Chi è Biagio Carabellò, scomparso da Bologna, capoluogo dell’Emilia-Romagna il 23 novembre 2015.
Un giallo, quello legato al quarantacinquenne che perdura da nove anni, ricco di molteplici domande e ancora poche risposte.
All’epoca dei fatti, l’uomo condivideva l’abitazione insieme ad un amico, una delle ultime persone ad averlo visto.
Quel lunedì, apparentemente come tanti altri, si è allontanato da casa intorno alle 9:30 del mattino, per ritirare le sue medicine e si è recato all’AUSL di via Tiarini e non ha fatto più ritorno all’appartamento.
Il giorno dopo, il convivente, preoccupato per la sparizione del coetaneo, ha chiamato la sorella per segnalargli il mancato rientro tra le mura domestiche.
Una volta compresa la situazione di potenziale pericolo da parte dei familiari, estremamente preoccupati, viene effettuata dai parenti regolare denuncia alle forze dell’ordine.
Biagio Carabellò scomparso da Bologna il 23 novembre: l’inizio delle indagini
Benvoluto dalla comunità locale, Biagio era un grande amante degli animali, della letteratura e spesso si recava alla Biblioteca Salaborsa, nella struttura civica multimediale per usufruire della connessione internet.
Tra i segni particolari la capacità di parlare perfettamente al contrario. Da adolescente aveva viaggiato in diverse località del mondo, tra queste Thailandia, Egitto e Giamaica.
Al momento della scomparsa non aveva con sé il passaporto, elemento che ha escluso sin da subito la pista di un potenziale spostamento in un’altra nazione e il cellulare, spento dal 23 novembre e mai più riacceso.
Le ricerche di Carabellò iniziano pochi giorni dopo, ma di lui nessuna traccia. Il mese successivo, a dicembre, la procura della Repubblica apre un’indagine sulla scomparsa del quarantacinquenne, a cura del pm Stefano Orsi.
Dall’investigazione emerge una prima e oscura ipotesi: l’uomo potrebbe essere stato sequestrato da un malintenzionato.
Ritrovati due testamenti ma qualcosa non torna: condannata un’amica del 45enne
Un anno dopo dalla sparizione di Carabellò, sono stati ritrovati due testamenti, entrambi presumibilmente appartenenti alla compagna dello scomparso, deceduta cinque anni prima, nel 2010.
Un’amica di Biagio, mediante uno di questi atti, rivendica i beni appartenuti all’uomo e altri eredi designati.
Viene richiesta una perizia calligrafica al fine di comprendere l’originalità e validità di entrambi i documenti.
Nel 2018 arriva una triste verità: il testamento è stato falsificato, come confermato dal RIS di Parma e dagli esperti della parte civile.
L’ex confidente viene condannata a due anni per contraffazione. Qualora la manovra fosse andata a buon fine avrebbe potuto ereditare 145mila euro, tra case di proprietà, gioielli e altri beni.
Le ossa di Carabellò ritrovate in un canale di scolo
Nel marzo 2021 sempre a Bologna, nell’area del Parco Nord, in via Stalingrado, vengono ritrovate delle ossa umane, all’interno di un canale di scolo.
Nelle vicinanze rinvenuto un giubbotto, la patente di guida di Carabellò e un biglietto contenente la scritta: “È stato ucciso e gettato in un tombino”.
A confermare la notizia un mese dopo, il 21 aprile dello stesso anno, l’associazione delle famiglie e degli amici delle persone scomparsa Penelope Italia OdV.
Le analisi dell’arcata dentale, a cura del medico legale al lavoro sul caso, hanno stabilito con certezza che si trattassero delle spoglie mortali di Biagio.
Viene escluso ufficialmente l’allontanamento volontario per nuove piste investigative, tra queste omicidio o suicidio.
La famiglia di Carabellò non crede all’ipotesi del suicidio
Due persone vengono indagate per omicidio volontario, entrambi a piede libero, ma a riguardo non è pervenuta alcuna informazione utile.
Nonostante l’ipotesi suicidio, i familiari del quarantacinquenne non hanno mai creduto a questa teoria.
La speranza è che prima o poi, anche anonimamente, qualcuno possa fornire informazioni utili alla conclusione di questa drammatica vicenda.
Nel 2022 viene restituito il corpo di Carabellò e i parenti hanno potuto celebrare il funerale. Tutti, compresi amici e conoscenti hanno potuto salutare l’uomo per l’ultima volta.
Proseguono le ricerche di Salvatore Colletta e Mariano Farina, scomparsi il 31 marzo 1992. A distanza di trentadue anni, la speranza che i due bambini, oggi rispettivamente giunti all’età 43 e 40 anni, prima o poi ri tornino a casa.