Forse Bruno Vespa sperava nella polemica, ma non di questo tipo. Per lanciare il suo ultimo nuovo libro, “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)”, non ci sarebbe stato nulla di meglio che qualche frase controversa o opinione forte, ma il battibecco fra Matteo Salvini e Carlo Calenda non sembra rientrare in nessuno dei due ambiti.
Il leader leghista si era lanciato in lodi sperticate della nuova amministrazione di Donald Trump, ma ben presto è stato messo di fronte alla realtà dei fatti dal segretario di Azione: lodare chi ha ucciso il proprio cane (come Kristi Noem, la segretaria alla sicurezza interna) o chi ha fatto uso della gestazione per altri (come Elon Musk)?
Salvini alla fine ha fatto la figura dell’ex ministro alla Cultura Gennaro Sangiuliano: ha parlato di qualcosa che non conosceva.
Salvini-Calenda, che lite su Trump! Cosa ha detto il leader di Azione?
Presentazione con battibecco quella avvenuta ieri 28 novembre 2024 a Roma, dove il conduttore televisivo e giornalista Bruno Vespa ha presentato la sua ultima fatica letteraria: “Hitler e Mussolini. L’idillio fatale che sconvolse il mondo (e il ruolo centrale dell’Italia nella nuova Europa)“.
È uno dei classici libri di Vespa, che parte dall’analisi di un certo periodo storico (spesso legato al fascismo) e che cerca da qui di allacciarsi all’attualità culturale e politica, intervistando personalità importanti del mondo della politica e non. Spesso queste interviste sono anticipate sui quotidiani con vari estratti, costituendo un momento di dibattito e di pubblicità.
Ieri però ad impegnarsi nell’arte della polemica ci hanno pensato Matteo Salvini, leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, e Carlo Calenda, ex ministro e attuale leader di Azione. Oggetto del contendere: Donald Trump. Manca poco ormai all’inizio della sua seconda presidenza, ma alcuni non ne vedono l’ora.
Fra questi c’è proprio Salvini, che prendendo la parola aveva iniziato un elogio indistinto ma accorato di tutte le nomine stabilite da Trump, citandoli come esempi della sagacia politica del tycoon. Apriti cielo: Calenda comincia a chiedergli se stesse parlando di quelle persone che sono diventate famose non tanto perché scelte da Trump, ma per parole o azioni molto criticate da tanti.
Sarebbe giusto lodare Kristi Noem, la segretaria alla sicurezza interna Usa che si era vantata in suo libro di aver ucciso il suo cane? A questo punto Salvini cerca di metterci una pezza ammettendo però la propria ignoranza in materia:
Per salvaguardia mia e del mio fegato non leggo i giornali. Io stavo parlando di Musk e comunque se devo giudicare il mondo con quello che scrive Repubblica e Corriere, anche no…
Colpa quindi di Calenda che non avrebbe capito subito di chi Salvini stesse parlando e di certa stampa italiana che parla male a prescindere di chi non sta loro simpatico. Al che il leader di Azione, anche con un post su X, ricorda come non è esattamente corretto parlare di una cosa che non si conosce bene:
Com’è possibile allora che tu dica ‘Trump ha fatto nomine di livello’? Come fai a sapere che sarà una fantastica amministrazione americana? Leggi i giornali che ti fa bene…
E dai giornali Salvini dovrebbe aver dovuto apprendere che il suo governo ha incasellato la gestazione per altri come reato universale: se Musk tornasse oggi in Italia, verrebbe arrestato? Silenzio da parte del leader leghista.
Calenda: “Trump pericolo per l’Europa per i dazi”
La posizione e le parole di Calenda possono ben spiegarsi con tutta una serie di motivi. Non c’è soltanto l’opposta posizione politica che Azione e Lega occupano, quanto anche il profondo disinteresse che l’ex ministro prova nei confronti delle politiche populiste e qualunquiste.
Anche se Salvini non è nuovo a gaffe del genere, Calenda sembra sottolineare come sia molto preoccupante che un vicepremier e ministro in carica non sia a conoscenza di ciò che accade in un paese molto importante come gli Stati Uniti. Non servono raffinate analisi politiche dei meccanismi governativi statunitensi, ma nemmeno esaltazioni acritiche di personalità che non hanno ancora cominciato il loro mandato.
