La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il contestatissimo Decreto Flussi contenenti le misure urgenti in ‘materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri, tutela e assistenza alle vittime del caporalato, di gestione flussi migratori e di protezione internazionale, nonché dei relativi procedimenti giurisdizionali’.
Il testo, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, adesso passerà al Senato per l’approvazione definitiva.
L’operazione Albania, e il caso dei trasferimenti dei migranti nei centri per i rimpatri albanesi, ha condizionato in maniera prepotente e determinante l’iter parlamentare del decreto sulla gestione dei flussi migratori nel nostro Paese. Il decreto licenziato dal Consiglio dei Ministri, infatti, è stato utilizzato dal Governo Meloni per ‘blindare’ l’operazione, attraverso una serie di emendamenti approvati a suon di maggioranza in Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.
Due gli emendamenti approvati dalla commissione e quindi divenuti parte integrante del testo approvato oggi – mercoledì 27 novembre 2024 – dalla Camera dei Deputati: l’emendamento Paesi Sicuri e il cosiddetto emendamento Musk, che vanno entrambi a modificare le procedure per le richieste di asilo dei migranti che arrivano, o, cercano di arrivare in Italia.
Approvato il Dl Flussi, come cambiano le regole
Oggi la Camera ha approvato – con 152 sì e 108 no – il Decreto Flussi contenente una serie di misure che modificheranno in maniera sostanziale l’ordinamento italiano in relazione al trattamento delle richieste d’asilo dei migranti.
Le due principali modifiche sono state introdotte da due specifici emendamenti presentati entrambi dalla maggioranza di Governo.
Con 152 voti favorevoli, 108 contrari e 4 astenuti, la Camera ha approvato il ddl recante disposizioni urgenti in materia di ingresso in Italia di lavoratori stranieri. #decretoflussi pic.twitter.com/YbVdCYPNSF
— Camera dei deputati (@Montecitorio) November 27, 2024
Il primo è il cosiddetto emendamento Paesi sicuri, con cui il Governo ha trasformato in una proposta emendativa il Decreto Paesi Sicuri, approvato d’urgenza dal Consiglio dei Ministri lo scorso ottobre in seguito alla prima sentenza di annullamento – dei giudici del Tribunale di Roma – dei trasferimenti di richiedenti asilo negli hotspot italiani in Albania.
Il decreto conteneva la lista dei 19 paesi considerati sicuri per il rimpatrio dei migranti a seguito dell’eventuale respingimento della richiesta d’asilo. La lista e le disposizioni del decreto sono diventate un emendamento al Dl Flussi scatenando una vera e propria battaglia con l’opposizione. Alla fine la maggioranza ha approvato l’emendamento che è diventato parte integrante del decreto approvato oggi.
La seconda modifica è contenuta, invece, in una proposta emendativa firmata dalla deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, ribattezzato anche ‘Emendamento Musk’ in riferimento all’attacco del magnate di Tesla ai giudici italiani sulla questione dei trasferimenti migranti in Albania.
L’emendamento modifica le competenze in materia di valutazione delle richieste di asilo, sottraendole ai giudici delle sezioni specializzate in immigrazione dei Tribunali Civili e conferendole ai giudici delle Corti di Appello. Anche questo emendamento è stato approvato a suon di maggioranza in Commissione Affari Costituzionali e poi a suon di fiducia alla Camera insieme al più ampio Dl Flussi.
Immigrazione, cosa cambia con l’emendamento Musk?
L’emendamento Musk interviene in maniera decisa sulla procedura per la gestione delle richieste di asilo dei migranti poiché ridistribuisce le competenze esautorando di fatto le sezioni specializzate in immigrazione dei Tribunali Civili.
Cosa cambia? Prima dell’approvazione del Dl Flussi, le suddette sezioni avevano il compito di valutare in materia di rimpatri e di concessione di asilo politico o umanitario. Con l’introduzione delle nuove disposizioni questa competenza passa ai giudici delle Corti di Appello, quindi a un grado di giudizio superiore.
Il contesto di questa proposta è legato a una recente decisione del Tribunale di Roma, che aveva sospeso il trasferimento di migranti albanesi nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di Gjader, ricorrendo anche alla Corte di Giustizia Europea. L’emendamento di Kelany mira a limitare il potere dei tribunali civili in questi casi, spostando la decisione alle Corti d’Appello.
