia di borsa, la graduatoria si basa principalmente sull’ISEE.
Per esempio, le borse di studio universitarie erogate nel 2024 arrivano fino a 7000 euro: per ottenerle, però, occorre possedere alcuni requisiti.
Perché le borse di studio sono esentasse
Le borse di studio concesse ai figli dei lavoratori dipendenti del settore pubblico per meriti scolastici non concorrono a formare reddito. In base all’articolo 51, comma 2, lettera f-bis del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), quindi, sono esentasse.
Il chiarimento sulla questione è arrivato direttamente dall’Agenzia delle Entrate, con la risposta n. 231 del 28 novembre 2024.
Ripercorriamo brevemente il caso specifico per comprendere le ragioni di tale chiarimento. L’istante ha chiesto all’Agenzia delle Entrate se si potessero erogare borse di studio ai figli dei dipendenti senza dover richiedere ai beneficiari di presentare giustificativi di spesa.
Perché questa domanda? L’istante aveva intenzione di applicare l’esenzione prevista proprio dall’articolo del TUIR sopra menzionato, che prevede l’esclusione delle stesse dal reddito di lavoro dipendente.
Il dubbio circa l’applicabilità della norma era sorto dalla circolare n. 238/2000 che, secondo un’errata interpretazione, sembrava subordinare l’esenzione alla presentazione di documenti comprovanti l’utilizzo delle somme erogate a titolo di borsa di studio.
Nella risposta, inoltre, l’Agenzia delle entrate fa presente che:
“L’erogazione delle borse di studio è condizionata, nel percorso scolastico, dal raggiungimento da parte dello studente di elevate valutazioni intermedie o finali mentre, per quanto riguarda il percorso universitario, dall’attestazione del superamento di tutti gli esami principali e complementari previsti dal piano di studio, con un’elevata votazione media”.
Ciò significa che sia le borse di studio scolastiche e universitarie erogate ai figli meritevoli dei lavoratori dipendenti non concorrono alla formazione di reddito.
Non serve dimostrare come vengono utilizzate le somme
L’Agenzia delle Entrate ha chiarito la questione e, nella risposta all’interpello dell’istante, non solo ha spiegato che le borse sono esentasse, ma che non è richiesta neppure la documentazione.
Presentare i documenti è obbligatorio solo per comprovare la fruizione di servizi di educazione e istruzione. Invece, per quanto riguarda le borse di studio per merito non si deve presentare alcunché.
I chiarimenti forniscono un quadro completo sulla disciplina, semplificando l’erogazione di borse di studio da parte delle aziende ai figli dei propri lavoratori dipendenti e, al contempo, eliminando l’onere di raccogliere e conservare la documentazione giustificativa.
Un’altra lettura della questione, ci fa comprendere come si tratti di un elemento che va a promuovere incentivi di questo tipo per il merito scolastico e, nello stesso tempo, sostenere le famiglie.
Concludo l’articolo, ricordando un adempimento molto importante: la compilazione della Certificazione Unica. L’importo delle borse di studio deve essere indicato al punto 465, utilizzando il codice 23 nel punto 464.
Tiriamo le somme
Le borse di studio erogate ai figli dei dipendenti pubblici per merito sono esentasse, anche senza necessità di presentare documentazione sull’utilizzo dei fondi. Questo chiarimento è stato fornito dall’Agenzia delle Entrate, che ha specificato che tali borse non concorrono al reddito di lavoro dipendente.
Non è richiesta alcuna giustificazione di spesa, a meno che non si tratti di servizi educativi. Le borse di studio premiando il merito scolastico o universitario sono una forma di incentivo che sostiene sia il rendimento che le famiglie dei dipendenti.