Cambia tutto, anzi no. Solo pochi giorni fa, il 63% dei militanti del Movimento Cinque Stelle ha votato per un cambio radicale all’interno dello Statuto: via la figura del Garante, rivestita dal fondatore Beppe Grillo, e stop al limite di due mandati. Una rivoluzione interna voluta dal presidente Giuseppe Conte dopo le polemiche successive alle elezioni europee dell’8 e del 9 giugno 2024.
Sembrava tutto fatto per l’ex premier che, dopo la grande paura di non raggiungere il quorum necessario e il rischio di non restare alla guida del M5s, è riuscito a ottenere i voti favorevoli per trasformare il Movimento. Adesso una nuova sfida attende Conte. Dal 5 all’8 dicembre ci sarà una ripetizione delle consultazioni e la base del M5s dovrà tornare a esprimersi sui quesiti della scorsa domenica. Il nuovo voto è stato chiesto dal fondatore del M5s Beppe Grillo che non ha intenzione di essere estromesso dal progetto da lui ideato.
Già negli scorsi giorni, l’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Danilo Toninelli aveva annunciato che ci sarebbe stata una nuova votazione. Molti dei fedelissimi di Grillo sono stati invitati a non lasciare il Movimento. E se la votazione dovesse riconfermare la linea dettata da Giuseppe Conte? Non si può escludere che Grillo proceda per vie legali. Ha parlato in esclusiva a Tag24 Francesco Granato, esponente del M5s appartenente al gruppo più vicino a Grillo ‘Figli delle Stelle’, spiegando cosa sta accadendo all’interno del Movimento.
I Figli delle Stelle e il futuro del M5s: “Non votate”
L’obiettivo è evitare il raggiungimento del quorum. I Figli delle Stelle non ci stanno e si oppongono all’eliminazione del Garante e allo stop del limite dei due mandati, per farlo sarà necessario non raggiungere il numero minimo di votanti così da riportare il Movimento alle origini. Già la scorsa settimana, una delegazione dei Figli delle Stelle si era presentata nel bel mezzo della Costituente per contestare il progetto di Conte, invocando trasparenza ed onestà – un tempo – valori centrali del Movimento.
“La totale assenza di trasparenza ci spinge a non partecipare al voto” spiega l’esponente dei Figli delle Stelle Granato a Tag24 “invitiamo tutti gli iscritti delusi dalla deriva partitica a non disiscriversi e a non partecipare a questa votazione che minaccia l’eliminazione del garante e quindi, di fatto, l’unico organo che garantisce un contrappeso a eventuali condotte dispotiche del ruolo del presidente pro tempore“.
L’invito è dunque a non partecipare ad un processo ritenuto “indirizzato e nebuloso” che potrebbe compromettere la vera natura del Movimento. Nato come forza di opposizione alla politica italiana ritenuta corrotta e lontana dai cittadini nel 2007, il M5s negli anni è cambiato fino a diventare un vero e proprio membro attivo della scena politica – come denunciano molti storici militanti.
“Per noi l’assemblea costituente è un processo fortemente indirizzato e nebuloso, nato con l’unico scopo di rimuovere i principi fondativi che ci hanno contraddistinto panorama politico italiano” prosegue Granato.
A chi appartiene il MoVimento?
Non si tratta solo di una battaglia per riprendersi un simbolo o di una pratica burocratica come altre. In gioco c’è il futuro di un’idea che, secondo molti esponenti, è stata tradita dal presidente Giuseppe Conte negli ultimi anni. “Il Movimento è degli attivisti” dice Granato a Tag24 “non è il Movimento a non essere più nostro, sono altri che si sono allontanati dai principi fondanti facendosi abbagliare dal luccichio dei palazzi del potere e, con lo scopo di rimanerci, sono disposti a demolirlo e sottrarlo ai cittadini e alla base. Noi crediamo ancora al concetto della piramide rovesciata“.
