La risposta di Beppe Grillo alla Costituente M5S non si è fatta attendere: nuova votazione e guerra legale per il simbolo. Ad annunciare la contro-svolta il fedelissimo Danilo Toninelli con un video messaggio Facebook.
Beppe Grillo sceglie di non rispondere direttamente alle parole di Giuseppe Conte che domenica sera, dal palco del Palazzo dei Congressi dell’Eur, aveva attaccato il fondatore senza mai fare il suo nome. Il Garante sta continuando a mettersi di traverso per citare il Presidente.
Tutto da rifare quindi, il popolo a Cinquestelle dovrà ritornare a votare e questa volta la battaglia del quorum potrebbe essere doppiamente decisiva per invalidare il voto.
La scissione è compiuta e il nuovo voto servirà a contarsi e capire chi sta con il fondatore e chi sta con il riformatore.
“Il Movimento 5 Stelle degli inizi, che aveva dei tratti forse troppo rigidi, ma sicuramente identitari, è già finito da anni, non da ieri”.
Spiega Federico Pizzarotti, pentastellato della prima ora, sindaco di Parma e oggi passato ad Azione. L’ex primo cittadino, intervistato in esclusiva da Tag24.it, ha commentato gli esiti della votazione dell’Assemblea Costituente – svoltasi il 23 e 24 novembre – e cosa ha significato o significherà per il Movimento 5 Stelle l’estromissione di Beppe Grillo.
“Pensare che Grillo sia estromesso dal Movimento 5 Stelle è un assurdo e quindi il fatto di averlo raggiunto dà l’idea che sia la fine di tutto e sia la nascita di qualcos’altro. Servirebbe, però, che avessero anche un programma e delle idee a parte dei personaggi. Il Movimento 5 Stelle senza principi e senza Grillo direi che è definitivamente finito.”
Sarà scissione? Pizzarotti: “Senza Grillo M5s non esiste”
L’esito delle votazioni, quindi, non ha sorpreso Pizzarotti che anzi si meraviglia di chi si meraviglia.
“Me l’aspettavo perché ormai Il movimento non esiste più da tanti anni, questo è stato l’epilogo formale, tra virgolette, di una cosa che si sapeva sarebbe successa e sarebbe arrivata. Non mi meraviglia, mi meraviglio di chi si meraviglia, e anzi, aggiungo, è sarà bello adesso parte capire se nascerà qualcosa di antagonista o di divisivo relativamente la parte più radicale.”
Cosa nascerà e con quale nome e quale simbolo, però sarà da tutto da vedere. E sì, perché Beppe Grillo non solo ha richiesto la ripetizione del voto come da prerogativa dello statuto, ma ha anche annunciato l’avvio di una battaglia legale per il nome e per il simbolo.
La scissione è dunque inevitabile, si mormora tra i corridoi di palazzo tra i Cinquestelle, poiché qualsiasi sia l’esito della nuova votazione ciascuno andrà per la sua strada.
“Se ci sarà una scissione non so dirlo ma in ogni caso sia chi rimane – cioè Conte – sia eventualmente chi vuole spolverare qualcosa che non esiste più, il risultato finale è lo stesso: il non avere degli obiettivi politici. Come nel marketing un brand ha ancora un valore, ma purtroppo in politica al di là del valore sarebbe opportuno che ci fossero degli ideali, degli obiettivi che oggi non vedo più.”
“Principi strappati per convenienza da chi oggi li rivendica”
E dove sono finiti quegli ideali? Pizzarotti che non risparmia critiche al suo ex movimento, sottolineando come le rivendicazioni dei principi delle origini, da entrambe le parti, sia una rivendicazione vuota di contenuti dal momento che da anni tali principi sono stati messi da parte.
“Chi oggi rivendica il rispetto dei principi in tante situazioni ha per convenienza stracciato le regole, quindi mi fa ridere quando poi si critica chi quelle regole le ha cambiate, comunque in punta di diritto e in punta di Statuto. Come si dice: le norme si interpretano per gli amici e si applicano per i nemici, ed questo è quello che è successo, ma la crisi arriva da molto più lontano”.
