Il rapporto fra sindacati e ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha fatto una vittima: lo sciopero del 29 novembre 2024 è stato precettato da Matteo Salvini, che ne aveva subito contestato la validità e la necessità.
Lo sciopero era stato indetto dalla Cgil di Maurizio Landini e dalla Uil di Pierpaolo Bombardieri, che nei precedenti incontri con i rappresentanti del governo non avevano trovato risposte sufficienti e chiare sui problemi da loro espressi riguardo la prossima legge di bilancio.
Attivata la precettazione, lo sciopero del 29 novembre verrà di conseguenza ridotto, ma al momento non sono disponibili ancora dettagli al riguardo.
Salvini ha giustificato la sua decisione da un lato per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini italiani, dall’altro con il fatto che i due sindacati prima citati si sono resi responsabili di fin troppi scioperi da quando si è insediato il governo di centrodestra.
Sciopero generale 29 novembre: Salvini e sindacati a confronto
Fumata nera e probabile pioggia di critiche per Matteo Salvini dopo l’incontro svoltosi nel tardo pomeriggio di oggi 26 novembre 2024 presso la sede del Mit: lo sciopero generale indetto il 29 novembre dalla Cgil e dalla Uil è stato precettato nella parte che andava a colpire i trasporti pubblici.
Ancora non sono noti i dettagli, ma con questa decisione il leader della Lega e vicepremier ha tirato una linea netta nei confronti dei due segretari sindacali Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, che pure erano stati prodighi di critiche verso lo scarso funzionamento del ministero guidato da Salvini.
Se i trasporti probabilmente si fermeranno soltanto 4 ore in quella giornata, andando a guardare cosa successo in altri scioperi precettati, in precedenza dell’incontro Bombardieri e Landini avevano firmato un comunicato congiunto per spiegare le ragioni dello sciopero generale ma soprattutto per confermarlo.
Una decisione che era stata dettata anche dal fatto che le due categorie sindacali, e per esteso tutti i lavoratori e le lavoratrici che essi rappresentano, avevano subito dal ministro dei Trasporti attacchi gratuiti e critiche senza alcun fondamento giustificabile:
Stiamo scrivendo proprio in queste ore insieme alla Uil che per quello che ci riguarda noi riconfermiamo lo sciopero di 8 ore anche per il Tpl e il trasporto aereo. Spiegare che dovremmo limitare il diritto di sciopero perché quel giorno lì ci sono troppe organizzazioni sindacali che proclamano lo sciopero generale credo che sia sotto gli occhi di tutti la follia di questa motivazione.
Landini aveva anche risposto ad una delle affermazioni fatte da Salvini prima dell’incontro, che lamentava come gli scioperi generali andassero ad attaccare troppo profondamente le esigenze dei cittadini italiani.
Va anche ricordato che, per tutelare la mobilità e i diritti dei cittadini, non devono bloccare gli scioperi, devono rinnovare i contratti, devono fare gli investimenti sul sistema dei servizi, sugli autobus, devono fare quelle cose che generalmente il ministro dei trasporti non fa.
La Cisl di Luigi Sbarra aveva deciso di non partecipare allo sciopero generale giustificando il fatto come un tentativo di non distruggere il dialogo fra le parti sociali, i sindacati ed il governo: un’extrema ratio da sfoderare quindi soltanto in caso di bisogno.
Salvini: “Oltre allo sciopero anche il diritto alla mobilità”
Dopo un certo periodo di “tranquillità” dal lato dei rapporti fra sindacati e ministero dei Trasporti, fra i quali però non erano di certo mancate frecciate e forti critiche, la decisione di oggi raffredda ancora di più le relazioni fra le due parti.
La precettazione, infatti, può far piacere a chi dovrà viaggiare il 29 novembre perché riduce le ore in cui il trasporto pubblico è inattivo, ma allo stesso tempo pone sulle spalle di chi vorrà aderire il non piccolo fardello di veder detratto dal proprio stipendio le ore lavorative perse.
