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Ed Sheeran e i botta e risposta con Band Aid: l'aiuto che non serve all'Africa

Ed Sheeran e i botta e risposta con Band Aid: l’aiuto che non serve all’Africa

Dicembre è quasi alle porte e il profumo del Natale si fa sentire ogni giorno con più insistenza. Michael Bublé e Mariah Carey si sono già scongelati e le prime note delle canzoni must del periodo risuonano nei negozi.

Fra queste, ritornano in auge i super brani di solidarietà, come “We are the World” o “Do They Know It’s Christmas, scritte appositamente per aiutare le popolazioni africane con il ricavato della diffusione dei singoli.

Come Michael Jackson per gli Stati Uniti, per il Regno Unito, a radunare artisti vari in un gruppo per scopi benefici ci ha pensato nel 1984 Bob Geldof, fondatore, appunto, di Band Aid e autore di “Do They Know It’s Christmas“. È proprio con quest’ultimo che il giovane 33enne Ed Sheeran ha intrapreso un botta e risposta che, ormai, va avanti da qualche settimana.

Una discussione nata da una “presa di posizione” proprio del giovane cantante di “Perfect“, che poco è piaciuta al 73enne musicista e attivista. Ma perché? Ecco cosa sta succedendo fra Ed Sheeran e Bob Gedolf e il “quasi litigio” per il brano “Do They Know It’s Christmas“.

Ed Sheeran contro “Do They Know It’s Chrtistmas” di Band Aid

Reduce dal processo per il presunto caso di plagio del brano di Marvin Gaye, ora il 33enne deve affrontare un’altra questione. Ed Sheeran non ha peli sulla lingua e non ci sta che qualcuno usi la sua voce senza consenso. Questo in pochissime parole l’inizio del diverbio verbale e mediatico che sta coinvolgendo da qualche tempo il giovane cantante irlandese e il fondatore di Band Aid, Bob Geldof.

Pomo della discordia sarebbe il brano proprio del supergruppo creato per scopi benefici del musicista 73enne “Do They Know It’s Christmas“. Tutto sarebbe cominciato nel momento in cui, per festeggiare i 40 anni del brano, Geldof ha deciso di rilasciare una nuova versione del brano, dopo l’originale del 1984 e i remix del 1989, 2004 e 2014.

Sebbene, in quest’ultima versione sia presente anche lo stesso cantante di “Think Out Loud“, il giovane Ed Sheeran ha deciso di non “prestare” la sua voce, questa volta. Il motivo? Un cambio di idea e di prospettiva scaturita da una riflessione dopo un post pubblicato da Fuse ODG, cantante britannico di origine ghanesi.

Fuse ODG avrebbe recentemente condiviso un’Instagram Stories spiegando che simili brani – apprezzabili negli intenti di aiuto e solidarietà – in realtà, si rendono “colpevoli” di reiterare nel tempo gli stessi stereotipi e preconcetti negativi che ledono l’Africa e la dignità dei suoi cittadini.

Riprendendo la storia dall’account ufficiale @fuseodg, infatti, Ed Sheeran ha condiviso un’altra Instagram Stories commentando che, dopo aver riflettuto sulle parole del collega, non avrebbe prestato nuovamente la sua voce.

Le parole di Fuse ODG e la condivisione di Ed Sheeran

Inizialmente “Do They Know It’s Christmas” è stata rilasciata per cercare di combattere la fame in Etiopia, che nel 1984 dilagava incessantemente e mieteva ogni giorno centinaia di vittime. Così, Bob Geldof e Midge Ure hanno deciso di dare vita al progetto benefico, cercando di raccogliere fondi per aiutare la popolazione.

Tuttavia, Fuse ODG ha voluto sottolineare il fatto che in questi 40 anni tante cose sono cambiate per i Paesi africani e che anche agli occhi del resto del mondo c’è stato un cambio di prospettiva. Per questo motivo ha affermato:

Ho rifiutato di partecipare a Band Aid perché ho riconosciuto il danno che iniziative come questa infliggono all’Africa. Se da un lato possono suscitare simpatia e donazioni, dall’altro perpetuano stereotipi dannosi che soffocano la crescita economica, il turismo e gli investimenti dell’Africa, costando al continente migliaia di miliardi e distruggendo la sua dignità, il suo orgoglio e la sua identità.

