Il risultato è stato portato a casa, il Parlamento Europeo ha votato la ‘fiducia’ alla Commissione nominata dalla Presidente Ursula von der Leyen.

Servivano 361 voti e ne sono arrivati 370, troppo pochi, però, per consentire alla leader europea di dormire sonni tranquilli. Troppo pochi per festeggiare trattandosi del risultato più basso mai ottenuto dal 1995, da quando cioè in Europa si elegge il Collegio dei Commissari.

Un risultato che indica una crescente instabilità della maggioranza a sostengo di Ursula von der Leyen fortemente contraria all’allargamento a Ecr. Un allargamento voluto dalla Presidente di Commissione e dal Ppe, ma, mal digerito dalle altre forze di maggioranza (S&D e Renew) e che ha determinato il record negativo di voti.

Vediamo allora chi ha votato a favore della Commissione von der Leyen 2 e chi no.

Commissione Ue, nasce nuova maggioranza Ursula

Il Parlamento Europeo riunito in plenaria ha votato il via libera alla Commissione. I sì a favore dei 27 commissari scelti da Ursula von der Leyen sono stati 370, i contrari 282 e 36 gli astenuti. Una maggioranza risicatissima, di appena nove voti sopra la soglia minima di approvazione. Molti in meno rispetto a quelli incassati a luglio, quando i voti per il via libera al secondo mandato dell’attuale presidente di Commissione furono 401.  

Von der Leyen ha ottenuto il 51,39% delle preferenze sui 720 componenti del Parlamento europeo. Una maggioranza fragile non solo dal punto di vista numerico, ma anche da quello degli obiettivi comuni.

A luglio Ursula von der Leyen fu sostenuta da una maggioranza diversa rispetta a quella che oggi ha votato l’ok al suo esecutivo. Quella di luglio era composta da Popolari, Socialisti e Liberali (Ppe, S&D, Renew) con l’appoggio dei Verdi, uniti da un patto di maggioranza volto a tenere fuori la destra nazionalista forte dell’exploit alle Elezioni Europee dell’8 e 9 giugno.

Oggi una parte di quella maggioranza non l’ha sostenuta. Popolari, Socialisti e Verdi si sono spaccati, solo Renew ha votato in modo compatto. La novità è rappresentata da Ecr, o meglio da una parte dei partiti che compongono il gruppo dei Conservatori Riformisti Europei, che a differenza di quanto fatto in estate, oggi ha votato a favore della Commissione Ue.

Oggi, quindi, la maggioranza von der Leyen è una maggioranza più larga poiché è composta dal Ppe, S&D e Renew, con l’appoggio di una parte dei Verdi e di una parte di Ecr. Un allargamento che però nasconde uno sfaldamento tra gli alleati storici.

Chi ha votato la Commissione di Ursula von der Leyen

L’unico gruppo europeo della maggioranza Ursula ad aver votato in maniera compatta la Commissione è stato quello dei Liberali di Renew. Un voto frutto del patto di responsabilità siglato nei giorni scorsi, poiché, in più occasioni la portavoce del gruppo ha espresso la decisa contrarietà all’ingresso di Ecr in maggioranza.

Meno compatto l’appoggio di socialisti di S&D, di cui fa parte anche il Partito Democratico italiano che ha votato a favore. Tra i socialisti si sono contati 25 voti contrari e 18 astenuti, ovvero i socialisti francesi mentre la delegazione tedesca si astiene.

Anche tra i popolari, il partito della Presidente di Commissione ci sono state defezioni: la delegazione del Partido Popular spagnolo e tre eurodeputati sloveni. Vota naturalmente a favore la delegazione italiana di Forza Italia. Tra i partiti ‘esterni’ si spaccano i Verdi con una parte che vota a favore, rappresentata dai deputati tedeschi e i Conservatori di Ecr, con la delegazione di Fratelli d’Italia compatta sul sì, mentre hanno votato no i polacchi del PiS.

Chi ha votato contro la Commissione

Compatta la bocciatura dei partiti della destra sovranista, contro cui la maggioranza Ursula ha eretto il cosiddetto ‘cordone sanitario’. Votano no le delegazioni di Europa per le Nazioni Sovrane e Patrioti Europei, tra cui anche gli europarlamentari della Lega di Matteo Salvini in contrasto con il voto del resto della maggioranza italiana.

Votano contro anche i parlamentari del gruppo di estrema sinistra Left che comprende anche gli europarlamentari di M5S, Ilaria Salis e Mimmo Lucano.

No anche dai Verdi italiani Ignazio Marino, Benedetta Scuderi e Leoluca Orlando, a cui si aggiungono i due dissidenti del Pd Cecilia Strada e Marco Tarquinio.

Raffaele Fitto è vicepresidente Ue

Con il via libera alla Commissione Ue si conclude anche la telenovela della vicepresidenza esecutiva a Raffaele Fitto, ministro italiano esponente di Ecr, indicato da Giorgia Meloni come commissario italiano, e che Ursula von der Leyen ha voluto nella squadra dei suoi vice aprendo una crisi politica in maggioranza.

Crisi che si è conclusa con il patto di responsabilità da parte dei tre partiti che compongono la maggioranza Ursula che hanno votato la fiducia nonostante la contrarietà alla nomina.

In conclusione

Il Parlamento Europeo ha approvato la Commissione von der Leyen 2 con 370 voti favorevoli, 282 contrari e 36 astenuti, ottenendo una maggioranza risicata. Questo è il risultato più basso dal 1995.

La maggioranza si è ampliata, includendo il PPE, S&D, Renew e una parte dei Verdi e degli ECR, ma è apparsa meno compatta rispetto al voto di luglio, quando la Commissione aveva ottenuto 401 voti.

Tra i socialisti, 25 hanno votato contro, mentre tra i popolari ci sono state defezioni, tra cui il Partido Popular spagnolo. I liberali di Renew hanno votato compatto a favore, mentre i sovranisti e l’estrema sinistra, inclusi i deputati della Lega e del M5S, hanno bocciato la Commissione.

Anche alcuni Verdi e membri del PD italiano hanno votato contro. La questione della vicepresidenza di Raffaele Fitto ha creato una crisi politica, ma è stata risolta con un accordo tra i partiti della maggioranza.