L’Opera dei Pupi è un tesoro del patrimonio culturale siciliano, è capace di trasportarci in un mondo fatto di leggende e gesta cavalleresche. Nata dall’incontro tra la tradizione popolare e l’epica medievale, è una forma di teatro di marionette che ha trovato la sua piena fioritura nel XIX secolo. I pupi siciliani si distinguono per la loro maestosità e complessità meccanica: realizzati in legno, paglia e metallo. Questi giganti di cartapesta sono animati da abili pupari che li fanno combattere, amare e soffrire sul palcoscenico.

Cosa rappresentano i pupi siciliani?

La caratteristica distintiva è l’asta di ferro che sostituisce il filo della mano destra, consentendo movimenti rapidi e precisi, perfetti per rappresentare le epiche battaglie tra paladini cristiani e saraceni. Le storie raccontate tramite i pupi sono tratte principalmente dal ciclo carolingio, con Orlando e Rinaldo come protagonisti indiscussi. Queste narrazioni ricche di avventure, amori e tradimenti, hanno affascinato
generazioni di spettatori, trasmettendo valori come l’onore, il coraggio e la lealtà.

A quali trazioni siciliane ha dato vita l’Opera dei Pupi?

In Sicilia, l’Opera dei Pupi ha dato vita a due tradizioni principali: quella palermitana e quella catanese. Ognuna di esse ha sviluppato uno stile unico con differenze nelle dimensioni dei pupi, nella meccanica e nella concezione teatrale. La tradizione palermitana, più stilizzata, si contrappone a quella catanese, più tragica e realistica.

Quali sono i patrimoni UNESCO, in Sicilia?

Nonostante un passato glorioso seguito da periodi di declino, l’opera dei pupi è riuscita a risorgere dalle ceneri grazie all’impegno di appassionati e istituzioni, conquistando un nuovo e prestigioso posto nel panorama culturale internazionale. Oggi, i pupi siciliani sono riconosciuti dall’Unesco come patrimonio culturale immateriale dell’umanità, un riconoscimento che sottolinea l’importanza di questa forma d’arte unica nel suo genere.

Quando si afferma l’Opera dei Pupi, in Sicilia?

L’Opera dei Pupi è un particolare tipo di teatro delle marionette che si affermò stabilmente nell’Italia meridionale, e soprattutto in Sicilia, tra la seconda metà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. I pupi siciliani si distinguono dalle altre marionette essenzialmente per la loro peculiare meccanica di manovra e per il repertorio, derivate in gran parte da romanzi e poemi del ciclo carolingio. Le marionette del Settecento venivano animate dall’alto per mezzo di una sottile asta metallica, collegata alla testa attraverso uno snodo e per mezzo di più fili, che consentiva i movimenti delle braccia e delle gambe.

La trasformazione: da marionette in pupi

Nella prima metà dell’Ottocento, un geniale artefice di origini siciliane, di cui ignoriamo il nome, escogitò gli efficaci accorgimenti tecnici che trasformarono le marionette in pupi. Egli fece in modo che l’asta di metallo per il movimento della testa non fosse più collegata ad essa tramite uno snodo, ma la attraversasse dall’interno e – cosa ben più importante – sostituì il sottile filo per l’animazione del braccio destro con la robusta asta di metallo, caratteristica del pupo siciliano. Questi nuovi espedienti tecnici consentirono di imprimere alle figure animate movimenti più rapidi, diretti e decisi, e perciò particolarmente efficaci per “imitare” sulla scena duelli e combattimenti, che tanta parte avevano nelle storie cavalleresche.

L’iniziatore dell’Opera di Catania, Gaetano Crimi

Le cronache raccontano che l’iniziatore dell’Opera a Catania fu don Gaetano Crimi (1807 – 1877), il quale aprì il suo primo teatro nel 1835. Le due tradizioni differiscono per dimensioni e peso dei pupi, per alcuni aspetti della meccanica e del sistema di manovra, ma soprattutto per una diversa concezione teatrale e dello spettacolo, che ha fatto sì che nel catanese si affermasse un repertorio cavalleresco ben più ampio di quello palermitano e per molti aspetti diverso.

La tradizione palermitana

  • Dimensioni dei pupi: da cm. 80 a un metro di altezza.
  • Peso: fino a Kg. 8 circa.
  • Caratteristiche della meccanica: ginocchia articolate se il pupo è un guerriero, la spada si può sguainare e riporre nel fodero.
  • Sistema di manovra, dai lati, a braccio teso: gli animatori sono posizionati dietro le quinte laterali del palcoscenico e poggiano i piedi sullo stesso piano di calpestio dei pupi.
  • Spazio scenico, superficie d’azione dei pupi più profonda che larga: la larghezza della scena è limitata dalla possibilità degli animatori di sporgersi dalle quinte senza farsi vedere dai lati.
  • Concezione teatrale e dello spettacolo: più stilizzata ed elementare.

La tradizione catanese

  • Dimensioni dei pupi: da cm. 80 fino a m.1.30 di altezza.
  • Peso: fino a Kg. 35 circa.
  • Caratteristiche della meccanica: gambe rigide, senza snodo al ginocchio; se il pupo è un guerriero, la spada è quasi sempre impugnata nella mano destra.
  • Sistema di manovra, dall’alto di un ponte posto dietro i fondali (‘u scannappoggiu): gli animatori sorreggono i pupi poggiando i piedi su una spessa tavola di legno sospesa a circa un metro da terra (‘a faddacca).
  • Spazio scenico, superficie d’azione dei pupi più larga che profonda: gli animatori, cammi-nando sul ponte di animazione, possono seguire senza problemi il pupo per tutta la larghezza della scena.
  • Concezione teatrale e dello spettacolo: più tragica, sentimentale e realistica.

Che cosa racconta l’Opera dei Pupi?

L’Opera dei Pupi siciliana (OPRA) è uno spettacolo caratteristico teatrale in cui le marionette, animate dai
“pupari”, rappresentano le gesta dei più grandi eroi medievali che lottarono per la cristianità contro i saraceni. In particolare, il tema più ricorrente dell’Opra fu lo scontro fra i paladini di Carlo Magno e i guerrieri musulmani che, occupata la penisola iberica, rappresentavano una vera minaccia per il regno franco e per l’intera Europa cristiana. Secondo la tradizione storiografica il teatro delle marionette a soggetto cavalleresco, era già noto in Spagna nel 500, fu introdotto in Francia nel XVII sec. e diffuso in Italia (Sicilia) dalla città di Napoli nei primi decenni dell’800.

La differenza tra l’Opera dei Pupi e l’arte delle marionette

Nell’isola, esso acquisì rapidamente caratteristiche specifiche che fecero ben distinguere l’Opera dei Pupi dalla generica arte delle marionette. I Pupi siciliani vennero, infatti, rivestiti con elaborate armature di metallo ed il filo direzionale della mano destra fu sostituito da un’asta di ferro, più adatta a far compiere alla marionetta movimenti diretti e precisi, specialmente durante i combattimenti e i duelli. I pupi da teatro sono alti 120 cm, sino al cimiero, e hanno un peso di circa 12 kg. Sono costruiti con ossatura base in legno di abete rivestito di paglia e ricoperto di tela di sacco. Il busto è unito agli arti e alla testa, con anelli di ferro, per simulare i movimenti del corpo umano e l’armatura è tutta di ottone. L’Opera dei Pupi è un particolare tipo di teatro delle marionette che si affermò stabilmente nell’Italia meridionale, e soprattutto in Sicilia.