Ieri, 25 novembre 2024, Unicredit si è lanciata all’assalto di Bpm, la Banca Popolare di Milano. È un sogno vecchio almeno vent’anni quello dell’istituto di piazza Gae Aulenti di allargarsi acquisendo la banca che ha il cuore pulsante in Lombardia, Piemonte e Veneto. Ma, anche questa volta, dovrà vedersela con una politica che non resta alla finestra: alla fine, spunta sempre qualcuno che dice “abbiamo una banca”, senza o con punto interrogativo.
“Abbiamo una banca”: chi lo disse. E chi può dirlo oggi
La domanda – “Abbiamo una banca?” – è entrata di prepotenza nel copione del teatrino politico italiano una ventina d’anni fa. La pronunciò al telefono l’allora segretario dei Ds Piero Fassino: era l’estate 2005 e Unipol era a un passo dall’acquisizione di Bnl.
Fassino parlava con l’ex amministratore delegato dell’istituto bolognese, Giovanni Consorte. E le sue parole divennero celeberrime grazie alla pubblicazione su Il Giornale, l’ultimo dell’anno, il 31 dicembre 2005, dell’intercettazione che le conteneva.
Come sia finita sul giornale sebbene coperta da segreto, non trascritta e nell’esclusiva disponibilità dei pm, fu all’origine di un processo e finì per causare grattacapi non da poco sia a Paolo che a Silvio Berlusconi. Ma, comunque sia, suscitò anche un pandemonio politico, col centrodestra che si scagliò subito contro il centrosinistra accusandolo di voler mettere le mani sulla finanza italiana, forte già del mondo cooperativo.
La posizione della Lega (e quella degli alleati di governo)
Ma oggi? Oggi chi può dire, citando Fassino, “abbiamo una banca” senza punto interrogativo?
A ben vedere, è la cronaca di ieri, 25 novembre 2024, a svelarlo. La notizia della Ops, l’Offerta Pubblica di Sottoscrizione di Unicredit nei confronti di Bpm, non è andata giù al leader della Lega Matteo Salvini e al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, numero due del Carroccio.
Quest’ultimo ha rotto il suo proverbiale silenzio con queste parole:
“L’operazione di Unicredit su Banco Bpm è stata comunicata ma non concordata col governo. Poi vedremo: come è noto, esiste la golden power. Il governo farà le sue valutazioni, valuterà attentamente quando Unicredit invierà la sua proposta per le autorizzazioni del caso”
Poi gli è venuta una citazione:
“Citando von Clausevitz, il modo più sicuro per perdere la guerra è impegnarsi su due fronti. Poi chissà che magari questa volta non sarà vero”
Quanto a Salvini l’ha messa giù che più chiaro non si può:
“Unicredit è straniera, va fermata”
E insomma: mentre Fratelli d’Italia e Forza Italia sono rimaste sostanzialmente alla finestra, è il Capitano a sentire di avere una banca e di avere il dovere di difenderla.
Non sono bruscolini: la Bpm ha il suo core business in Lombardia. Metterla a rischio con una nuova governance, quindi, è fumo negli occhi per i leghisti. In questa partita (anche politica) è il Carroccio ad avere più da perdere.
Che cosa è una Ops
Ma che cos’è una Ops, un’Offerta Pubblica di Sottoscrizione? Tecnicamente, si tratta di una operazione che consiste nel collocare sul mercato con un prezzo prefissato una determinata quantità di azioni, obbligazioni o titoli che consentono di acquisire diritti di voto e che siano di nuova emissione.
Ma perché Salvini sostiene che l’acquisizione di Bpm sarebbe per mano straniera? Perché della partita è anche un istituto tedesco, la Commerzbank. Quindi, a poco, in via Bellerio e dintorni, sono servite le parole del ceo di Unicredit, Andrea Orcel, che ha cercato di tranquillizzare chi ha orecchie per intendere:
“Qualsiasi acquisizione e integrazione di Banco Bpm che speriamo avvenga in maniera rapida e fluida, resterà indipendente da qualsiasi ipotetica e futura integrazione tra HvB e Commerzbank. Ciò che possiamo già dire, è che abbiamo presentato questa offerta su Banco Bpm in buona fede e coerentemente con la nostra strategia, con i nostri parametri dichiarati e con la nostra ambizione generale di costruire un nuovo campione bancario europeo che crei valore per tutti coloro che sono interessati da quest’operazione”
E no: nell’elenco non compaiono i leghisti.
“Abbiamo una banca” in tre mosse
- Ieri, 25 novembre 2024, Unicredit ha annunciato una Ops per acquisire Bpm
- Fratelli d’Italia e Forza Italia sono rimaste sostanzialmente alla finestra davanti all’annuncio dell’istituto di piazza Aulenti: chi si è sentito in dovere di intervenire annunciando la sua opposizione all’operazione è stata la Lega
- Il Carroccio ha tutto l’interesse a non vedere cambiare la governance di Bpm: l’istituto ha il suo core business nel Nord, soprattutto in Lombardia, storico bacino elettorale leghista. A via Bellerio sentono, citando Piero Fassino nel 2005, di avere una banca. E di doverla difendere