Il cinema non è una scienza esatta. Questo il paradosso di un’arte che è anche industria e, in quanto tale, deve fare profitti per poter andare avanti. Profitti che non sempre sono prevedibili, da cui gli investimenti sempre più onerosi (quasi quanto il costo di un film ad alto budget) per le campagne marketing. Negli ultimi anni, il flop di “Babylon” è stato uno dei più inimmaginabili e la stessa Margot Robbie che ne era protagonista fatica a capacitarsene.
In una recente intervista, la star di “Barbie” non si dà tuttora pace quando le viene ricordato l’insuccesso del film di Damien Chazelle, diventato un fiasco clamoroso al box office mondiale. Un disastro che, tra l’altro, rischia di aver bloccato la carriera, fino a quel momento in fortissima ascesa, dello stesso Chazelle a Hollywood.
Ma “Babylon” non è comunque un caso isolato. La storia del cinema è piena, infatti, di film che sembravano destinati al successo poi finiti nella polvere. Salvo poi uscirne anni dopo riconquistando, magari, lo status di ‘capolavoro’.
Margot Robbie e il flop di “Babylon”: “Perché è così odiato?”
Eppure gli ‘ingredienti’ per l’alchimia perfetta c’erano tutti. Due star di prima grandezza come Margot Robbie e Brad Pitt protagonisti, diretti da un regista lanciatissimo, il più giovane a vincere l’Oscar per la Miglior regia per “La La Land” a soli 32 anni. Ma, appunto, il cinema non è una scienza esatta.
Tuttavia, proprio per questi motivi, ancora oggi, la Robbie non comprende le ragioni di un risultato tanto catastrofico per un progetto che lei stessa confessa di amare profondamente.
Durante una recente puntata del podcast ‘Talking Pictures’ della quale era ospite, l’attrice è stata interpellata dal conduttore Ben Mankiewicz proprio in merito al fallimento della pellicola, decretato tanto dalla critica quanto dal pubblico. Una sciagura che Robbie non sa spiegare, arrivando a chiedersi “perché la gente lo odi così tanto“.
L’unica speranza cui si affida la diva australiana è che “Babylon” venga riscoperto tra qualche anno, come tanti altri film inizialmente bocciati ma poi capaci di riconquistare i favori del pubblico.
“Mi chiedo se tra 20 anni la gente dirà: ‘Aspetta, Babylon non ha avuto successo all’epoca? È pazzesco’. Quello che succede anche oggi quando, ad esempio, ti dicono che “Le ali della libertà” è stato un fallimento all’epoca della sua uscita e ti chiedi: ‘Ma com’è possibile?’.”
Babylon e i motivi del suo insuccesso
Una rinascita dalle proprie ceneri che, forse, potrebbe essere più vicina di quanto pensi Margot Robbie.
Su Imdb (Internet Movie Database), infatti, la popolarità della pellicola raggiunge attualmente l’ottimo punteggio di 7,1 su 10 e, andando ad analizzare la media dei punteggi assegnati dagli utenti, risulta che una maggioranza schiacciante (85,1%) assegna al film una valutazione positiva (quindi superiore al 6).
Forse, allora, l’omaggio di Chazelle alla bellezza del cinema come esplosione creativa sta cominciando a ritrovare un suo pubblico. Un pubblico in sintonia con la visione lisergica del grande schermo come piacere fisico oltre che mentale (in questo, molto vicina a quella di un altro grande amante ‘carnale’ della Settima Arte: Quentin Tarantino), che trova un esempio perfetto nelle storie rocambolesche, caotiche e per questo affascinanti dei suoi protagonisti durante gli anni d’oro del muto, destinati a naufragare (come molti suoi interpreti…) con il passaggio al sonoro.
“Babylon” è un film eccessivo e debordante, senza dubbio, nel suo ritratto di un’epoca sregolata ma libera. Ed è malinconico e amaro, poiché di quell’epoca racconta la fine. Ma resta una dichiarazione d’amore, come poche altre nei tempi recenti, alla potenza viscerale del linguaggio cinematografico di creare Miti capaci di ammaliare, emozionare, divertire e disperare chi si lascia sedurre da esso.