Trump, in tanti altri interventi di Calenda, viene considerato come un pericolo molto grave per l’Italia e l’Unione Europea. Non c’è in ballo soltanto il sostegno all’Ucraina nella sua guerra contro la Russia, ma anche la più che probabile organizzazione di dazi commerciali contro molti prodotti europei.
L’UE soffre di divisioni politiche al suo interno e due importanti paesi come la Germania e la Francia devono innanzitutto guardarsi da quanto accade al loro interno, da un’industria che cresce poco a governi sfiduciati o in procinto di esserlo.
Trump ha già minacciato la Cina di imporre alti dazi se non fermerà i produttori e i distributori del fentanyl, una droga che ha causato molte morti negli USA. Sono tutti elementi, questi, che Calenda ha spesso citato nelle sue analisi anche come monito sia nei confronti del governo di centrodestra che del “campo largo”: l’UE è troppo debole se sceglie di perseguire agende politiche ed economiche singole e configgenti fra di loro.
Perché Musk è così amato dal governo italiano
Il rapporto di Musk con l’area conservatrice e politicamente più di destra a livello non soltanto statunitense ma anche europeo è molto dibattuto: non è tanto in discussione una certa “svolta” nei confronti della politica, quanto piuttosto un improvviso interessamento verso una materia che prima non sembrava interessarlo granché.
La possibilità anche di poter incidere per davvero sull’attività di governo, specialmente di uno potente come quello degli USA, è ancora più evidente quando si leggono resoconti di incontri privati o di preferenze che Trump accorderebbe ai suggerimenti di Musk.
Per quanto vanesio ed incline facilmente alla distrazione, Musk è diventato un feticcio per la politica populista globale e in Italia ha trovato terreno fertile. Ospite d’onore all’ultima rassegna Atreju di Fratelli d’Italia, il fondatore di Tesla e SpaceX è diventato il simbolo di quel genio tecnologico e industriale che si è stancato dei lacci e lacciuoli regolamentari e della “diffusione” del woke all’interno del discorso pubblico e politico.
La recente polemica contro i giudici italiani, che si erano “permessi” di non considerare giusta l’idea del governo di decidere autonomamente quali paesi considerare sicuri per i rimpatri, ha acuito quel senso di vicinanza che Salvini prova per Musk. Amicizia personale o politica? Difficile dirlo, specie considerando che quest’ultimo è corteggiato dalla politica italiana affinché scelga il nostro paese come sede di qualche sua attività economica.
Non appena diffusasi la notizia della fondazione del Dipartimento dell’Efficienza governativa (DOGE), Salvini si è subito congratulato con Musk e il collega Ramaswamy, indicandoli come gli alfieri più adatti per combattere le élite governative statunitensi: un esempio che il leghista in cuor suo spera di replicare anche in Italia.
I tre punti salienti dell’articolo
- Controversia Salvini-Calenda su Trump: durante la presentazione del libro di Bruno Vespa, Matteo Salvini ha elogiato le nomine fatte da Donald Trump, ma Carlo Calenda ha messo in discussione la sua conoscenza dei fatti, criticando l’elogio di figure controverse come Kristi Noem e Elon Musk. Salvini ha ammesso la sua ignoranza su alcune questioni, ma ha difeso la sua posizione come una critica alla stampa italiana.
- Posizione di Calenda su Trump: Calenda ha criticato Salvini per non essere informato sulle politiche degli Stati Uniti, avvertendo che Trump rappresenta un pericolo per l’Europa, soprattutto per le sue minacce di dazi contro i prodotti europei e per il sostegno ambivalente all’Ucraina.
- Riflessioni sul rapporto di Salvini con Musk: la relazione tra il governo italiano e Elon Musk è stata al centro di discussioni, con Musk visto come un simbolo della politica conservatrice. Salvini ha espresso ammirazione per Musk, sia per la sua indipendenza politica che per il suo impatto economico, sperando che il modello di efficienza di Musk possa influenzare anche l’Italia.