Alto un metro e settantacinque, occhi e capelli castani, corporatura normale. Chi è Michele Radicchi, scomparso da Pisa, l’8 aprile 2012, in circostanze misteriose.
Originario di Firenze, ventinovenne all’epoca dei fatti, si sarebbe allontanato presumibilmente in modo volontario dalla propria abitazione, nella mattina di domenica, intorno alle 10, senza farvi più ritorno.
Nella sua casa, condivisa con due coinquilini, ha lasciato il suo smartphone, ma ha portato con sé diversi effetti personali, tra questi la carta d’identità e una piccola somma in contanti.
Aveva detto ad un amico che sarebbe andato ad un raduno di ciclisti, sport a cui era fortemente legato, ma da quel momento nessuno avuto più sue notizie.
Studente di medicina, il ragazzo aveva già conseguito un’altra laurea negli anni precedenti in “Informatica umanistica”.
Successivamente avrebbe prediletto questo nuovo percorso iscrivendosi all’università locale, sita a quattro minuti di distanza a piedi dalla storica torre pendente.
Da quel giorno, il giovane è diventato per tutti un fantasma, dileguatosi improvvisamente senza alcuna apparente ragione logica.
Michele Radicchi, il 29enne scomparso: abbigliamento, identikit
Radicchi, al momento della scomparsa indossava una felpa, jeans e scarpe sportive marroni. Ha bisogno di seguire una specifica terapia farmacologica, come riferito dai familiari.
Tra i segni particolari ha una cicatrice di circa dodici centimetri sul braccio sinistro ed è un poliglotta. Oltre l’italiano parla sei lingue, ovvero francese, inglese, tedesco, spagnolo, slovacco e cinese.
In caso di potenziali avvistamenti, qualora un testimone volesse tentare un avvicinamento al fine di aiutare Michele, ha numerose possibilità di scelta per comunicare. Fino ad ora, nessuna segnalazione è mai stata ricevuta.
Il giorno della sparizione, ovvero Pasqua 2012, la madre dell’ex studente avrebbe chiamato quella stessa mattina uno dei coinquilini, chiedendogli se il figlio fosse in casa. Una volta aperta la porta della camera da letto, la scoperta: all’interno non c’era nessuno.
Secondo il racconto di un altro coetaneo, il giovane sarebbe partito da Pisa diretto verso la città d’origine, Firenze, per un raduno di ciclisti, ma la sua presenza all’evento non è mai stata confermata, smentita o accantonata.
L’invito è naturalmente di telefonare immediatamente il servizio d’emergenza al 112, ai comandi della polizia e dei carabinieri di Pisa o in base al luogo della segnalazione. Ogni contributo, anche anonimo può essere utile al fine del ritrovamento sano e salvo del ventinovenne.
Prima della scomparsa, Michele avrebbe denunciato illeciti alla Procura di Pisa
Michele, persona apprezzata, benvoluta da tutti e dal carattere socievole era ben integrato all’interno del tessuto locale sia di Firenze che Pisa, l’una distante dall’altra, un’ora e venticinque minuti di automobile.
Il ventinovenne, attento alla tematica della lotta per la salute mentale, era impegnato in prima linea all’interno del Coordinamento etico nazionale per la tutela dei diritti dei disabili e dei familiari che li assistono.
Durante il suo periodo di degenza all’interno della clinica Psichiatrica dell’Azienda Ospedaliera Pisana, Radicchi, avrebbe presumibilmente assistito ad abusi, maltrattamenti e violazioni, nei confronti delle persone presenti nella struttura.
Una volta dismesso, il giovane ha denunciato alla Procura di Pisa l’accaduto ma non è mai pervenuta una risposta dall’ente.
Nel 2013, Giancarlo Mannini, presidente del coordinamento dei Caregivers, che ha richiesto al pubblico ministero la documentazione del sollecito e i relativi risultati ottenuti dalle indagini, ma ad oggi tutto tace.
La scomparsa di Michele Radicchi: un mistero lungo dodici anni
Sono passati dodici anni ma nessuno dei familiari, amici, conoscenti e colleghi di lavoro ha mai dimenticato Michele, che nel 2024 ha compiuto quarantun anni.
Cos’è successo in quella domenica di Pasqua non si è mai saputo, ma dopo tutto questo tempo ci si chiede se questo allontanamento fosse di natura volontario o potenzialmente provocato da altre motivazioni ignote ai parenti e gli inquirenti.
L’unica, dolorosa certezza, è che Michele a casa dalla sua mamma non è più tornato. Nonostante il tempo passi, scorra inesorabilmente in avanti, per tutte le persone a lui legate, il tempo si è cristallizzato definitivamente a quel giorno.
Ci si auspica che prima o poi, la giustizia faccia finalmente il suo corso e offra una risposta concreta, qualunque essa sia, su questa drammatica vicenda.
Un altro caso ancora aperto, è quello di Vincenzo Tortorici, scomparso da Sciacca il 31 ottobre 1988.
Da oltre trent’anni nessuno ha avuto più notizie dell’uomo, i cui cinque figli, ora adulti sono ancora impegnati nelle sue ricerche.