La Camera dei Deputati ha approvato in prima lettura il contestatissimo Decreto Flussi che cambierà in maniera sostanziale l’approccio del nostro Paese in materia di protezione internazionale e gestione dei flussi migratori. Cambiano le regole e si introducono nuove disposizioni che toccheranno da vicino anche il lavoro dei giudici chiamati a valutare le richieste di protezione avanzate dai richiedenti asilo.

Il testo, su cui il Governo ha posto la questione di fiducia, adesso passerà al Senato per l’approvazione definitiva.

Nello specifico sono due gli emendamenti approvati dal Parlamento che vanno entrambi a modificare le procedure per i rimpatri degli stranieri arrivati illegalmente in Italia: l’emendamento Paesi Sicuri e il cosiddetto emendamento Musk.

Un intervento deciso da parte del Governo Meloni dettato dalla necessità di ‘blindare’ l’operazione Albania e con essa i trasferimenti dei migranti nei centri per i rimpatri albanesi. Il caso Albania, infatti, ha condizionato in maniera prepotente e determinante l’iter parlamentare del decreto attraverso una serie di emendamenti, approvati a suon di maggioranza dalla Commissione Affari Costituzionali di Montecitorio.

Approvato il Dl Flussi, come cambiano le regole

La Camera ha approvato – con 152 sì e 108 no – il Decreto Flussi contenente una serie di misure che modificheranno in maniera sostanziale l’ordinamento italiano in relazione al trattamento delle richieste d’asilo dei migranti.

Le due principali modifiche sono state introdotte da due specifici emendamenti presentati entrambi dalla maggioranza di Governo.

Il primo è il cosiddetto emendamento Paesi sicuri, con cui il Governo ha trasformato in una proposta emendativa il Dl contenente la famosa lista dei 19 paesi considerati sicuri dall’Italia per il rimpatrio dei migranti.

Il decreto era stato approvato d’urgenza dal Consiglio dei Ministri lo scorso ottobre in seguito alla sentenza di annullamento – da parte dei giudici del Tribunale di Roma – del trasferimento dei 12 richiedenti asilo egiziani e bengalesi in uno dei due hotspot italiani in Albania.

La seconda modifica è contenuta, invece, in una proposta emendativa firmata dalla deputata di Fratelli d’Italia Sara Kelany, ribattezzato anche ‘Emendamento Musk’ in riferimento all’attacco del magnate di Tesla ai giudici italiani sulla questione dei trasferimenti migranti in Albania.

L’emendamento modifica le competenze in materia di valutazione delle richieste di asilo, sottraendole ai giudici delle sezioni specializzate in immigrazione dei Tribunali Civili e conferendole ai giudici delle Corti di Appello. Anche questo emendamento è stato approvato a suon di maggioranza in Commissione Affari Costituzionali e poi a suon di fiducia alla Camera insieme al più ampio Dl Flussi.

Immigrazione, cosa cambia con l’emendamento Musk?

L’emendamento Musk interviene in maniera decisa sulla procedura per la gestione delle richieste di asilo dei migranti poiché ridistribuisce le competenze esautorando di fatto le sezioni specializzate in immigrazione dei Tribunali Civili.

Cosa cambia? Prima dell’approvazione del Dl Flussi, le suddette sezioni avevano il compito di valutare in materia di rimpatri e di concessione di asilo politico o umanitario. Con l’introduzione delle nuove disposizioni questa competenza passa ai giudici delle Corti di Appello, quindi a un grado di giudizio superiore.

Il contesto di questa proposta è legato alla decisione del Tribunale di Roma, di sospendere il trasferimento di migranti albanesi nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di Gjader, ricorrendo anche alla Corte di Giustizia Europea. L’emendamento di Kelany mira a limitare il potere dei tribunali civili in questi casi, spostando la decisione alle Corti d’Appello.

L’iniziativa ha ricevuto il sostegno del Governo, ma ha sollevato forti critiche da parte dell’opposizione e dell’Associazione Nazionale Magistrati, che vedono in questa proposta una limitazione dell’autonomia giudiziaria e una centralizzazione delle decisioni in materie delicate come quelle relative ai migranti.

Migranti in Albania, adottata la lista dei Paesi sicuri

Le polemiche, però, non si sono limitate all’emendamento Kelany. La critica da parte dell’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) e dell’opposizione di centrosinistra ha riguardato anche altri aspetti del Decreto Flussi, in particolare l’introduzione dell’emendamento sul “Decreto Paesi sicuri”.

L’emendamento approvato dalla commissione ha inserito nel Dl Flussi la Lista dei Paesi Sicuri, ovvero 19 paesi – tra cui anche Egitto e Bangladesh – verso cui è possibile rimpatriare i richiedenti asilo giunti in Italia. Con l’approvazione di oggi del Dl Flussi questa lista viene adottata per legge e come tale deve essere presa in considerazione dai tribunali deputati a valutare le richieste di rimpatri o di asilo.

In sostanza, l’introduzione del “Decreto Paesi Sicuri”, poi trasformato in emendamento, serve a consolidare l’operazione Albania, che rappresenta una delle priorità politiche del Governo Meloni, permettendo di continuare i rimpatri in Albania senza nuove interruzioni legali e rafforzando la legalità delle operazioni di trasferimento secondo la legge italiana, nonostante le possibili obiezioni da parte della giurisprudenza europea.

Implicazioni politiche e giuridiche del Dl Flussi

Il Decreto Flussi ha suscitato aspre e velenose polemiche tra maggioranza e opposizione e che, in alcuni casi, hanno coinvolto anche la magistratura. In particolare lo scontro si è concretizzato sul possibile impatto che le novità introdotte dal Dl Flussi avranno sui diritti dei migranti e sul sistema giudiziario italiano.

Il centrosinistra si oppone all’idea di trasferire le competenze in merito alle richieste d’asilo nelle Corti d’Appello, per il timore di rallentamenti nelle valutazioni dei procedimenti. Anche la questione dei “Paesi Sicuri” è stata oggetto di discussioni, soprattutto perché alcuni dei paesi inclusi nella lista non sono considerati “sicuri” da molte organizzazioni internazionali.

In generale, il Decreto Flussi e i suoi emendamenti segnano un punto di svolta nella gestione dell’immigrazione in Italia, mettendo in evidenza il conflitto tra le esigenze di sicurezza e il rispetto dei diritti umani e della giustizia. Adesso bisognerà attendere il passaggio al Senato e la possibile approvazione definitiva del decreto.

Come il Dl Flussi cambia le regole sull’immigrazione

Ecco come il Dl Flussi cambia le regole sull’immigrazione in Italia:

  • Introduzione della lista dei “Paesi Sicuri”: È stata adottata per legge una lista di 19 paesi considerati sicuri per il rimpatrio, tra cui Egitto e Bangladesh. Tale lista dovrà essere presa in considerazione dai giudici per le richieste di asilo.
  • Centralizzazione delle competenze sulle richieste d’asilo: Le decisioni sulle richieste di asilo, precedentemente affidate alle sezioni specializzate dei tribunali civili, ora sono trasferite alle Corti d’Appello, introducendo un grado di giudizio superiore che potrebbe rallentare le procedure e limitare la possibilità di contestare i trasferimenti.
  • Blindatura dei trasferimenti in Albania: Le modifiche introdotte nel decreto rafforzano la legalità dei trasferimenti dei migranti in Albania, rendendo più difficile per i tribunali italiani o la giurisprudenza europea bloccare tali operazioni, consolidando così le politiche migratorie del governo.