Tra giusto una settimana, l’8 dicembre, si concluderanno i tempi supplementari tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo che decideranno la partita della leadership del Movimento Cinque Stelle: i militanti saranno chiamati di nuovo alle urne telematiche dopo che in 54mila (su 88mila aventi diritto) l’hanno fatto già la scorsa settimana dicendo addio al garante e sì al superamento del limite dei due mandati.
Grillo ha chiesto la ripetizione del voto indicando varie aziende vidimatrici. Se non si arriverà al quorum con la metà più uno degli aventi diritto al voto, l’esito della Costituente sarà rovesciato. E sarà lui a ridere bene perché lo farà da ultimo.
Sta di fatto che per farlo, il fondatore del Movimento dovrebbe sfatare anche una vecchia regola della politica scritta dal politolo tedesco (naturalizzato italiano) Robert Michels ben prima che nascessero i 5 Stelle, vale a dire nel 1911.
La legge – conosciuta dagli studiosi come la legge ferrea dell’oligarchia – sostiene che i partiti politici nascono aperti alla base ma poi, col passare del tempo, la loro struttura democratica inevitabilmente viene soppiantata da una oligarchia, da un numero ristretto di leader.
La legge, naturalmente, non fa alcuna eccezione. Vale, quindi, anche per il Movimento Cinque Stelle, nato il 4 ottobre 2009 con il mantra dell’uno vale uno ma ben presto rivelatosi un partito patronale. E ora in mano all’oligarchia contiana, proprio come il buon vecchio Michels aveva già previsto più di un secolo fa. Grillo, con tutta probabilità, se ne renderà conto solo tra una settimana.
La regola dell’amico che vale anche per Conte e Grillo
E insomma: correva il 1997 quando gli 883 incisero la loro Regola dell’amico:
“La regola dell’amico non sbaglia mai”
Per chi non se la ricordasse (o è nato troppo tempo dopo), la Warner music Italy l’ha immortalata col video ufficiale anche su YouTube
Ma ora, quale regola non farà eccezioni per definire il rapporto tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte?
Quella di Michels, la legge ferrea dell’oligarchia, sostiene che tutti i partiti, tutti i movimenti politici, compreso il Movimento Cinque Stelle quindi, sono portati a creare una burocrazia interna con dei leader sempre più svincolati dal controllo della base.
E non solo: la legge ferrea dell’oligarchia indica anche che, nel tempo, il partito stesso si imborghesisce: se nasce con l’obiettivo di cambiare il mondo – nel caso dei 5 Stelle per “aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno” – dopo un pò, la sua priorità diventa sopravvivere come struttura, non più il programma con il quale era nato.
Come dire: in attesa dell’ultimo atto tra Grillo e Conte in programma tra una settimana, niente di nuovo sotto al sole.
La regola degli amici (che ritornano)
E insomma: il vecchio Michels è passato a miglior vita nel 1936, ma sembra un cronista appena accreditato all’assemblea di Nova. Aveva previsto tutto. E dato che, per lui, tutti i partiti politici prima o poi pensano a sopravvivere più che a realizzare il programma, i vecchi parlamentari che con il limite dei due mandati si erano ritirati (più o meno) in buon ordine, già si sentono ringalluzziti.
Del resto, se si impone la linea-Conte, possono o non possono rientrare in gioco?
L’ex premier, un volta sconfitto definitivamente Grillo, casserà il limite dei due mandati e darà nuova vita ai vari Alfonso Bonafede (l’ex ministro della Giustizia che lo scovò all’università di Firenze), Fabiana Dadone, Roberto Fico, Gianluca Castaldo, Massimo De Rosa, Michele Montevecchi, Andrea Cioffi, Luigi Gallo, Giulia Sarti, Stefano Buffagni, Giuseppe Brescia… La lista è lunga.
Il sondaggio
E comunque: oggi, domenica primo dicembre 2024, La Stampa ha pubblicato un sondaggio di Alessandra Ghisleri assai significativo che può essere letto anche come una ulteriore dimostrazione di quanto sia infallibile la regola ferrea di Michels. Da esso, infatti, si evince che per gli italiani, il Movimento 5 Stelle ha perso la spinta rivoluzionaria: il 62% ritiene sia diventato un partito come gli altri.
Nello specifico, poi, l’istituto demoscopico ha chiesto: “Dopo la votazione di domenica scorsa, Grillo ha dichiarato “Siete passati da Francescani a Gesuiti”. A suo parere, il Movimento 5 Stelle è ormai una forza organica del sistema politico italiano?”
A questa domanda, hanno risposto sì il 52,2% degli intervistati, no il 24,6%, non sa il 23,2%.
Tra quest’ultimi non sarebbe comparso di certo Michels: lui la sapeva lunga.
Conte-Grillo, la regola dell’amico spiegata in tre passaggi
- Domenica prossima, 8 dicembre, si chiarirà definitivamente chi tra Grillo e Conte avrà la leadership del Movimento Cinque Stelle. Ma un politologo, Robert Michels, aveva già previsto tutto già nel 1911 teorizzando la legge ferrea dell’oligarchia
- Secondo la legge ferrea dell’oligarchia, tutti i partiti e i movimenti politici, se nascono aperti alla base, man mano, vanno in mano a delle oligarchie, come quella che oggi ruota attorno a Giuseppe Conte. In più, la legge di Michels sostiene che il motivo di essere dei partiti, nel tempo, non è più la realizzazione del programma con il quale si erano presentati agli elettori (“aprire il parlamento come una scatoletta di tonno”, do you remember?), ma la propria sopravvivenza (come non pensare alla cancellazione del limite del doppio mandato?)
- Un sondaggio apparso oggi, 1 dicembre 2024, su La Stampa indica come la maggioranza degli italiani giudichi il Movimento 5 Stelle già un partito come gli altri. L’ennesima conferma dell’infallibilità della legge ferrea dell’oligarchia postulata da Richards 113 anni fa