Cartelloni con immagini sporche di sangue, altri con frasi ironiche e nel caso di Valditara addirittura un rogo di fronte al ministero dell’Istruzione come avveniva con le streghe nel Medioevo. Il governo è stato messo sul banco degli imputati della manifestazione contro le violenze di genere di ieri 23 novembre 2024 a Roma del movimento ‘Non una di Meno’. Le attiviste hanno intonato cori contro la presidente del Consiglio, accusata di essere il principale nemico delle donne. Dito puntato anche contro il ministro delle Pari opportunità Eugenia Roccella che, negli scorsi giorni, ha detto che i cortei organizzati in occasione della Giornata contro la violenza di genere erano lontani dalla lotta per i diritti delle donne.
Non può mancare il ministero dell’Economia. Verso la fine della manifestazione, alla quale hanno partecipato almeno 250mila persone, uno spezzone si è fermato nei pressi del Mef. Alcune attiviste, dal camion che guidava il corteo, hanno passato in rassegna tutti i punti più critici della legge di bilancio spiegando come i tagli messi in atto dal governo Meloni costituiscano una forma ancora più subdola di violenza.
Il caso più eclatante della giornata di ieri si è verificato nel primo pomeriggio, sotto al ministero dell’Istruzione. Alcune militanti del collettivo Aracne hanno dato fuoco alla foto di Giuseppe Valditara. Un gesto molto forte in contrasto alle dichiarazioni del ministro di qualche giorno fa fatte alla Camera dei deputati durante la presentazione della Fondazione Cecchettin. Il ministro, in video collegamento, aveva rimarcato come la crescita dei femminicidi è correlata all’aumento di immigrati in Italia e che il patriarcato è finito nel 1975.
I cartelloni delle attiviste di Non Una di Meno contro Meloni&co
Non si sono risparmiate nei confronti del governo le 250mila attiviste di ‘Non una di Meno’ presenti ieri in piazza. Sono tanti i cartelli nei quali si contesta al governo l’incapacità di far fronte non solo all’alto numero di femminicidi ma anche alla disparità di genere e alle piccole violenze quotidiane. L’esecutivo nazionale è stato accusato tante volte di aver soddisfatto le richieste delle parti più conservatrici della politica italiana a sfavore delle donne. Istanze che suonano, a detta delle attiviste, come una vera e propria caccia alle streghe come avveniva nel Medioevo.
Ed è proprio il Medioevo uno dei temi più ricorrenti. Diverse persone sono scese in piazza nella giornata di ieri con cartelloni che recitavano “Siamo le nipoti delle streghe che avete bruciato” o con l’iconica frase: “Tremate, tremate le streghe son tornate“.
Erano presenti tanti striscioni e manifesti contro Meloni e il ministro delle Pari opportunità Roccella. Una foto della presidente del Consiglio e un’altra della titolare del dicastero sporche di sangue sono state portate in corteo. Sangue, attribuito alle 106 donne uccise quest’anno. Centosei morti evitabili, secondo le manifestanti, che imputano parte delle responsabilità al governo e alla cultura patriarcale del quale si farebbe portavoce.
L’azione contro Valditara: bruciata una foto del ministro
Poco prima che uno spezzone di attiviste raggiungesse il corteo, c’è stato un flashmob sotto al ministero dell’Istruzione. Il numero 76 di viale di Trastevere è da più giorni nell’occhio del ciclone per via delle dichiarazione del ministro Valditara in occasione della presentazione della Fondazione Giulia Cecchettin, in memoria della ragazza uccisa un anno fa dal proprio fidanzato. Già negli scorsi giorni sono comparse scritte come “104 mort3 di Stato” per ricordare tutti i femminicidi di quest’anno e l’altro ieri le attiviste di ‘Bruciamo Tutto‘ hanno imbrattato le pareti del ministero. Un’azione, come ha spiegato la militante Diaferia a Tag24 lo scorso venerdì, contro le parole del ministro di qualche giorno fa.
Il gesto più eclatante si è però consumato ieri nel primo pomeriggio. Un gruppo di attiviste appartenenti al movimento femminista Aracne hanno incendiato una foto del ministro Valditara, l’azione ha destato tantissimo scalpore tra gli esponenti del centrodestra. Non mancano riferimenti al ministro anche nel corso del corteo: sono tanti gli interventi contro Valditara e le sue dichiarazioni. Molti sono anche i cartelloni rivolti al ministro: il più originale è una bocca – o forse una vulva – fatta di cartone con sopra scritto ‘Valditara non esiste’.
La contestazione al Mef: “La manovra di bilancio è violenza”
C’è un filo che lega la piazza di ieri a quella del prossimo 29 novembre contro la manovra di bilancio. Nella parte finale del corteo, non troppo distante dal ministero dell’Economia, c’è stato un lungo intervento da parte delle attiviste di ‘Non una di Meno’ contro la legge di bilancio. Le decisioni prese dal Mef e dal governo Meloni, secondo quanto è stato detto, costituiscono una forma più subdola di violenza nei confronti di tante donne.
Dal camion alla testa delle corteo arriva poi un invito a essere presenti anche nella piazza del 29 novembre. Un messaggio chiaro: la lotta contro le violenze passa anche dal contrasto di una manovra di bilancio che taglia anche sui diritti delle donne.
In conclusione
- Proteste contro il governo e le istituzioni: Durante la manifestazione del movimento Non una di meno a Roma, con 250.000 partecipanti, sono stati contestati il governo Meloni, la ministra Eugenia Roccella e il ministro Giuseppe Valditara. Le attiviste hanno accusato l’esecutivo di inazione sulla violenza di genere e di perpetuare una cultura patriarcale.
- Gesti simbolici e forti accuse: Tra i momenti più eclatanti, il rogo di una foto del ministro Valditara, criticato per aver collegato l’aumento dei femminicidi alla presenza di immigrati. Cartelloni e immagini insanguinate raffiguravano la premier Meloni e altri esponenti governativi, attribuendo loro responsabilità per i femminicidi e le disuguaglianze.
- Critiche alla legge di bilancio: La manovra economica del governo è stata definita una forma di violenza verso le donne per i tagli ai diritti sociali. Le attiviste hanno sottolineato il legame tra violenza di genere e disuguaglianze economiche, invitando a partecipare alla manifestazione sindacale del 29 novembre.