Contro l’Empoli potrebbe essere finalmente nato il Milan di Paulo Fonseca. Per la prima volta in stagione la formazione rossonera ha vinto e convinto, e in questo caso la forza dell’avversario è relativa, visto che il Milan in passato ha sofferto tantissimo anche contro squadre ben più deboli dei toscani, che comunque sono tra le grandi sorprese di questa prima parte di stagione. A San Siro la squadra di Fonseca è stata equilibrata, non hai mai sofferto le ripartenze avversarie (uno dei talloni d’Achille fino a questo momento) e ha creato tanto. La mossa che ha bilanciato la squadra è stata, così come successo al Bernabeu contro il Real Madrid, quella di schierare Musah da esterno desto offensivo.
L’americano ha interpretato il ruolo con le sue caratteristiche: ha corso tanto, ha raddoppiato, in fase di non possesso si è abbassato in mediana e, in alcuni casi, anche sulla linea dei difensori. La presenza di Musah in campo ha “liberato” da compiti difensivi diversi suoi compagni di squadra e ha dato compattezza al blocco rossonero. Se a Madrid e contro la Juventus sono arrivati i primi due indizi, contro l’Empoli è arrivata la prova definitiva.
La strategia del Milan nel calciomercato di gennaio
In casa rossonera ormai la strada è tracciata: salvo nuovi colpi di scena, Fonseca proseguirà con questo schieramento base (ovviamente ci saranno da considerare le normali logiche di turnover) da qui a fine stagione. Logico allora pensare che durante il calciomercato di gennaio ci saranno dei movimenti ben precisi e in casa Milan si potrebbe assistere a un paradosso: per essere più forti (come squadra e non come singoli), i rossoneri potrebbero ritrovarsi a vendere qualche elemento di primo livello, acquistando invece dei calciatori capaci di dare fiato ai titolari.
Un esempio? A gennaio potrebbero lasciare il Milan Chukwueze e Okafor, che come valori assoluti sarebbero sicuramente più forti dei vice Fofana o vice Musah che potrebbero arrivare dal mercato. Ma la squadra nel complesso ne gioverebbe, visto che è impensabile – con i tanti impegni che attendono i rossoneri – non avere almeno due elementi con le stesse caratteristiche per ruolo. E il Milan in rosa non ha né un vice Theo Hernandez, né un vice Fofana e né un vice Musah, che ha scalato le gerarchie diventando titolare. L’uomo con le caratteristiche ideali per dare fiato all’americano il Milan lo aveva già in rosa, quell’Alexis Saelemaekers sacrificato in estate per arrivare ad Abraham. Vecchia storia. Il futuro dice altro: meno stelle e Milan più operaio, la strada sembra essere tracciata anche sul mercato.