Il messaggio delle 11:03 è iniziato con sei minuti di ritardo ed è durato nove, lunghi e lugubri minuti. Beppe Grillo, in vista delle votazioni sullo statuto del Movimento in programma dal 5 all'8 dicembre prossimi, si è presentato alla guida di un carro funebre lungo un viale solitario per dare l'estrema unzione alla creatura politica che fece nascere il 4 ottobre 2009 assieme a Gianroberto Casaleggio.
Così, dall'indimenticabile balcone di Palazzo Chigi, quando, era il settembre del 2018, il Movimento, all'epoca primo partito italiano e al Governo con la Lega, annunciò l'abolizione della povertà e fece segnare uno dei suoi massimi momenti di gloria, al funerale di oggi, 3 dicembre 2024, è la fine di una storia. Appena sei anni dopo, celebrata in maniera non meno scenografica.
Triste, solitario y final, lo avrebbe descritto Osvaldo Soriano. Grillo si è presentato sulle note dell'Inno alla gioia di Beethoven, l'inno dell'Unione Europea (non male per un Movimento che ha fatto proseliti col populismo antieuropeista e addirittura l'idea di uscire dall'euro), e con la scritta sui suoi profili social "Sono ottimista". Ma la sua faccia era davvero quella che si mette su per un funerale.
Non si è mai riferito a Giuseppe Conte, il nuovo padre-padrone del Movimento, col suo nome. Ma chiamandolo "Oz", come il mago dei romanzi di L. Frank Baum.
ha denunciato Grillo, rivelando che in questo periodo gli ha fatto pervenire una cinquantina di progetti per rilanciare l'azione politica del Movimento.
Grillo ha fatto cenno ai progetti di legge che ha posto, invano, all'attenzione di Conte. Di tutto un pò:
E in vista delle votazioni del prossimo weekend destinate a consegnare il Movimento nelle mani di Conte? Grillo ha ammesso:
Sarebbe l'unica salvezza per Grillo: se non si raggiungesse il quorum della metà più uno degli aventi diritti, lo statuto non potrebbe essere cambiato come vuole Conte.
Ma è un'ipotesi assai remota.
Così, dalle scene di giubilo del balcone di Palazzo Chigi del settembre 2018, quando il Movimento Cinque Stelle si ritrovò con Giuseppe Conte premier per la prima volta al governo sottobraccio alla Lega di Salvini e annunciò l'abolizione della povertà, a oggi, quando viene metaforicamente portato al camposanto a bordo di un carro funebre dal suo fondatore, quasi non ci si crede che sono passati solo sei anni.
Il grido di Luigi Di Maio, all'epoca vicepremier nonché leader del Movimento:
dopo l'intesa raggiunta sulla manovra al 2,4% di deficit sul Pil che dava il via libera al Reddito di cittadinanza, sembra rimbombare ancora nelle orecchie, come testimonia il video di Repubblica che si raccoglie su YouTube
invece oggi è solo una voce che Grillo ha voluto accompagnare nell'oltretomba. Anche se ha detto che
e intanto ha già iniziato a punzecchiare un altro dei suoi primissimi fedeli: quel Roberto Fico che ora sogna di essere candidato per il centrosinistra per la Regione Campania.
Si è riferito a lui in napoletano:
che in italiano significa "che devo fare?" e in grillese, evidentemente, "uomo che in qualche modo deve campare e che per questo non ha avuto il coraggio di opporsi a Conte".
Così come la stragrande maggioranza di chi ha fatto parte del suo Movimento, non a caso "morto e stramorto".
E comunque in una realtà parallela alla sua se Vittoria Baldino, uno dei primi parlamentari del Movimento Cinque Stelle a commentarlo, è arrivata a dire che lui, il fondatore, il Movimento "non lo segue più".