L’iniziativa ha ricevuto il sostegno del Governo, ma ha sollevato forti critiche da parte dell’opposizione e dell’Associazione Nazionale Magistrati, che vedono in questa proposta una limitazione dell’autonomia giudiziaria e una centralizzazione delle decisioni in materie delicate come quelle relative ai migranti.
Dopo essere stato licenziato dalla Commissione, il testo emendato del Dl Flussi era arrivato – nella giornata di lunedì 25 novembre – alla Camera per l’approvazione, ma lunedì sera la maggioranza ha votato per riportare il decreto in commissione al fine di approvare una modifica all’emendamento di Fratelli d’Italia che stabilisce i tempi entro quali i giudici della corte d’Appello devono deliberare sulle richieste di asilo.
Migranti in Albania, adottata la lista dei Paesi sicuri
Le polemiche, però, non si sono limitate all’emendamento Kelany. La critica da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) e dell’opposizione di centrosinistra ha riguardato anche altri aspetti del Decreto Flussi, in particolare l’introduzione dell’emendamento sul “Decreto Paesi sicuri”.
L’emendamento approvato dalla commissione ha inserito nel Dl Flussi la Lista dei Paesi Sicuri, ovvero 19 paesi – tra cui anche Egitto e Bangladesh – verso cui è possibile rimpatriare i richiedenti asilo giunti in Italia. Con l’approvazione di oggi del Dl Flussi questa lista viene adottata per legge e come tale deve essere presa in considerazione dai tribunali deputati a valutare le richieste di rimpatri o di asilo.
In sostanza, l’introduzione del “Decreto Paesi Sicuri”, poi trasformato in emendamento, serve a consolidare l’operazione Albania, che rappresenta una delle priorità politiche del Governo Meloni, permettendo di continuare i rimpatri in Albania senza nuove interruzioni legali e rafforzando la legalità delle operazioni di trasferimento secondo la legge italiana, nonostante le possibili obiezioni da parte della giurisprudenza europea.
Implicazioni politiche e giuridiche del Dl Flussi
Il Decreto Flussi ha suscitato aspre e velenose polemiche tra maggioranza e opposizione e che, in alcuni casi, hanno coinvolto anche la magistratura. In particolare lo scontro si è concretizzato sul possibile impatto che le novità introdotte dal Dl Flussi avranno sui diritti dei migranti e sul sistema giudiziario italiano.
Il centrosinistra si oppone all’idea di trasferire le competenze in merito alle richieste d’asilo nelle Corti d’Appello, per il timore di rallentamenti nelle valutazioni dei procedimenti. Anche la questione dei “Paesi Sicuri” è stata oggetto di discussioni, soprattutto perché alcuni dei paesi inclusi nella lista non sono considerati “sicuri” da molte organizzazioni internazionali.
In generale, il Decreto Flussi e i suoi emendamenti segnano un punto di svolta nella gestione dell’immigrazione in Italia, mettendo in evidenza il conflitto tra le esigenze di sicurezza e il rispetto dei diritti umani e della giustizia. Adesso bisognerà attendere il passaggio al Senato e la possibile approvazione definitiva del decreto.
Come il Dl Flussi cambia le regole sull’immigrazione
Ecco come il Dl Flussi cambia le regole sull’immigrazione in Italia:
- Introduzione della lista dei “Paesi Sicuri”: È stata adottata per legge una lista di 19 paesi considerati sicuri per il rimpatrio, tra cui Egitto e Bangladesh. Tale lista dovrà essere presa in considerazione dai giudici per le richieste di asilo.
- Centralizzazione delle competenze sulle richieste d’asilo: Le decisioni sulle richieste di asilo, precedentemente affidate alle sezioni specializzate dei tribunali civili, ora sono trasferite alle Corti d’Appello, introducendo un grado di giudizio superiore che potrebbe rallentare le procedure e limitare la possibilità di contestare i trasferimenti.
- Blindatura dei trasferimenti in Albania: Le modifiche introdotte nel decreto rafforzano la legalità dei trasferimenti dei migranti in Albania, rendendo più difficile per i tribunali italiani o la giurisprudenza europea bloccare tali operazioni, consolidando così le politiche migratorie del governo.