Sembrava la rinascita per il castello di Sammezzano, l’edificio in provincia di Firenze la cui origine risale a prima dell’anno mille che poi nel diciannovesimo secolo l’eclettico marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona trasformò in uno dei principali esempi di architettura orientalista in Italia, ma le speranze sono perdute.
Ginevra Moretti, amministratrice della Smz Srl, la società controllata dalla sua famiglia, aveva presentato al curatore fallimentare dell’attuale proprietà, la Sammezzano Castle, una proposta di concordato che avrebbe dovuto togliere l’affascinante castello dall’ennesima asta e soprattutto dal degrado in cui è accaduto dopo anni di abbandono.
Verso un’altra asta dopo la proposta di concordato di un mecenate culturale
La notizia era stata accolta con soddisfazione dai tanti che da anni guardano con preoccupazione allo stato del castello di Leccio, a pochi chilometri da Firenze, dopo due aste andate deserte. Pare che il curatore fallimentare, l’avvocato romano Luca Gratteri, non abbia ritenuto adeguato agli interessi della curatela il concordato proposto da un’azienda che già si è distinta come mecenate culturale.
“Non sappiamo esattamente cosa sia accaduto – è il commento di Save Sammezzano il movimento civico che da tempo chiede il recupero e il ritorno alla fruibilità pubblica del castello – ma certo siamo preoccupati perché si perde ulteriore tempo, si dovrà passare un altro inverno. Poi se l’asta andrà di nuovo deserta che succederà?”. Per il castello di Sammezzano, uno dei luoghi del cuore per il Fondo ambiente italiano, non c’è pace.