Chi sono Salvatore Colletta e Mariano Farina scomparsi da Casteldaccia, comune di undicimila abitanti in provincia di Palermo, il 31 marzo 1992.
Quella mattina, i due giovani, rispettivamente di quindici e dodici anni, avevano scelto insieme di marinare la scuola per passare una giornata diversa, a mare, con il desiderio di fare uno spuntino sulla spiaggia.
Allo stabilimento ci arrivano con un passaggio in motorino, accompagnati da un conoscente della stessa età. In un negozio vicino compreranno tutto l’occorrente per la merenda, ma lasceranno il conto in sospeso, di circa ottomila lire, destinato ad essere risarcito nei giorni successivi dai genitori.
Successivamente, a quello stesso adolescente, diranno quel martedì, di non voler ritornare a casa, incuriositi dalle molteplici possibilità che una vita lontana dalla Sicilia avrebbe potuto offrirgli.
Entrambi gli studenti si allontanano spinti da uno spirito di curiosità, tipico dell’età, ma poco consci dei pericoli che lì a poco avrebbero potuto affrontare.
Salvatore Colletta e Mariano Farina scomparsi da Casteldaccia: identikit e segni particolari
Tra i segni particolari di Salvatore, alto un metro e settanta, occhi castani e capelli neri, figuravano una cicatrice sulla sinistra, tra il dito medio e l’anulare, un’altra sul ginocchio sinistro e uno spazio tra gli incisivi superiori.
Mariano, era alto un metro e cinquantasette, capelli biondi e occhi castani. Durante la prima parte dell’infanzia aveva vissuto con i genitori in America, nazione a cui era fortemente legato e dovrebbe avrebbe desiderato ritornare.
Entrambe le famiglie dei due giovani, effettuarono nel 1992 regolare denuncia alle forze dell’ordine, nella speranza di ritrovarli sani e salvi nel minor tempo possibile.
Un sogno, una speranza sbiadita nel tempo, a distanza di trentadue anni dalla loro sparizione e con due famiglie che ancora oggi non riescono a trovare pace.
Le prime indagini e i presunti avvistamenti
Nei giorni successivi al loro allontanamento, nella comunità di Casteldaccia e nelle zone limitrofe, la preoccupazione per le sorti dei due ragazzi aumenta notevolmente, a causa di una paura ancestrale, legata al 1968.
Tre bambini in uno slargo di Aspra, frazione di Bagheria, ad undici minuti di distanza da Casteldaccia, scompaiono improvvisamente nel nulla in un giorno di maggio.
Di quei tre angeli, Domenico Astorino, Domenico D’Alcamo e Gaetano La Licata, nessuno ha avuto più notizie.
Il drammatico evento ha profondamente segnato non solo le città vicine, ma la Sicilia intera ed è spiritualmente concatenato a Salvatore e Mariano, che diventeranno, tragicamente, parte di un copione già visto in passato.
Nonostante dei potenziali avvistamenti a Bagheria, Caltanissetta e Palermo nei giorni successivi, nessuna delle segnalazioni ha offerto esito positivo.
La pista della Jugoslavia e della lupara bianca
Tra le piste varate nel corso degli anni da parte delle forze dell’ordine, un potenziale rapimento da parte di un gruppo di nomadi, diretti in nazioni distanti dall’Italia.
I rispettivi padri di Salvatore e Mariano, a seguito di alcune segnalazioni ricevute, partirono coraggiosamente insieme per l’ex Jugoslavia, in quegli anni teatro a cielo aperto di numerosi conflitti armati.
Il viaggio si rivelò purtroppo un buco nell’acqua, con nessun elemento utile al fine delle indagini e l’ennesimo dolore per le coppie di genitori.
Un’altra ipotesi è che gli adolescenti possano essere stati vittima di lupara bianca: un omicidio a sfondo mafioso con occultamento del corpo della persona assassinata.
Entrambi i ragazzini potrebbero essere stati, loro malgrado, testimoni di un evento che non avrebbero mai dovuto vedere.
Come potrebbe essere oggi Salvatore
A trentadue anni di distanza le speranze di ricevere notizie relative a Salvatore e Mariano Farina non si spengono, oggi giunti rispettivamente dell’età di 43 e 40 anni.
I parenti, mediante il contributo della polizia italiana, hanno pubblicato un identikit aggiornato con la foto di Salvatore, oltre alla realizzazione di una pagina Facebook per segnalazioni, avvistamenti e telefonate relative alla vicenda.
I familiari vogliono sapere la verità su ciò che è accaduto quel maledetto giorno, qualunque essa sia, nel bene e nel male. Qualora per uno strano scherzo del destino, entrambi gli uomini, ormai adulti fossero vivi, l’invito è di mettersi in contatto il prima possibile con le relative famiglie e rasserenarli.
In casi come il suddetto, è importante continuare a parlare e tener vivo il ricordo di tutte le persone scomparse affinché nessuna resti dimenticata.
Un altro mistero è legato a Michele Radicchi, scomparso nel giorno di Pasquale, l’8 aprile 2012 da Pisa e mai più ritrovato.