Nessun politico è esente dalle critiche nella manifestazione pro Palestina a Roma di ieri, 30 novembre 2024. Nel corso della protesta che ha visto decine di migliaia di persone scendere in piazza contro le azioni militari in corso a Libano e nei territori palestinesi, sono comparsi cartelli con immagini dei ministri del governo Meloni sporchi di sangue. I manifestanti contestano all’esecutivo nazionale di non aver preso decisioni contro Tel Aviv e di aver appoggiato quello che più volte è stato definito un genocidio.
Sui cartelli, sporchi di sangue, compare la scritta a lettere cubitali “guerrafondaio”. Oltre alla premier Meloni c’è anche il ministro della Difesa Guido Crosetto, entrambi sul banco degli imputati per aver sostenuto. Sorprendentemente compaiono due cartelli con le immagini della segretaria del Pd Elly Schlein e l’esponente di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli.
Nel corso della manifestazione di ieri ci sono state tensioni tra le forze dell’ordine e alcuni esponenti pro Pal non troppo lontano dal Colosseo. Un piccolo gruppo di persone ha lanciato bottiglie e petardi contro la polizia in tenuta antisommossa. La protesta, a differenza di quella dello scorso 5 ottobre, è stata per lo più pacifica.
Corteo pro Palestina a Roma, i cartelli contro il centrosinistra
In molti avranno storto il naso nel vedere due cartelli che indicavano Bonelli e Schlein come guerrafondai nella giornata di ieri a Piazza Vittorio, a Roma. Non è certo la prima volta che i due esponenti dell’opposizione vengono presi di mira da piccoli gruppi di estrema sinistra. I cartelli sporchi di sangue con la scritta “guerrafondaio” sotto le immagini della segretaria del Pd e del deputato di Avs erano già comparsi lo scorso 26 ottobre alla manifestazione per la pace svoltasi a Roma.
Qual è il senso dietro le immagini esposte da Fronte della Gioventù Comunista? Schelin appena è scoppiata la guerra il 7 ottobre di un anno fa ha sostenuto che Israele avesse il diritto di difendersi nel rispetto del diritto umanitario. All’interno dei dem ci sono stati spesso tentennamenti all’inizio del conflitto ma successivamente il partito si è orientato su una linea di condanna verso Netanyahu. Non si può però escludere che il cartello si rivolga alla linea della segretaria sull’atlantismo e sul conflitto in Ucraina.
La risposta alle accuse contro Schlein la si trova sul cartello, più pacifico, portato in piazza da un manifestante: “Il Pd si è astenuto sulle proposte di sospendere l’accordo tra Ue e Israele, ritirare gli ambasciatori Ue da Israele e sanzioni contro Tel Aviv“.
Resta un mistero l’accusa da parte dell’estrema sinistra ad Angelo Bonelli. Il deputato di Avs ha sempre condannato le azioni israeliane e dopo l’attentato del 7 ottobre 2023 ha speso anche parole di biasimo per Hamas.
Le parole dalla piazza: “Qui per dire sì alla pace”
Erano circa 30mila, per gli organizzatori, le persone presenti a Piazza Vittorio nella giornata di ieri. A Roma sono arrivati pullman da tante città italiane per il corteo nazionale contro la guerra in Palestina e in Libano. I manifestanti sono arrivati verso le 17:30 a Porta San Paolo senza scontrarsi con le forze dell’ordine. Ci sono stati tuttavia alcuni episodi di teppismo: le vetrine di alcuni negozi sono state imbrattate con scritte pro Palestina ed uno sparuto gruppo di manifestanti ha tirato petardi contro la polizia in tenuta antisommossa su viale Aventino.
Piccoli episodi che passano in secondo piano rispetto all’imponenza della manifestazione stessa. Un’attivista ha spiegato, all’inizio del corteo, che sotto al governo Meloni sono stati fatti ingenti investimenti militari. Stando alle parole della giovane manifestante, l’esecutivo prevede almeno 35 miliardi di euro in armamenti nel 2025:
Nonostante è stato smentito l’invio di armi, nel 2025 saranno investiti 35 miliardi di euro in armi. Non si era mai vista una cifra simile…
La condanna a Salvini
Al centro delle polemiche ci sono anche le dichiarazioni del segretario della Lega, Matteo Salvini, in sostegno del premier israeliano Benjamin Netanyahu. Qualche giorno fa la Corte penale internazionale ha emesso due mandati d’arresto per i vertici israeliani: uno, appunto, per il premier ed il secondo per ministro della Difesa Yohav Gallant.
Da parte degli Stati membri dell’Ue ci sono state reazioni molto diverse. In Italia, Salvini ha definito ingiusto il mandato di arresto per Netanyahu arrivando addirittura a dire che il premier israeliano sarebbe benvenuto nel nostro Paese. Parole che sono state condannate dalla piazza nella giornata di ieri, a tal proposito un manifestante ha commentato:
Come è possibile che il governo dichiari contro le decisioni del Cpi? Tutta l’Europa ha creato questo tribunale, non è un giudizio politico ma contro un genocidio. Dopo 14 mesi e 44mila morti, finalmente la Corte Penale ha preso una decisione contro quel criminale
Tanti esponenti del governo italiano sono stati critici nei confronti della Corte penale internazionale. Basti pensare che il ministro degli Esteri Tajani qualche giorno fa ha avuto un confronto con una giornalista dell’agenzia russa Tass alla fine di una riunione del G7 sull’argomento.
La manifestazione di ieri in tre punti
- Critiche trasversali e simbolismo forte: La manifestazione ha preso di mira il governo Meloni per il presunto sostegno a Israele e le spese militari, con cartelli accusatori che mostravano immagini dei ministri Meloni e Crosetto “sporchi di sangue”. Sorprendentemente, anche esponenti dell’opposizione come Elly Schlein e Angelo Bonelli sono stati criticati, riflettendo divisioni interne alla sinistra e il dissenso di gruppi estremisti.
- Protesta prevalentemente pacifica, ma con episodi di tensione: La marcia è stata per lo più pacifica, con solo alcuni episodi isolati di scontri tra manifestanti e forze dell’ordine, e atti vandalici come imbrattamenti e lancio di petardi. L’imponenza del corteo ha comunque oscurato questi episodi marginali.
- Condanna internazionale e reazioni contro Salvini: La manifestazione ha anche puntato il dito contro il sostegno di Matteo Salvini al premier israeliano Netanyahu, criticando duramente la sua opposizione ai mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale. La piazza ha descritto tali dichiarazioni come un’aperta sfida al diritto internazionale.