L’attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021 rappresenta una ferita ancora aperta nella democrazia statunitense. Tre anni dopo, la possibilità di una grazia presidenziale da parte di Donald Trump, presidente eletto per un secondo mandato, sta alimentando un acceso dibattito.

La decisione di Joe Biden di graziare il figlio Hunter ha riacceso la discussione sul potere di clemenza del presidente ma l’eventuale concessione di grazia ai rivoltosi del 6 gennaio fa sollevare i timori di una politicizzazione estrema del provvedimento. Alcuni sostengono che questa scelta potrebbe essere vista come un segnale di legittimazione per i gruppi di estrema destra, rafforzandone le fila e minando ulteriormente la fiducia nelle istituzioni democratiche.

Grazia ai rivoltosi del 6 gennaio: la promessa di Trump

Durante la campagna elettorale, Donald Trump ha lanciato segnali chiari riguardo la possibilità di concedere la grazia ai partecipanti all’insurrezione del 6 gennaio 2021. Attraverso post sui social media e dichiarazioni pubbliche, l’ex presidente ha descritto i rivoltosi incarcerati come “prigionieri politici” vittime di un sistema ingiusto. Trump ha spesso minimizzato la gravità degli eventi, dipingendo i partecipanti come “ostaggi” piuttosto che responsabili di un atto violento contro le istituzioni democratiche.

campidoglio usa

Trump ha dichiarato su Truth Social che, se rieletto, uno dei suoi primi atti da presidente sarebbe stato quello di “liberare gli ostaggi del 6 gennaio ingiustamente imprigionati”. Nel corso della campagna elettorale, tuttavia, il tono si è attenuato: l’ex presidente ha spiegato di essere favorevole a concedere la grazia a molti di loro, specificando che sarebbero esclusi coloro che hanno “perso il controllo”. Alla fine, lo staff della campagna ha precisato che ogni caso sarà valutato singolarmente. Questa posizione, sebbene controversa, ha consolidato il sostegno di quella parte dell’elettorato che vede i rivoltosi come vittime di un sistema politico ostile.

Mentre manca circa un mese all’insediamento di Donald Trump, decine di rivoltosi del 6 gennaio attendono con speranza la grazia presidenziale, descrivendo il tycoon come un “uomo di parola”. Dal 2021, oltre 1200 persone sono state accusate per il loro coinvolgimento nell’insurrezione al Campidoglio. Tra queste, più di 600 sono state condannate con pene che variano da alcuni mesi fino a 22 anni di reclusione, con accuse anche gravi come la cospirazione sediziosa. Molti detenuti sperano che Trump mantenga le sue promesse e conceda loro una fedina penale pulita.

I dubbi

La grazia presidenziale è uno dei poteri più ampi conferiti al presidente degli Stati Uniti dalla Costituzione. Permette di intervenire su qualsiasi crimine federale (escluso l’impeachment) senza vincoli temporali o di destinatario. Una grazia totale o parziale per i rivoltosi del 6 gennaio potrebbe trasformarsi in un precedente controverso, aprendo scenari politici delicati.

Una decisione simile potrebbe rafforzare l’estrema destra americana, rendendola virtualmente immune per i crimini commessi durante l’insurrezione. Anche una clemenza parziale invierebbe un messaggio pericoloso di legittimazione verso gruppi suprematisti bianchi e teorici della cospirazione. Durante il suo primo mandato, Donald Trump, aveva perdonato Charles Kushner, il padre di suo genere Jared. Non è escluso, però, che Trump possa fare un passo indietro sulla concessione della grazia ai rivoltosi, oppure concederla simbolicamente a pochi.

L’insurrezione del 6 gennaio

attacco campidoglio 6 gennaio 2021

Il 6 gennaio del 2021 i sostenitori di Trump che rifiutavano il risultato delle elezioni presidenziali del 2020 hanno assaltato il Campidoglio degli Stati Uniti. Lo stesso giorno, il Congresso americano si era unito per certificare i risultati del voto. Il mondo ha assistito con orrore alla rivolta che rifletteva la polarizzazione all’interno della società statunitense. Quel giorno non è stato preso d’assalto solo questo ufficio federale ma la democrazia e lo stato di diritto.

Mentre il dibattito sul 6 gennaio continua a dividere l’opinione pubblica, le scelte di Trump nel suo secondo mandato avranno un peso determinante sulla direzione della democrazia americana, lasciando un’eredità difficile da ignorare.