Omar Camporese è stato uno dei tennisti italiani più rilevanti degli anni ’90, conosciuto per il suo potente gioco su superfici rapide. Nato a Bologna l’8 maggio 1968, ha costruito una carriera che lo ha portato a ottenere successi sia in singolare che in doppio, distinguendosi soprattutto per la sua capacità di competere ad alti livelli contro avversari di rilievo internazionale.

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Chi è Omar Camporese: altezza e carriera

Il suo primo grande trionfo arrivò il 17 settembre 1989, quando vinse i Campionati italiani assoluti a Bologna, sconfiggendo in finale Paolo Canè. Fu una vittoria sudata, ottenuta con grande determinazione dopo due set tiratissimi, terminati 7-6, 7-5, e conclusasi con il ritiro di Canè nel terzo. Nello stesso anno, Camporese si mise in luce agli Internazionali d’Italia, raggiungendo i quarti di finale, traguardo che bissò anche nel 1990.

Il 1990 fu un anno di svolta per Camporese: il 30 luglio, con il ranking ATP numero 47, divenne per la prima volta il miglior tennista italiano, un riconoscimento che consolidò il suo ruolo di leader del tennis azzurro. Poco dopo, raggiunse la sua prima finale ATP al torneo di San Marino, dove però dovette cedere a Guillermo Pérez Roldán.

Il 1991 segnò l’apice della sua carriera. Agli Australian Open, fu protagonista di una battaglia epica contro Boris Becker, futuro campione del torneo. Camporese, in svantaggio di due set, portò il match fino a un drammatico quinto set, perso solo per 14-12 dopo 5 ore e 12 minuti di gioco. Qualche settimana dopo, in Coppa Davis, affrontò nuovamente Becker in un altro match di cinque set, confermandosi uno degli avversari più temibili per il campione tedesco.

Ma il momento più emozionante arrivò il 3 marzo 1991, quando conquistò il suo primo titolo ATP al torneo di Rotterdam. In una finale da brividi, sconfisse Ivan Lendl, allora numero 3 del mondo, in rimonta per 3-6, 7-6(4), 7-6(4), salvando anche due match point. Questa vittoria lo rese uno dei pochi italiani capaci di trionfare in un torneo di questo livello battendo un top 3 mondiale.

Il 1992 fu un altro anno memorabile. Agli Australian Open, Camporese raggiunse gli ottavi di finale, il suo miglior risultato in un torneo del Grande Slam. A febbraio vinse il suo secondo titolo ATP al torneo di Milano, superando in finale Goran Ivanišević con una prestazione maiuscola (3-6, 6-3, 6-4). Poco dopo, raggiunse il suo best ranking, il 18° posto mondiale, un traguardo che lo inserì nell’élite del tennis internazionale.

In Coppa Davis, Camporese fu un pilastro per la squadra italiana. A gennaio del 1992 fu decisivo nella vittoria contro la Spagna a Bolzano, conquistando tre punti fondamentali contro Sergi Bruguera ed Emilio Sánchez, oltre al doppio in coppia con Diego Nargiso. Sempre in quell’anno, fu protagonista di una delle partite più lunghe nella storia della Davis, contro Luiz Mattar del Brasile: un match durato 6 ore e 5 minuti, che Camporese vinse al termine di una maratona estenuante.

Purtroppo, la sua carriera fu frenata nel 1993 da un grave infortunio che lo tenne lontano dai campi per sei mesi. Nonostante il rientro, non riuscì più a tornare ai livelli che lo avevano portato tra i migliori del mondo. Tuttavia, regalò ancora momenti di grande tennis, come nel 1997, quando in Coppa Davis batté Carlos Moyá in una straordinaria rimonta in cinque set.

Dopo anni di successi e sacrifici Camporese decise di ritirarsi nel 2001, chiudendo una carriera che lo ha visto sempre protagonista. Soprattutto sulle superfici rapide, dove il suo gioco potente e incisivo dava il meglio.