Doppi mandato, la critica di Pizzarotti
Ma ritorniamo a oggi e alla strategia di Beppe Grillo con la richiesta di una nuova votazione, che forse non è solo una mossa dettata da un desiderio di rivalsa e dalla voglia di imporre il proprio volere da parte di Beppe Grillo, ma potrebbe essere anche un modo per contarsi, per capire effettivamente su quali numeri si può fare affidamento in futuro, quando le strade si divideranno ufficialmente e dalla galassia grillina nasceranno due nuovi soggetti politici.
Alla Costituente il quesito sull’eliminazione del ruolo del garante ha ottenuto il 63,24% dei sì. Lo stesso vale per la questione del doppio mandato. Gli iscritti hanno votato per l’eliminazione del limite con una percentuale del 72,08%.
L’esponente di Azione ha commentato anche le votazioni relative al limite del secondo mandato, criticando duramente il modo in cui è stato gestito e non il principio in sé. Un principio, secondo Pizzarotti, pienamente in linea con quello che voleva essere il Movimento alla sua nascita.
Pizzarotti sostiene, infatti, che tale principio sia stato applicato in modo “comodo”, quando, invece, si sarebbe dovuto intervenire sul meccanismo di conteggio dei mandati che non dovevano essere tutti equiparati. Secondo l’ex primo cittadino di Parma, i mandati dovevano venire conteggiati in base al tipo di impegno: amministrativi, parlamentari, etc.
“E’ stato fatto un errore mettendo in discussione il principio dei due mandati e derogando su tutto. In passato sono stati conteggiati nei due mandati anche quelli di gente che ha fatto il consigliere di quartiere. Si tratta di un principio cardine che, però, già all’epoca era applicato in modo ottuso, poteva essere adattato in modo intelligente, è stato, invece, adattato in modo comodo e utile, ma non più tenendo dei principi. “
Pizzarotti: “Riorganizzare il M5s? Forse solo Raggi ha le capacità”
Su chi, o cosa, potrà contare Beppe Grillo nella sua battaglia per riprendersi il suo Movimento 5 Stelle? Tanti i nomi noti che circolano con insistenza: Danilo Toninelli, ex ministro dei Trasporti; Virginia Raggi ex sindaca di Roma, ma anche Alessandro Di Battista sono i nomi che circolano con maggiore insistenza.
L’ex sindaco del Movimento 5 Stelle, però, non esprime molta fiducia sulla capacità di riorganizzazione dei sostenitori di Grillo.
“Beppe Grillo può essere mosso oggi da una voglia di rivalsa, questo non c’è dubbio, ma che abbia la voglia e la capacità di organizzarsi, dal mio punto di vista, è impensabile. Chi organizzava tutto era nella prima fase Casaleggio, nella seconda fase Di Mario e gli altri. Virginia Raggi magari ha una forma mentis di lavoro più organizzata, però da sola sicuramente non può fare tutto. Vedremo su questo, ovviamente sono curioso anch’io di vedere come evolverà la situazione”.
Conclude Federico Pizzarotti.
In conclusione
Il conflitto interno al Movimento 5 Stelle continua a essere acceso. La scissione appare ormai inevitabile. Federico Pizzarotti, ex sindaco di Parma e ora membro di Azione, ha commentato l’esito delle votazioni, esprimendo il suo scetticismo riguardo alla possibilità di una rinascita politica del M5S senza i principi originali e senza Grillo.
Secondo Pizzarotti, il Movimento ha perso la sua identità da anni e le rivendicazioni di chi oggi vuole far risorgere i principi fondativi sono prive di contenuti, poiché da tempo i valori iniziali sono stati abbandonati. Inoltre, Pizzarotti ha criticato la gestione delle regole interne, come il principio dei due mandati, che è stato applicato in modo rigido e incoerente in passato.