Se l’auspicio dei parlamentari riuniti in seduta comune oggi 28 novembre 2024 era quella di ottenere ancora più tempo, ci sono riusciti un’altra volta. La votazione odierna, infatti, è andata a vuoto e così restano l’urgenza e la necessità di eleggere quei 4 giudici della Corte Costituzionale che devono sostituire altrettanti colleghi andati in pensione.
Fra questi ce ne sono tre di assoluta importanza, come il presidente in carica Augusto Barbera e i suoi vice Franco Modugno e Giulio Prosperetti, i cui mandati scadranno questo 21 dicembre. Nonostante uno schema di spartizione fra maggioranza ed opposizione (due giudici della maggioranza, uno alle opposizioni e un “tecnico” indipendente) non c’è nessuna convergenza sulle persone che devono occupare queste caselle.
Benedetto Della Vedova chiede ai presidenti di Camera e Senato di lavorare fino a trovare una soluzione: “Bisogna continuare a convocare le Camere per evitare questo vulnus democratico“.
Cassazione ancora senza giudici, fumata nera per la decima votazione
Il risultato era ampiamente prevedibile, ma resta comunque un fatto inequivocabile: maggioranza ed opposizioni ancora una volta non si sono accordate per eleggere i 4 giudici costituzionali di loro competenza. La votazione di oggi 28 novembre 2024 si era aperta con poche speranze di successo, ma ormai il 2024 è agli sgoccioli e non sembra che i partiti riusciranno a trovare una soluzione al problema.
Le votazioni che riguardano la Cassazione sono arrivate al decimo tentativo e Anna Ascani, la vicepresidente della Camera dei Deputati, non ha potuto fare altro che leggere i risultati della riunione del Parlamento in sede comune.
A tal proposito, va però precisato che i parlamentari avrebbero votato secondo due modalità differenti: per sostituire Silvana Sciarra erano necessari una maggioranza dei tre quinti dei parlamentari, mentre per eleggere quei giudici che sostituiranno i pensionandi Augusto Barbera, Franco Modugno e Giulio Prosperetti ne serviva una di due terzi.
In entrambe le votazioni, hanno dominato le schede bianche: per il decimo scrutinio sono state 303 le schede bianche, 16 le nulle e 4 i voti dispersi, mentre per il primo scrutinio i voti dispersi sono 2, le schede bianche 306 e le schede nulle 15.
Nell’annunciare questi risultati, Ascani ha riferito anche che la prossima riunione del Parlamento in seduta comune verrà rinviata a data da destinarsi.
Della Vedova (+Europa): “Camere da convocare ad oltranza”
In questa situazione, è stato facile per alcuni partiti delle opposizioni criticare l’agire di FI, Lega e FdI. Secondo Benedetto Della Vedova, deputato per +Europa, quella di oggi è stata l’ennesima votazione che tutti in cuor loro sapevano inutile. È stata un’inutile pantomima che ancora una volta ha svilito il ruolo del Parlamento italiano e dei suoi eletti, chiamati per la decima volta ad inserire meccanicamente nelle urne una scheda bianca.
Per Della Vedova non c’è altra soluzione che continuare a lavorare giorno e notte, senza porre ulteriori indugi. Se anche una pausa nei lavori parlamentari potrebbe essere utile a favorire un dialogo fra le parti, il deputato di +Europa non crede che ciò avverrà basandosi sui tentativi precedenti:
Con il collega Magi abbiamo da subito chiesto alla presidenza della Camera, che si faccia parte diligente anche con il presidente del Senato, perché si arrivi alla convocazione delle sedute senza soluzione di continuità fino all’elezione dei quattro giudici. È un vulnus autoinflitto, oltre che poco rispettoso nei confronti del Presidente della Repubblica, che noi dobbiamo ritrovarci a fare questa messinscena.
Il monito di Mattarella, inoltre, assume connotati tanto più urgenti e gravi in considerazione delle tempistiche nelle quali era stato pronunciato: era luglio, cioè nel pieno di quest’estate, che il presidente della Cassazione aveva indicato di porre quanto prima rimedio a questi vuoti.
Maggioranza ed opposizioni in disaccordo sulle nomine
La questione delle elezioni dei giudici della Cassazione si sono inserite negli ultimi giorni in alcune crepe e fragilità che la maggioranza di governo ha mostrato verso argomenti sia italiani che europei. In quest’ultimo ambito, ad esempio, la Lega si è convintamente posta contro il secondo mandato di Ursula von der Leyen, mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno fatto pesare i voti ricevuti dai propri europarlamentari.
Riguardo le questioni domestiche, invece, c’è il canone Rai ad aver contrapposto leghisti e forzisti: i primi vorrebbero confermare per il 2025 la riduzione da 90 a 70 euro, mentre i secondi non sono convinti perché ciò costituirebbe un grosso danno per le casse della Rai.
Nomine e azienda televisiva di stato si intrecciano quando si pensa che da tempo si cerca una soluzione per l’elezione del nuovo presidente della Rai. FI punta su Simona Agnes, cercando di “imporre” questa candidata soprattutto alla Lega, che pure vorrebbe puntare su altre figure come Antonio Marano.
Se questo è lo scenario nella maggioranza, anche nelle opposizioni la situazione è fluida. Riccardo Magi di +Europa a fine ottobre, con un’altra votazione andata a vuoto, aveva chiesto agli altri partiti della coalizione di scegliere un nome univoco da presentare anche alla maggioranza.
I moniti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella non dovrebbero passare inascoltati, continuava Magi: che altro serve affinché la Cassazione non arrivi a decidere su argomenti sensibili, come la riforma del premierato, in una situazione in cui è sotto organico?
I tre punti salienti dell’articolo
- Votazione fallita per la Corte Costituzionale: il 28 novembre 2024, i parlamentari italiani non sono riusciti a eleggere i 4 giudici costituzionali necessari a sostituire quelli in pensione, tra cui il presidente Augusto Barbera e i suoi vice. Nonostante un accordo di spartizione fra maggioranza e opposizione, non c’è stata convergenza sulle persone da nominare.
- Domande di Della Vedova e continua impasse: Benedetto Della Vedova (+Europa) ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di convocare continuamente il Parlamento per risolvere il problema. Ha criticato la votazione odierna come una “pantomina inutile“, accusando i partiti di non lavorare seriamente per trovare una soluzione, nonostante l’urgenza indicata dal presidente Mattarella.
- Disaccordi tra maggioranza e opposizioni: i disaccordi all’interno della maggioranza di governo e tra le opposizioni riguardano anche altre questioni politiche, come il canone Rai e la scelta del nuovo presidente della Rai. La divisione interna sta ostacolando ulteriormente l’accordo per le nomine dei giudici della Cassazione.