In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, più di uno sciopero al giorno. Esiste il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla mobilità, alla salute ed al lavoro di tutti gli altri italiani.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) November 26, 2024
Ridurre da 8 a 4 ore la… pic.twitter.com/ARLVcjTbKs
La decisione del leader leghista è, secondo quanto affermato anche sui social prima dell’incontro con Bombardieri e Landini, giustificata non soltanto dai numeri ma anche dal sottotesto politico dietro l’azione dei due maggiori sindacati italiani:
In 25 mesi di governo 1.342 scioperi proclamati e 949 effettuati, 38 al mese, di cui 518 proclamati e 374 effettuati a livello nazionale, più di uno sciopero al giorno. Esiste il diritto allo sciopero per i sindacalisti, esiste anche il diritto alla mobilità, alla salute ed al lavoro di tutti gli altri italiani.
Salvini sembra quindi suggerire che lo svolgimento di troppi scioperi dall’inizio di questo governo (cioè fine 2022) è un indice dell’attività fin troppo frenetica di Cgil e Uil: se il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture avesse voluto davvero intaccare il diritto allo sciopero, non ce ne sarebbero stati così tanti.
Le opposizioni criticano la precettazione
Se queste sono le posizioni delle due parti direttamente coinvolte, cioè quella politico-istituzionale e quella sindacale, esistono anche le opposizioni all’attuale governo e che cercano di ritagliarsi un proprio spazio mediatico sulla vicenda dello sciopero generale.
Lo stop ai trasporti del 29 novembre andrà sicuramente a colpire le attività di migliaia e migliaia di lavoratori, pendolari, studenti e turisti che affollano le città italiane, andando poi ad inserirsi in una cronica carenza di taxi o altri tipi di mobilità tipica dell’Italia.
Considerato ciò, dal PD si sono levate voci di critica nei confronti di Salvini e del suo operato, che sembra tornato a ripetere le stesse accuse mosse ai sindacati fra il 2022 e il 2023: molti scioperi in quel periodo vennero infatti precettati e ridotti spesso a 4 ore di stop.
Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, a Tag24 ha affermato che c’è un disegno politico dietro l’agire salviniano: la forzatura della precettazione nasce in risposta di opposizione a due sindacati – Cgil e Uil – da tempo critici di questo governo.
Per Scotto si dovrebbe analizzare anche il ruolo giocato in questi giorni dal Codacons e dalla Commissione Garanzia scioperi, che non sarebbero stati sufficientemente neutrali nella questione:
Vogliamo comprendere quale sia la motivazione della possibile limitazione di un diritto costituzionale nel settore dei trasporti. Siamo molto preoccupati perché stiamo assistendo a una campagna politica da parte del ministro delle Infrastrutture Salvini che punta a mettere lavoratori contro altri lavoratori. Non è accettabile e dunque chiediamo che il Parlamento sia informato subito.
I tre punti salienti dell’articolo
- Precettazione dello sciopero: il ministro Matteo Salvini ha deciso di precettare lo sciopero del 29 novembre 2024, indetto dalla Cgil e dalla Uil, riducendolo a sole 4 ore per garantire il diritto alla mobilità dei cittadini e contrastare gli scioperi frequenti che, secondo lui, danneggiano la quotidianità degli italiani.
- Motivazioni sindacali e politiche: Cgil e Uil, attraverso i loro segretari Maurizio Landini e Pierpaolo Bombardieri, hanno giustificato lo sciopero come una risposta alle politiche del governo, accusando Salvini di attacchi ingiustificati. Hanno anche criticato la precettazione come un attacco al diritto di sciopero e una manovra politica contro i sindacati che contestano l’esecutivo.
- Critiche politiche: le opposizioni, in particolare il PD, hanno accusato Salvini di usare la precettazione come strumento politico contro Cgil e Uil, suggerendo che dietro la sua decisione ci sia una strategia per dividere i lavoratori e indebolire le critiche sindacali al governo.