Un accordo per il cessate il fuoco tra Israele e il gruppo armato libanese Hezbollah sembra essere vicino, secondo quanto riportato da una fonte regionale alla CNN. Tuttavia, la situazione sul campo rimane critica, con un intensificarsi degli attacchi israeliani che hanno portato il bilancio delle vittime in Libano oltre la soglia dei 3.000 morti dall’inizio delle ostilità a metà settembre. Nonostante i progressi, la fonte ha indicato che l’intesa non è ancora definitiva, mentre Stati Uniti e Israele continuano a valutare i dettagli.
Cessate il fuoco in Libano, quando?
Hezbollah sta esaminando una proposta di sospensione delle ostilità per 60 giorni, avanzata da Stati Uniti e Israele, che potrebbe gettare le basi per una tregua più duratura. Il piano include il ritiro dell’esercito israeliano dal Libano meridionale, il dispiegamento dell’esercito libanese lungo il confine e lo spostamento delle armi pesanti di Hezbollah a nord del fiume Litani.
Gli Stati Uniti svolgono un ruolo di mediazione fondamentale, con l’inviato Amos Hochstein impegnato in colloqui regionali. Tuttavia, le tensioni diplomatiche sono aumentate dopo che la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto contro il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, complicherebbe i negoziati.
Domenica, Netanyahu ha convocato un incontro sulla questione del cessate il fuoco con ministri e vertici dell’intelligence, durante il quale è stato deciso di procedere con l’accordo. Fonti israeliane riportano che un annuncio ufficiale potrebbe essere fatto questa settimana, anche se rimangono nodi da sciogliere.
Netanyahu dovrà sottoporre l’accordo al voto del Consiglio di sicurezza. Lunedì, Dan Shapiro, alto funzionario del Pentagono per le politiche mediorientali, è atteso in Israele per discutere della questione con il ministro della Difesa Israel Katz e altri funzionari.
La situazione resta delicata, ma l’annuncio ufficiale di un accordo potrebbe arrivare nei prossimi giorni.
Cosa prevede la bozza e perché è importante?
La bozza del cessate il fuoco prevede una fase di transizione di 60 giorni, durante la quale le forze israeliane si ritirerebbero dal sud del Libano, l’esercito libanese si posizionerebbe lungo il confine, e Hezbollah sposterebbe le sue armi pesanti a nord del fiume Litani.
Un comitato di monitoraggio, guidato dagli Stati Uniti, supervisionerebbe l’attuazione dell’accordo e gestirebbe eventuali violazioni. Gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire a Israele una lettera di garanzia che sostiene azioni militari contro minacce imminenti provenienti dal territorio libanese e operazioni per evitare situazioni critiche, come il ritorno di Hezbollah vicino al confine o il traffico di armamenti pesanti, riferiscono funzionari americani e israeliani. Israele potrebbe intervenire solo in consultazione con gli Stati Uniti qualora l’esercito libanese non affrontasse adeguatamente tali rischi.
Oltre 3.500 libanesi hanno perso la vita e più di 15.000 sono rimasti feriti in più di un anno di conflitti. L’intesa potrebbe permettere a centinaia di migliaia di civili su entrambi i lati del confine di rientrare gradualmente nelle proprie abitazioni.
Cronistoria del conflitto
Il conflitto è scoppiato l’8 ottobre 2023, quando Hezbollah ha lanciato razzi contro Israele, e si è intensificato significativamente con l’invasione terrestre israeliana del Libano il 1° ottobre 2024.
La maggior parte delle vittime si registra sul lato libanese, ma circa 140 soldati e civili israeliani hanno perso la vita.
L’accordo per il cessate il fuoco sembrava imminente giovedì scorso, quando la Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto per il premier israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant, secondo fonti statunitensi e israeliane.
La notizia è emersa durante un incontro tra Netanyahu e l’inviato statunitense Amos Hochstein, impegnato da un anno come mediatore. Netanyahu ha reagito con indignazione, ulteriormente accresciuta dall’annuncio del Ministero degli Esteri francese che la Francia avrebbe dato seguito alla sentenza della Corte.
Questo ha complicato i negoziati, poiché il Libano insisteva per includere la Francia nel comitato di monitoraggio. Per mitigare le tensioni, il presidente Joe Biden ha parlato con Emmanuel Macron, cercando un compromesso. Macron ha chiarito che il suo governo si limitava a rispettare obblighi legali verso la CPI, ma ha rilasciato una seconda dichiarazione per smorzare le polemiche.
Sabato, Hochstein ha avvertito Netanyahu tramite l’ambasciatore israeliano a Washington, Mike Herzog, che avrebbe abbandonato il ruolo di mediatore se non fosse stato raggiunto un accordo a breve.