In gioco il futuro del campo largo, sarà importante però saper convincere Calenda. Negli scorsi giorni a Chianciano Terme, in provincia di Siena, si è tenuta ‘Terre di Pace’. L’assemblea di Europa Verde è diventata un’occasione per promuovere il confronto tra le forze dell’opposizione. A Chianciano c’erano quasi tutti: dal presidente del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte passando per la segretaria dem Elly Schlein fino al leader di +Europa Riccardo Magi. Tante forze politiche diverse con un unico intento: costruire una solida alternativa al governo Meloni.
Erano assenti due leader politici. Il primo è Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva, e il segretario di Azione Carlo Calenda. Proprio sull’ex ministro dello Sviluppo Economico si è soffermato il co-portavoce di EV, Angelo Bonelli, che ha promesso nei prossimi giorni un incontro per discutere dei punti programmatici. L’assemblea della scorsa domenica, 1 dicembre 2024, è stata utile per identificare i valori centrali dell’opposizione nell’anno che verrà.
La distanza c’è. Questo è l’unico dato di fatto a oggi, mentre la maggior parte delle forze politiche nel campo largo sembrano essere convinte su alcuni punti come la guerra e le energie rinnovabili – con una forte opposizione nei confronti del nucleare -, Azione e Italia Viva sembrano convinte del contrario. È davvero possibile costruire un fronte comune nonostante le differenze così marcate?
Bonelli e Calenda: il futuro del campo largo
Riunire il campo largo e tornare a fare opposizione a Giorgia Meloni. Il centrosinistra si prepara a riorganizzarsi in vista del 2025 riproponendo la formula che ha permesso di riprendersi l’Umbria e di trionfare in Emilia Romagna nelle ultime elezioni regionali dell’anno. Nel prossimo anno saranno sei i terreni sui quali il centrosinistra sfiderà la maggioranza: Campania, Veneto, Toscana, Puglia, Marche e Valle d’Aosta.
Sarà importante riuscire a mantenere la Campania, la Toscana e la Puglia. Difficile riuscire a battere il centrodestra in Veneto, meno complicata la sfida nelle Marche e in Valle d’Aosta. Per questo l’unità contro il governo Meloni va mantenuta a tutti i costi e per farlo servirà anche il supporto di Carlo Calenda e dei moderati.
Su cosa potrebbe scontrarsi Azione?
Era marzo, da poco si erano concluse le elezioni in Abruzzo che hanno segnato per certi versi un ridimensionamento del campo largo. Calenda, in quell’occasione, è stato intervistato da Repubblica ed ha ribadito che l’alleanza delle forze di opposizione non esisteva e che la scelta era tra riformisti e 5 Stelle. Una risposta – seccata – a Elly Schlein che dalle colonne del quotidiano aveva lanciato poco prima un appello all’unità del centrosinistra.
Sono passati oltre nove mesi dalle elezioni in Abruzzo e tante cose sembrano essere cambiate. Adesso sarà possibile trovare punti di dialogo anche con i Cinque Stelle? I terreni di scontro potrebbero essere la guerra in Ucraina e l’energia nucleare. Mentre il Movimento preferirebbe una fine del conflitto e lo stop all’invio delle armi a Kiev, Azione si schiera apertamente dalla parte di Zelensky contro Putin. Sull’energia nucleare, la posizione del M5s non è compatta ma sembra che la maggior parte degli iscritti sia contraria mentre Azione si è fatta promotrice di una proposta di legge per portarlo in Italia.
L’assenza di Italia Viva
“Italia Viva è importante perché permette di raccogliere i voti dei moderati” questo è stato il commento di Renzi dopo la clamorosa sconfitta in Liguria del centrosinistra contro il sindaco Bucci in un contesto in cui perdere era difficile per via degli scandali che hanno colpito il centrodestra quando Toti era presidente di Regione. Oltre a Carlo Calenda, l’altro importante assente della scorsa domenica era Matteo Renzi, segretario di Italia Viva.
Sembra che l’ex presidente del Consiglio abbia deciso di rimanere fuori dal tutto. Un’assenza che potrebbe pesare sul futuro dell’opposizione ma che, al contempo, potrebbe evitare divisioni visti i rapporti tesi con gli altri leader di partito. Conte ha posto veti in alcune occasioni al partito di Renzi, Calenda non sembra disposto al confronto dopo la fine del Terzo Polo. Non resta che aspettare possibili reazioni e possibili confronti anche con il leader di Italia Viva, per ora il silenzio la fa da padrone.
Il futuro del centrosinistra dopo Chianciano Terme in tre punti
- Prove di unità nel campo largo: L’assemblea “Terre di Pace” ha riunito gran parte dell’opposizione per definire una strategia comune contro il governo Meloni, ma restano divergenze su temi chiave come guerra e nucleare.
- Calenda e Renzi fuori dai giochi (per ora): L’assenza di Azione e Italia Viva sottolinea le difficoltà nel coinvolgere i moderati, fondamentali per ampliare il fronte.
- Sfide regionali imminenti: Nel 2025, il centrosinistra punta a mantenere Campania, Toscana e Puglia, ma l’unità sarà cruciale per sfidare il centrodestra in Veneto, Marche e Valle d’Aosta.