Mostrando immagini disumanizzanti, queste iniziative alimentano la pietà piuttosto che la collaborazione, scoraggiando un impegno significativo. La mia missione è stata quella di recuperare la narrazione, dando agli africani la possibilità di raccontare le proprie storie, ridefinire la propria identità e posizionare l’Africa come un fiorente centro di investimenti e turismo.

Oggi, è la diaspora a riportare i fondi più consistenti nel continente, non Band Aid o gli aiuti esteri, e questo significa che le soluzioni e il progresso dell’Africa sono nelle sue stesse mani.

Instagram Stories dal profilo ufficiale di Ed Sheeran sulla sua posizione nei confronti di “Do They Know It’s Chistmas” di Band Aid

Un’analisi condivisa in pieno dal cantante 33enne Ed Sheera, che, quindi, ha deciso di non partecipare all’iniziativa. Purtroppo, qui, qualcosa è andato storto, perché il giovane irlandese ha, poi, dichiarato che Band Aid avrebbe usato comunque la sua voce per il brano, senza il suo consenso:

Non è stata chiesta la mia approvazione per questa nuova uscita dei Band Aid 40. Se avessi potuto scegliere, avrei rispettosamente rifiutato l’uso della mia voce. A distanza di un decennio la mia comprensione della narrazione associata a questo è cambiata, spiegata eloquentemente da @fuseodg. Questa è solo la mia posizione personale, spero sia una posizione lungimirante. Con affetto a tutti x

La replica di Bob Geldof

Direttamente dalle pagine del “Sunday Times“, il fondatore di Band Aid, Bob Geldof ha voluto dire la sua in merito alla questione, sottolineando che proprio il brano incriminato sia stato, invece, un’ancora di salvezza per milioni di persone:

Questa piccola canzone pop ha tenuto in vita milioni di persone. Perché mai Band Aid dovrebbe eliminare la possibilità di nutrire migliaia di bambini che dipendono da noi per un pasto?

E, anzi, ha anche bollato l’argomento della diatriba come un “argomento da mondo ricco“. Il musicista 73enne, infatti, ha spiegato che il Band Aid Charitable Trust ha raccolto negli anni più di 140 milioni di sterline – equivalenti circa a 176 milioni di dollari.

Soldi che sono serviti sino a oggi per costruire scuole e portare la Sanità nei Paesi più poveri del Continente africano. Così Geldof ha ribadito:

Perché non continuare a farlo? A causa di un’astratta argomentazione del mondo della ricchezza, indipendentemente dalla sua legittimità? Nessuna teoria astratta, indipendentemente dalla sua sincerità, dovrebbe ostacolare o distrarre da questa orribile e concreta realtà del mondo reale. Ci sono 600 milioni di persone che soffrono la fame nel mondo, 300 milioni in Africa. Vorremmo che fosse un’altra cosa, ma non è così. Possiamo aiutare alcuni di loro. È quello che continueremo a fare

A People, invece, un rappresentante del supergruppo ha dichiarato che Ed Sheeran non ha mai espresso la volontà di ritirarsi dal progetto e non ha mai chiesto che la sua voce fosse tolta dal disco in uscita. E ha aggiunto che il leader di Band Aid ha telefonato al cantante di “Shape of You” per discuterne direttamente.

Anche Midge Ure si è schierato a favore del brano e dell’amico, spiegando che:

Ci sono molti guerrieri della tastiera là fuori, e nel tempo che impiegano a scrivere un commento sprezzante qualche bambino è morto. Loro parlano mentre noi facciamo davvero qualcosa. Tutte quelle star si sono presentate quella domenica mattina con i postumi di una sbornia, ma erano lì per un motivo. Anche se è possibile che avessero solo paura di Bob

Una discussione che ha sollevato non pochi dubbi e dato vita un vivace dibattito sulla reale utilità di iniziative del genere o se siano possibili delle variazioni nel modo di portarle avanti, così da essere proficue senza danneggiare la dignità e l’onore del Paese e delle persone che si vorrebbero aiutare.

In ogni caso, dopo le ultime battute di Gedolf e Ure, il silenzio sembra essersi posato sulla questione. Intanto, non è ancora chiaro se effettivamente la voce di Ed Sheeran sia stata tolta o meno dal nuovo remix di “Do They Know It’s Christmas“. Non resta che attendere per vedere i prossimi sviluppi del botta e risposta fra Ed Sheeran e Band Aid.


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Ilenia Scollo

Laureata in Comunicazione, Editoria e Scrittura con esperienza in testate di cinema e cultura, coniugo l'amore per le parole con il lavoro da redattrice.

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