Prima le accuse reciproche in alcuni brani (quello che in gergo si chiama ‘dissing‘). Poi i colpi bassi e i veri e propri insulti, sempre tra le rime. Infine, il tribunale. Il ‘beef‘ (una faida prolungata nel tempo, sempre per usare la terminologia hip hop) tra Drake e Kendrick Lamar, due dei più importanti rapper di questa epoca, finisce in una causa legale intentata dal primo nei confronti del secondo e dell’etichetta discografica che lo rappresenta, la Universal Music.

Le accuse sono molto pesanti e riguardano, sostanzialmente, la concorrenza sleale con cui l’etichetta avrebbe promosso il brano di Lamar “Not like us, favorendone la diffusione su piattaforme come Spotify e moltiplicandone le visualizzazioni in streaming attraverso l’uso di bot informatici. Accuse che la Universal, in una nota, definisce “assurde“.

Resta il fatto di uno spettacolo davvero poco dignitoso per due degli artisti più popolari della scena musicale contemporanea. Certo, sempre meglio delle sparatorie con cui, in anni passati, si sono concluse alcune controversie tra star del rap (basti citare la faida tra Costa Est e Ovest negli anni ’90, che portò alla morte di Tupac Shakur e Notorious B.I.G.), ma gli attacchi e le invettive personali dei due hanno ampiamente superato la soglia del buon gusto per una posta in gioco fatta di identità e, soprattutto, soldi.

Drake fa causa a Kendrick Lamar e alla Universal, le accuse

Corruzione per moltiplicare artificialmente il numero di visualizzazioni (e quindi il successo) di “Not like us” e per deviare le ricerche degli utenti verso il brano di Kendrick Lamar. Queste le accuse depositate dai legali della casa di produzione di Drake (la Frozen Moments LLC) e che puntano il dito contro il rivale Kendrick Lamar e la Universal.

Il rapper canadese ritiene che l’etichetta discografica abbia sborsato quantità di denaro per ‘spingere’ la canzone sulle piattaforme streaming (in primis la diffusissima Spotify) attraverso dei bot informatici che ne moltiplicassero il numero di views, favorendone la popolarità.

Altri soldi sarebbero finiti, invece, ad Apple per fare in modo che Siri deviasse le richieste per l’album di Drake “Certified Lover Boy” sempre verso “Not like us. Accusa, quest’ultima, testimoniata anche da numerosi utenti, come ricordato in un articolo del magazine ‘Vibe’, sebbene non sia chiaro se il problema sia dovuto alle preferenze dell’algoritmo dell’assistente digitale o effettivamente a una pratica illegale.

Nella loro comunicazione, gli avvocati del rapper accusano l’etichetta discografica di non aver seguito le “normali pratiche commerciali“, lanciando invece “una campagna per manipolare e saturare i servizi di streaming“.

Parole che hanno trovato l’immediata replica della Universal che, in una nota, parla di attacchi “offensivi e falsi. L’azienda rimarca gli standard etici da sempre seguiti per le proprie iniziative promozionali e replica che simili argomentazioni legali “artificiose e assurde” non cancellano la libera scelta dei fan circa la musica che intendono ascoltare.

Drake Vs. Kendrick Lamar, le tappe della faida

Alla fine, dunque, il rapper canadese decide di percorrere le vie legali per porre fine allo scontro che va avanti da mesi con il suo rivale di Compton. Una scelta civile, forse l’unica da molto tempo a questa parte tra i due, che si sono trascinati a vicenda in una lotta nel fango forse anche divertente, a vederla dall’esterno, ma sicuramente eccessiva nei suoi contenuti e nei modi in cui è stata condotta.

Tutto si riduce, in questo modo, a una pura e semplice questione di soldi, accompagnata però da accuse su temi come l’identità e l’appartenenza alla black culture fino a insulti reciproci su questioni molto gravi come pedofilia e violenza sulle donne.

Uno scontro giocato quasi interamente sui versi di alcune canzoni delle due star dell’hip hop. Come in “Euphoria“, nel quale il rapper di Compton si fa beffe della doppia etnia di Drake, figlio di un padre afroamericano e di una madre bianca, con la quale è cresciuto, definendolo “un f*****o colonizzatore” della cultura black che non gli apparterrebbe.