I Figli delle Stelle sottolineano l’esigenza di un ritorno alle origini, dunque, per riportare il Movimento a quello che era prima ancora di raggiungere il governo. La volontà è anche quella di tornare a essere una forza di opposizione alla “mala politica” e non parte integrante di essa. Negli scorsi giorni Conte è stato anche accusato di aver reso il Movimento “una costola del Partito Democratico“, una chiara contestazione alla strategia del campo largo. Il presidente pentastellato, di tutta risposta, ha ribadito che il M5s non è un socio di minoranza del centrosinistra e che il simbolo non appartiene a Beppe Grillo.
Le richieste dei Movimentisti: “Il M5s è di chi ne rispetta i valori”
“Il Movimento è degli attivisti ma tutte le volte che qualcuno lo ha sfruttato e lo ha portato fuori strada, allora non è stato più lo stesso” spiega Granato a Tag24 insistendo sull’importanza di rispettare i princìpi che hanno portato alla fondazione dei 5s. “Il Movimento è di chi ne rispetta i valori e di chi ne rispetta i principi” continua Granato che racconta come i Figli delle Stelle abbiano capito che chi sta guidando il M5s lo sta facendo attraverso un metodo autoreferenziale e verticistico. “Siamo iscritti che sono stati costretti a subire la mancanza di ascolto, la mancanza di democrazia e le decisioni cinicamente calate dall’alto. L’insieme di queste storture non poteva lasciarci in silenzio” prosegue Granato.
“Noi Figli delle Stelle rivogliamo il Vero Movimento, quello che ha dato la speranza al popolo italiano di avere una politica migliore” continua l’esponente del M5s sottolineando che la regola del doppio mandato non può essere messa in discussione.
Non può mancare una precisazione sul futuro del simbolo del M5s che si preannuncia come l’inizio di una nuova battaglia tra Conte e Grillo. “Se mai il futuro del MoVimento fosse quello immaginato dall’attuale dirigenza, sarebbe auspicabile che il simbolo resti a chi ne incarna i valori” conclude Granato.
Scontro sul voto, tra il sabotaggio del quorum e le adesioni
Una settimana ci separa dalla nuova tre giorni di voto decisiva per il futuro del Movimento Cinque Stelle. Se da una parte i movimentisti faranno di tutto per non raggiungere il quorum facendo appello a tutti gli insoddisfatti interni al Movimento, dall’altra l’ex premier Conte è alla ricerca di nuovi consensi. Sul numero minimo di elettori verte l’esito delle votazioni.
Il presidente pentastellato temeva, già lo scorso weekend, di non riuscire a raggiungere i 44mila voti necessari per il quorum. Dalle parti di via Campo Marzio non si respira tuttavia un clima pesante e i fedeli di Conte sembrano convinti di poter replicare il buon risultato della scorsa settimana. Non resta che attendere l’Immacolata per capire come proseguirà l’affaire Cinque Stelle. Solo una cosa è sicura: la lotta tra Grillo e Conte per la paternità del Movimento è lontana dalla parola ‘fine’.
M5s al voto: cosa succede?
- Riforme interne al Movimento e divisioni: Il 63% dei militanti del M5s ha votato per modifiche allo Statuto, eliminando la figura del Garante (Beppe Grillo) e il limite dei due mandati, come voluto dal presidente Giuseppe Conte. Tuttavia, Grillo si oppone e ha richiesto una nuova votazione, prevista dal 5 all’8 dicembre 2024.
- Il ruolo dei “Figli delle Stelle”: Questo gruppo interno, vicino a Grillo, invita gli iscritti a boicottare il voto per impedire il raggiungimento del quorum, denunciando la perdita dei valori fondativi del Movimento e accusando Conte di aver adottato una gestione autoritaria e verticistica.
- Conflitto tra Grillo e Conte: La lotta per il controllo del M5s è accesa. Conte mira a trasformare il Movimento per consolidare il suo ruolo, mentre Grillo e i suoi sostenitori vogliono preservarne l’identità originale, opponendosi alle riforme. Il quorum sarà decisivo per il futuro del Movimento.