Ha collaborato con registi del calibro di Steven Spielberg, David Fincher, Steven Soderbergh e Sam Mendes e ha interpretato un’icona indiscussa come James Bond. Eppure, Daniel Craig e l’Oscar non sono mai andati d’accordo, con l’attore britannico sempre escluso dalle candidature in una tendenza che, però, potrebbe invertirsi grazie a “Queer“.

Nel film di Luca Guadagnino, Craig interpreta una sorta di alter ego dello scrittore William S. Burroughs dal suo omonimo romanzo parzialmente autobiografico. Una prova intensa e coraggiosa che la critica sta esaltando quasi all’unanimità. Consenso che, in questo periodo dell’anno, a ridosso dell’annuncio delle candidature, di solito rappresenta il perfetto lasciapassare per una nomination.

Craig ha dichiarato, inoltre, che il ruolo gli ha permesso di confrontarsi con il concetto di ‘mascolinità’, confrontando due personaggi apparentemente agli antipodi, ma che in realtà non lo sono, come Bond e Burroughs.

Daniel Craig, con “Queer” la candidatura agli Oscar sembra scontata

L’attore sembra proprio aver convinto tutti, anche coloro che, magari, non hanno apprezzato completamente la pellicola diretta da Luca Guadagnino.

Nel film, ambientato negli anni ’40, Daniel Craig interpreta William Lee, un americano fuggito dagli Stati Uniti per problemi di droga. Ha trovato rifugio a Città del Messico e passa le sue giornate nei bar della capitale messicana insieme ad altri americani, tutti emarginati dalla loro società d’origine e si innamora di uno di loro, Eugene Allerton (interpretato da Drew Starkey).

Il trailer di “Queer”.

La pellicola, presentata in anteprima mondiale il 3 settembre 2024 alla 81ª Mostra del cinema di Venezia, ha al momento una valutazione discreta su Rotten tomatoes, l’aggregatore di recensioni internazionali, con un punteggio di 77% di recensioni positive su 93 articoli pubblicati fino a oggi, 2 dicembre 2024.

Il punteggio di “Queer” su Rotten tomatoes.

La pellicola di Guadagnino è, quindi, piaciuta a buona parte della critica ma non a tutta a differenza, invece, della prova di Craig.

David Fear di Rolling Stone parla di ruolo della vita” per Craig, capace di far suo il personaggio di questo “romantico innamorato e condannato” senza risparmiarsi. Opinione condivisa sia da Peter Bradshaw del Guardian, che giudica Craig “stranamente magnifico“, sia da Owen Gleiberman di Variety, per il quale l’attore consegna una performance “audace, divertente e viva“. Mark Kennedy dell’Associated Press, infine, sostiene che la prova dell’attore, sulla quale si regge il peso dell’intero film, lascerà gli spettatori “scossi e agitati e gli ricorderà quanto lui possa essere “bravo e coraggioso“.

Daniel Craig sulla mascolinità di James Bond e il ruolo in “Queer”

Un ruolo difficile e tormentato, dunque, in quella che definisce una storia d’amore, trovandosi d’accordo con il regista Luca Guadagnino.

Un ruolo che, come ammesso dallo stesso Craig in un’intervista al The New Yorker, gli ha permesso di fare i conti con il concetto di ‘mascolinità’, sul quale si interroga dai tempi in cui interpretava James Bond, al punto da affermare che uno dei dubbi maggiori legati all’accettare o meno il ruolo di 007 fu, per lui, proprio la costruzione di quella mascolinità così marcata.

“Spesso era molto ridicolo, ma non potevo prenderlo in giro e aspettarmi che funzionasse. Dovevo crederci. Inoltre, non è mio compito giudicare. Voglio dire, è la cosa peggiore che si possa fare come attore, iniziare a giudicare il personaggio che si sta interpretando”.

Craig sottolinea, però, come la scelta di interpretare un omosessuale in “Queer” non debba essere vista come un tentativo di allontanarsi da Bond. L’attore la considera, infatti, un’evoluzione naturale del suo percorso come attore. Anzi, dal suo punto di vista, tra il personaggio di 007 e quello di Lee la distanza è meno marcata di quanto possa sembrare.

Durante un incontro con alcuni studenti della ‘Chapman University’ nella contea di Orange, in California, l’attore ha spiegato, infatti, come lo stesso Burroughs fosse molto maschile, fumando erba e andando in giro con una pistola. Tutto questo mentre è anche un omosessuale costretto a scappare dal suo Paese che considerava illegale essere gay.

“Cosa significa mascolinità? Non lo so, passerò il resto della mia vita a cercare di capirlo. Ma mi affascina ciò che percepiamo come mascolinità e ciò che non lo è“.

Il prossimo James Bond? La risposta molto netta di Daniel Craig non vi piacerà

Un’analisi del concetto di mascolinità che, probabilmente, Daniel Craig porterà avanti anche in uno dei suoi prossimi ruoli, se si dovessero confermare le voci sul suo ruolo da supereroe in un uno dei prossimi film dell’Universo Dc.

Daniel Craig all’anteprima del film “Spectre”, a Berlino, nel 2015.

Un nuovo step nel suo percorso di crescita professionale e artistica. Inevitabile, però, che uno degli studenti presenti gli facesse la domanda che tormenta da mesi i fan dell’agente segreto più famoso della storia del cinema e della letteratura: chi potrebbe essere il prossimo, grande interprete di James Bond? Craig non si è sottratto dall’esprimere la sua risposta più sincera, per quanto certamente deludente per gli appassionati:

“Non me ne importa un c***o”.

Severo ma giusto. L’attore britannico è, infatti, uno dei pochissimi interpreti di 007 ad aver concluso il proprio ciclo in ascesa, con un’interpretazione del personaggio acclamata da pubblico e critica fino all’ultimo film, “No time to die“, arrivato nelle sale nel 2021. Se c’è qualcuno che può permettersi il lusso di essere totalmente disinteressato a chi ricoprirà il ruolo nella prossima iterazione del personaggio creato da Ian Fleming, è proprio Daniel Craig.

Conclusioni

  • Daniel Craig e il ruolo in “Queer” di Luca Guadagnino: Daniel Craig interpreta William Lee, un personaggio ispirato allo scrittore William S. Burroughs, in “Queer“, film che esplora temi come l’amore e l’emarginazione. La critica ha lodato la sua performance, definendola intensa e coraggiosa, e molti suggeriscono che potrebbe portarlo a una nomination agli Oscar;
  • La riflessione sulla mascolinità: Craig ha usato il ruolo di Lee per interrogarsi sulla mascolinità, un tema che lo ha sempre accompagnato, fin dai tempi in cui interpretava James Bond. Il confronto tra i due personaggi, apparentemente distanti, rivela una continuità nella ricerca di significato della mascolinità, che l’attore considera una questione complessa e affascinante;
  • Futuro di James Bond e la posizione di Craig: quando gli è stato chiesto del prossimo interprete di 007, Craig ha risposto con disinteresse, dichiarando che non gli importa chi prenderà il suo posto. Con “No Time to Die“, ha concluso il suo ciclo da Bond con successo, acquisendo una posizione di totale indipendenza rispetto al futuro del personaggio.