Il brano rappresenta la risposta di Kendrick Lamar a “Taylor made freestyle” di Drake, nel quale quest’ultimo utilizza le voci di Tupac Shakur e Snoop Dogg, ricreate attraverso l’intelligenza artificiale, per offendere il rivale. L’obiettivo del canadese, pienamente raggiunto, è quello provocare il rapper californiano colpendolo sul legame, per lui molto profondo, con il modello rappresentato da Tupac.

Il tono dello scontro si fa, dunque, sempre più infimo, fino ad arrivare al mese di maggio 2024 in cui, nel giro di pochi giorni, si tocca il punto più basso dell’intera vicenda.

A iniziare è Kendrick Lamar con “Not like us“, canzone nella quale dà esplicitamente del pedofilo a Drake (“Certified lover boy? Certified pedophiles“, citando il titolo dell’album del 2021 del rapper canadese), riferendosi ad accuse nei suoi confronti che vanno avanti da anni.

Il video di “Not like us”, brano di Kendrick Lamar.

La risposta di Drake arriva a stretto giro, con il brano “Family matters” nel quale accusa il rivale di aver picchiato sua moglie (“They hired a crisis management team / To clean up the fact that you beat on your queen“, che tradotto diventa: “Hanno assunto un team di gestione della crisi / per sistemare il fatto che hai picchiato la tua regina“).

Kendrick Lamar e il successo del suo dissing favorito ai Grammy

Tutte accuse prive di fondamento o di qualsiasi prova a sostenerle. In altre parole, puri e semplici insulti.

Il motivo per questo conflitto prolungato e di bassissima lega è ancora un mistero. Al di là di quella che potrebbe essere un’antipatia tra i due rapper, infatti, non emergono ragioni di altra natura per giustificare un odio così feroce e toni tanto squallidi.

Le loro sono storie di successo. Da un lato c’è Drake, uno degli artisti che ha venduto di più negli ultimi anni, con un album in uscita nel 2024 già molto atteso; dall’altro, Lamar, addirittura vincitore del Premio Pulitzer nel 2018 per i testi delle sue canzoni contenute nell’album “Damn“.

A peggiorare le cose potrebbero essere i prossimi Grammy awards dove Kendrick Lamar ha ricevuto sette nomination tra cui quelle a Registrazione dell’anno e Canzone dell’anno proprio per la discussa “Not like us“, cui si aggiungono:

  • Best music video
  • Best rap performance
  • Best rap song

Le ultime due ottenute sia per “Not like us“, sia per “Like that“, brano realizzato con Future and Metro Boomin.

Un successo straordinario che rischierà di alimentare ulteriormente lo scontro, anche in virtù dell’assenza di Drake dalla cerimonia del prossimo 2 febbraio. Una scelta presa in aperta contestazione con i Grammy, dopo che negli ultimi anni non ha ricevuto candidature. Un eventuale trionfo di Lamar potrebbe, quindi, sommare polemiche su polemiche, gettando benzina sul fuoco di un conflitto che non ne ha di certo bisogno.

Conclusioni

  • La causa legale di Drake contro Kendrick Lamar: Drake ha intentato causa contro Kendrick Lamar e la sua etichetta discografica, la Universal Music, accusandoli di manipolare artificialmente le visualizzazioni del brano “Not Like Us” su piattaforme come Spotify, utilizzando bot informatici e influenzando i risultati delle ricerche su Siri per favorire il brano di Lamar. La Universal ha respinto le accuse, definendole “assurde” e “offensive“;
  • La faida musicale e gli insulti reciproci: la disputa tra i due rapper si è intensificata attraverso le loro canzoni, con insulti pesanti e attacchi personali. Kendrick Lamar ha accusato Drake di essere un “colonizzatore” della cultura nera e ha insinuato che fosse un pedofilo, mentre Drake ha risposto accusando Lamar di violenza domestica. Gli attacchi si sono concentrati sui temi dell’identità, dell’appartenenza e su scandali non provati;
  • IGrammy awards 2025 e il futuro della faida: la faida si è complicata ulteriormente con le nomination di Kendrick Lamar ai Grammy awards 2025, inclusi sette riconoscimenti per “Not Like Us“. La controversia potrebbe acuirsi con una sua vittoria, alimentando così ulteriori polemiche e tensioni tra i due artisti.