Quando si parla di aumento della pensione minima non si deve pensare esclusivamente alle disposizioni contenute nella prossima Legge di Bilancio.
Per alcuni pensionati, infatti, l’aumento ci sarà lo stesso, a prescindere dalle decisioni che saranno prese dal Governo. Aumento che sarà anche sostanzioso, per merito del cosiddetto incremento al milione.
Si tratta di una misura approvata molti anni fa: dobbiamo risalire al 2001, anno in cui venne introdotta questa maggiorazione sociale. Nonostante siano passati molti anni, ancora oggi, dà qualche gioia.
Non tutti beneficeranno dell’incremento: vediamo subito a chi spetta, come funziona la misura e quanto saranno le pensioni minime nel 2025.
Pensione minima aumentata nel 2025
A prescindere da quali saranno le scelte del Governo, la pensione minima, nel 2025, avrà un lieve incremento. Ciò sarà dovuto al cosiddetto incremento al milione, strumento introdotto nell’ormai lontano 2001. Un nome alquanto bizzarro considerati i tempi, ma allora fu chiamato così perché permetteva ai trattamenti previdenziali e assistenziali di raggiungere 1 milione di lire.
È stato introdotto dalla Legge n. 488/2001 per garantire un supporto aggiuntivo maggiore rispetto all’integrazione al trattamento minimo. Una sorta di maggiorazione in più per tutti quei cittadini che si trovavano economicamente più in difficoltà.
Infatti, parliamo di una vera e propria maggiorazione dell’importo. Se riconosciuta su un trattamento previdenziale ha un importo fisso di 135 euro e di 136,44 euro per la pensione.
L’importo della maggiorazione è variabile in funzione del tipo di prestazione oggetto della maggiorazione. Secondo la Legge n. 289/2022, l’incremento delle pensioni in favore di persone disagiate non può superare l’importo mensile determinato dalla differenza tra l’importo di 735,05 euro e l’importo del trattamento minimo, ovvero della pensione sociale, ovvero dell’assegno sociale.
A chi spetta la maggiorazione
Il primo requisito per avere la maggiorazione è avere un’età anagrafica almeno di 70 anni. Requisito che può essere ridotto, fino a un massimo di 5 anni, di un anno ogni cinque anni di contributi versati.
Per quanto riguarda, invece, i ciechi, gli invalidi civili totali, i sordomuti e i titolari di pensione di inabilità, a partire dal 20 luglio 2020, il requisito anagrafico è stato portato da 60 anni a 18 anni.
L’incremento, quindi, è riservato solo a particolari categorie di pensionati nati in alcuni anni: a parte quanto detto, non spetta mai sotto i 65 anni.
Considerando il fatto che la maggiorazione spetta anche l’anno prossimo, verrà riconosciuto per la prima volta a chi è nato tra il 1954 e il 1959.
Oltre al requisito anagrafico, si devono rispettare alcune soglie reddituali:
- Reddito individuale del richiedente: 9.555,65 euro;
- Reddito coniugale (se il richiedente coniugato): 16.502,98 euro.
Aumento pensione minima con la Legge di Bilancio 2025
Sul tema delle pensioni ci sono molte perplessità, considerato l’aumento pressoché irrilevante arrivato dopo tante promesse: 3 soli euro. I cittadini non sono rimasti contenti e, adesso, sono più che mai scoraggiati da quelle che sembrano essere prospettive tutt’altro che incoraggianti. Durante le ultime settimane, è arrivata la proposta di un aumento delle pensioni minime da parte di Forza Italia.
Durante gli ultimi giorni, si sta pensando di aumentare ancora un po’ l’importo delle pensioni. Ricordiamo che, con la Legge di Bilancio del 2023, era stato previsto un aumento dell’1,5% per tutti e del 6,4% per i pensionati con almeno 75 anni d’età.
Nel 2024, invece, la rivalutazione applicata è stata del 2,7% per le pensioni inferiori al trattamento minimo. L’incremento assicurato è stato fino a un massimo di 16 euro al mese.
Le cose cambieranno dal 2025, perché con la nuova manovra la rivalutazione scenderà a 2,2%: rispetto a quest’anno, ci sarà un aumento di appena 3 euro. Eccoci arrivati all’aumento che ha fatto tanto discutere, scoraggiare e deludere i pensionati.
Per riassumere
Nel 2025, alcuni pensionati beneficeranno di un aumento della pensione minima grazie all’“incremento al milione”, una misura introdotta nel 2001. L’aumento, che raggiunge i 136,44 euro, è riservato a pensionati con almeno 70 anni (o 18 anni per categorie specifiche) e un reddito sotto determinate soglie.