Il presidente uscente degli Stati Uniti, Joe Biden, si avvicina alla fine del suo mandato presidenziale, che si concluderà ufficialmente il 20 gennaio 2025 con l’insediamento di Donald Trump per il suo secondo mandato. Prima della scadenza, Biden ha suscitato polemiche concedendo la grazia al suo secondogenito, Hunter, che si è dichiarato colpevole per possesso illegale di armi da fuoco e reati fiscali.

La decisione ha sollevato un acceso dibattito, poiché viene percepita come un pericoloso precedente di clemenza nei confronti di familiari coinvolti in crimini federali. Nonostante le critiche, Biden non è il primo presidente ad intraprendere una mossa simile e potrebbe non essere l’ultimo.

I presidenti degli Stati Uniti che hanno concesso grazia ai membri della famiglia

Pochi giorni prima di lasciare lo Studio Ovale, Joe Biden ha concesso la grazia al figlio Hunter che è stato condannato per reati fiscali e per il possesso illegale di armi. Durante il 2024, anno delle elezioni presidenziali, il processo contro Hunter Biden aveva catturato l’attenzione nazionale. Nonostante inizialmente il presidente avesse lasciato intendere di non voler intervenire, la decisione finale ha salvato Hunter da una possibile condanna fino a 25 anni di carcere.

L’ampia clemenza concessa a Hunter Biden ha sollevato polemiche. Tuttavia, la storia legale delle grazie presidenziali offerte ai familiari non è un’eccezione legata ai Biden, ma un fenomeno già visto nella politica statunitense.

Jimmy Carter

Jimmy Carter, presidente dal 1977 al 1981, ha concesso la grazia a suo fratello Billy, coinvolto in una controversia per tentativi di accordi commerciali con la Libia. Carter ha così difeso Billy cercando al contempo di limitare le ripercussioni politiche dell’accaduto.

Bill Clinton

Il 42esimo presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton, in carica dal 1993 al 2001, ha concesso la grazia al suo fratellastro Roger nell’ultimo giorno del suo mandato. Roger Clinton, dieci anni più giovane, era stato condannato per un reato legato alla droga nel 1985. Aveva scontato oltre un anno in una prigione federale. La grazia era arrivato il 20 gennaio 2001.

Donald Trump

Durante il suo primo mandato, nel 2020, Donald Trump ha concesso la grazia a Charles Kushner, padre di suo genero Jared Kushner. Nel 2004, Charles Kushner si era dichiarato colpevole di una serie di reati, tra cui false dichiarazioni dei redditi e false dichiarazioni alla Commissione elettorale federale.

In questo caso, il legame familiare è indiretto, dato che Charles Kushner è il padre di Jared Kushner, marito di Ivanka Trump. Quest’ultima è stata Consigliere del presidente durante il primo mandato di Donald Trump dal 2017 al 2020. Ora, mentre Trump definisce le nomine per il suo secondo mandato, ha scelto Charles Kushner come prossimo ambasciatore degli Stati Uniti a Parigi.

Biden perdona il figlio Hunter

Joe Biden ha firmato, l’1 dicembre, la grazia presidenziale per suo figlio Hunter. Il figlio del presidente si era dichiarato colpevole di tre reati gravi legati all’acquisto di un’arma da fuoco mentre faceva uso di sostanze stupefacenti. In un caso separato, aveva ammesso la propria colpevolezza per nove capi d’imputazione, inclusi tre reati fiscali gravi e sei minori. Le udienze per la condanna erano fissate rispettivamente per il 12 e il 16 dicembre.

Joe Biden ha concesso la grazia al figlio Hunter per i crimini “che ha commesso o potrebbe aver commesso o a cui ha preso parte” a partire dall’1 gennaio 2014. È insolito da parte di un presidente, concedere la grazia mentre un processo penale è ancora in corso.

Sebbene questa decisione fosse attesa, era stata precedentemente respinta dallo stesso Biden. Le parole scelte per la grazia, “totale e incondizionata”, hanno suscitato polemiche per la loro vaghezza e genericità. Con questo gesto, Biden ha protetto suo figlio da una possibile condanna. Sommando i crimini commessi nell’ultimo decennio, Hunter Biden avrebbe potuto avere a una pena massima di 25 anni.

Il presidente Biden ha giustificato l’ampio concessione al proprio figlio affermando:

Nessuna persona ragionevole che esamina i fatti dei casi di Hunter può giungere ad altra conclusione se non che Hunter è stato individuato solo perché è mio figlio, e questo è sbagliato.

Cosa è la grazia presidenziale?

La grazia presidenziale è un potere esecutivo che consente al presidente degli Stati Uniti di esentare un individuo condannato per reati federali dallo scontare la pena. È uno dei poteri più ampi concessi al presidente, ma anche uno dei meno controllati, poiché non richiede approvazione da parte dei magistrati o del Congresso. Nel caso di Hunter Biden, infatti, c’è un margine minimo di annullamento.

Il presidente degli Stati Uniti ha il potere di concedere la grazia per qualsiasi reato federale, tranne che per quelli relativi a un impeachment. Tuttavia, la questione dell’auto-perdono non è mai stata testata legalmente e rappresenterebbe un limite estremo del potere presidenziale. La grazia può essere concessa in parte, riducendo la pena, o integralmente, annullando completamente la condanna. Questo potere, pur essendo una prerogativa del presidente, è stato spesso al centro di dibattiti, specialmente quando viene utilizzato per beneficiare familiari o alleati politici, suscitando preoccupazioni per la sua possibile politicizzazione.

Grazia a Hunter Biden: i precedenti dei presidenti che perdonano i familiari

  • La grazia di Joe Biden a Hunter: Il presidente ha concesso la grazia a suo figlio Hunter per reati fiscali e per il possesso illegale di armi. Il figlio di Joe Biden ha evitato una condanna fino a 25 anni di carcere.
  • Precedenti storici di grazia familiare: Biden non è il primo presidente a perdonare un membro della sua famiglia. In passato, presidenti come Jimmy Carter, Bill Clinton e Donald Trump hanno concesso grazie a parenti.
  • La grazia presidenziale e le sue implicazioni: La grazia presidenziale è un potere ampio e consente al presidente di esentare individui da pene per reati federali. L’uso di questa prerogativa per benefici familiari ha sollevato interrogativi sulla sua giustizia e imparzialità.