Un caleidoscopio di vicende, personaggi e immagini, dunque. Come quello che caratterizza il finale della pellicola, con cui Chazelle rende esplicita la sua visione, ripercorrendo l’intera storia del cinema.
Una rappresentazione, dunque, complessa e articolata e, per qualcuno, sicuramente difficile da digerire. Si spiegano così il disastro al botteghino (meno di 65 milioni di dollari di incasso mondiale a fronte di un budget di 78 milioni) e le severe critiche di gran parte della stampa specializzata.
A questo, poi, si deve aggiungere l’implicito confronto con la Hollywood del presente che il regista statunitense rivendicava quando presentò il film a Roma e che la vede inevitabilmente sconfitta rispetto a quel Wild West di pionieri visto nel film. Una denuncia che sicuramente non ha fatto piacere a molti, soprattutto se a farla è il designato ‘figliol prodigo’ di Tinseltown. Per capirlo, basta leggere la recensione dell’epoca del critico di ABC News Peter Travers, che parla chiaramente di “tre ore di autocompiacimento” nelle quali “Damien Chazelle morde rabbiosamente la mano che lo nutre“.
Una mano che sta già facendo scontare a Chazelle il suo j’accuse. Dopo una marcia trionfale al ritmo di un film (e una serie, “The Eddy“, del 2020) ogni due anni, a partire dal successo di “Whiplash” del 2014, il regista è ora fermo, in attesa di sapere se riuscirà a trovare finanziamenti per il suo prossimo progetto.
Margot Robbie, i prossimi progetti dopo la gravidanza
Ferma è anche Margot Robbie, ma per ben altri motivi. L’attrice ha, infatti, recentemente dato alla luce il suo primo figlio, avuto con il marito Tom Ackerley.
Tuttavia, prima della gravidanza l’attrice ha realizzato “A Big Bold Beautiful Journey“, pellicola diretta dal regista americano di origine sudcoreana Kogonada, nella quale Robbie recita al fianco di Colin Farrell e la Phoebe Waller-Bridge della serie cult “Fleabag“.
Il film, la cui uscita negli USA è prevista per il 9 maggio 2025, è descritto come una singolare storia d’amore tra due persone (Robbie e Farrell) che si incontrano a un matrimonio e intraprendono un viaggio seguendo le indicazioni di un curioso GPS che li traporterà nel loro passato e nel loro futuro, ponendoli di fronte a una decisione cruciale per il loro rapporto.
Sarà poi protagonista, al fianco della star di “Euphoria” Jacob Elordi, di un nuovo adattamento del romanzo di Emily Brontë “Cime tempestose“ affidato alla regista Emerald Fennell, autrice di “Una donna promettente” del 2020 e di “Saltburn” nel 2023.
Conclusioni
- Margot Robbie e il flop di “Babylon“: nonostante il suo grande amore per il progetto, Margot Robbie non riesce a spiegare il fallimento di “Babylon“, che ha visto il film di Damien Chazelle crollare al botteghino. La pellicola ha ricevuto critiche negative ed è stata un fiasco clamoroso al botteghino;
- Riscoperta del film e visione di Chazelle: Robbie spera che “Babylon” possa essere rivalutato nel tempo, come è successo ad altri film inizialmente bocciati da pubblico e critica. Il film è visto come un omaggio alla potenza viscerale del linguaggio cinematografico, ma la sua natura eccessiva e la critica alla Hollywood contemporanea potrebbero averne ostacolato il successo;
- Progetti futuri di Margot Robbie: dopo la sua recente gravidanza, Margot Robbie ha in programma nuovi progetti cinematografici, tra cui “A Big Bold Beautiful Journey” e una nuova versione di “Cime tempestose” diretta da Emerald Fennell.