Sono passati undici anni dalla scomparsa di Gianni De Angelis, avvenuta a Pontecorvo, in provincia di Frosinone l’8 maggio 2013.
Da quel giorno, nessuno ha più avuto notizie dell’allora trentacinquenne, benvoluto da tutti ed integrato nella comunità locale di Esperia, dove risiedeva da tempo.
Titolare di una società di autoricambi, la gestiva in collaborazione con il cognato, mentre in ufficio era presente anche il padre, per offrire supporto. Quel mercoledì, l’uomo, intorno alle nove del mattino, si allontana dall’azienda per spedire un pacco.
Un’ora dopo, alle dieci, avverte la sorella che sarebbe rientrato a casa più tardi, poiché impegnato in una lunga fila alle Poste.
Da quel momento nessuno ha avuto più notizie del ricambista. Ha spento il suo cellulare un vecchio modello di Nokia ed è diventato irreperibile per tutti.
La denuncia è stata effettuata ad ora di pranzo, intorno alle 12. I parenti gli avrebbero dato il beneficio del dubbio, pensando che il suo telefono fosse, come spesso accade scarico.
Gianni De Angelis, scomparso da 11 anni: abbigliamento e identikit
Al momento della sparizione, De Angelis indossava un maglione scuro a strisce bianche, jeans, scarpe da ginnastica grigie e un orecchino al lobo sinistro.
Tra i segni particolari, un tatuaggio sulla spalla destra destra un indiano mentre tende un arco. È alto un metro e settantacinque, occhi e capelli castani. Chiunque avesse potenziali notizie relative alla sparizione di Gianni, è tenuto ad informare il comando dei carabinieri e della polizia di Frosinone.
Qualora fosse avvistato in zone al di fuori del Lazio, l’invito è di telefonare il servizio d’emergenza al 112 e potrebbe apparire differente dalle foto pubblicate dai parenti. È importante attenzionare stazioni dei treni, metropolitane, bus, aeroporti ed esternamente dall’Italia.
Sono passati tanti anni, troppi, dal suo allontanamento presumibilmente volontario e per restare anonimo potrebbe aver cambiato vestiario e taglio di capelli.
Ritrovata una lettera di Gianni e la sua automobile in una diga
Nei giorni seguenti alla sparizione, la sorella di De Angelis ha scoperto nell’abitazione dell’uomo una lettera allarmante, ma il suo contenuto a oggi, non è ancora noto.
Quarantotto ore, in una strada secondaria di Esperia, comune di circa tremila abitanti nel Lazio, viene ritrovata da un amico del trentacinquenne l’automobile utilizzata per spostarsi quotidianamente, di proprietà di un familiare, una FIAT PUNTO color celeste, vicino ad una diga.
Le sue ricerche sono durate un mese circa e hanno fornito sempre esito negativo. Sul campo protezione civile, unità cinofile e forze dell’ordine, che hanno potuto escludere quasi con certezza l’ipotesi di un gesto estremo.
Quest’ultima, una dinamica vista recentemente nel caso di Riccardo Branchini, scomparso di cui non si hanno più notizie dal 12 ottobre. Come per Gianni, la sua vettura è stata rinvenuta nei pressi della chiusa del Furlo, luogo del primo ed ultimo avvistamento del diciannovenne.
De Angelis potrebbe aver ricominciato una nuova vita altrove
Nelle settimane precedenti alla scomparsa, De Angelis stava attraversando un periodo di forte fragilità, complesso, come spesso accade a tanti coetanei nel corso dell’ordinarietà.
Nulla avrebbe mai fatto presagire una scelta così drastica, dolorosa per tutte le persone a lui legate, immersi in un silenzio straziante da ormai troppo tempo, stroncati all’idea che possa essere in pericolo, in difficoltà.
Un solo avvistamento, due anni dopo, nel 2015, nella vasta Stazione Termini di Roma, oggi ricca di controlli da parte di militari e carabinieri. L’Arma, con le loro attuali postazioni fisse, avrebbero potuto fornire nell’immediato aiuto e supporto al segnalante.
Purtroppo non è mai stato verificato se si trattasse di Gianni o più semplicemente, uno scambio di persona.
Ci si auspica che questa storia prima o poi giunga ad un lieto fine, o perlomeno, alla verità, di qualsivoglia natura possa essere. È importante continuare a parlarne, ricordare tutti gli scomparsi, affinché nessuno resti indietro o dimenticato.