Alto un metro e settantotto, occhi verdi, capelli castani. Chi è Sergio Roccato, scomparso il 2 settembre 2012 da Milano in circostanze ignote.

Trentacinquenne all’epoca dei fatti, si è allontanato presumibilmente in modo volontario dalla propria abitazione, condivisa con la compagna e non è più tornato.

Ha spento il suo smartphone e ha interrotto le comunicazioni con parenti, amici e conoscenti.

I familiari, estremamente preoccupati, hanno denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine e in poco tempo, è stata attivata un’intensa macchina delle ricerche nella speranza di ritrovarlo sano e salvo nel minor tempo possibile.

Dal giorno della sua sparizione sono passati dodici lunghi anni e del ragazzo, oggi quarantasettenne ancora nessuna traccia.

Sergio Roccato, il 35enne scomparso: identikit e abbigliamento

Al momento della scomparsa, Sergio, di professione ex impiegato all’interno di una società di Milano, capoluogo della Lombardia, indossava un giubbotto impermeabile di colore nero: la restante parte del vestiario non è attualmente conosciuta.

Un segno particolare utile al suo riconoscimento, specialmente in estate, in occasioni come un bagno a mare, in piscina, è la presenza di tatuaggio raffigurante uno scorpione nella zona ombelicale.

A distanza di anni, Roccato potrebbe apparire diverso a causa dei segni dell’invecchiamento, oltre ad aver potenzialmente rinnovato look e vestiario.

Chiunque avesse informazioni a riguardo o per avvistamenti è tenuto ad informare la polizia, i carabinieri, del comando più vicino, specificando la natura dell’emergenza.

Ritrovata l’auto del 35enne e alcuni effetti personali

Domenica 2 settembre 2012, il 35enne, padre di un bambino, è uscito di casa con la sua auto, una Audi A4 Station Wagon di colore scuro. L’ultima a sentirlo sarebbe stata la madre, l’avrebbe avvertita che sarebbe andato ad un centro scommesse.

La vettura è stata ritrovata quarantotto ore dopo parcheggiata in una strada a Moio de’ Calvi, piccolo comune della provincia di Bergamo di circa 200 abitanti e situato nella Val Brembana.

All’interno presenti molteplici effetti personali appartenenti a Sergio Roccato: lo smartphone da lui utilizzato, spento, documenti d’identità, una scarpa, una foto ritraente uno zio di Roccato, una t-shirt, un pacchetto di sigarette le chiavi del mezzo.

Le indagini sono state condotte dalle forze dell’ordine con il supporto del soccorso alpino, giunti a Roncobello fiume Brembo, alla ricerca di indizi sui potenziali spostamenti dell’uomo: sono durate quattro giorni ma non hanno dato l’esito positivo sperato.

Al lavoro sul caso, privatamente, anche la SKP, azienda specializzata in investigazioni e servizi di sicurezza, scelta dal padre di Roccato, al fine di ricostruire i momenti precedenti relativi alla sparizione del giovane.

Dietro la scomparsa un momento di fragilità

Come spesso accade nel lungo percorso della vita, possono arrivare momenti difficili da sopportare, di forte delusione.

Roccato, caposquadra di una azienda nel milanese, aveva da poco perso il lavoro, a cui era fortemente legato e nonostante avesse tentato nuove strade, nessuna era remunerativa come la precedente.

A causa di questo spiacevole evento, era entrato in uno stato di forte apprensione, fino alla scelta, potenzialmente impulsiva di allontanarsi.

I familiari non si arrendono e proseguono le ricerche. Recentemente hanno creato una pagina Facebook omonima al fine di ricevere segnalazioni, informazioni utili (anche in forma anonima) inerenti a Sergio Roccato.

Recentemente, l’8 agosto 2024, il Tribunale di Milano ha dichiarato la morte presunta dell’uomo, come confermato dagli atti ufficiali presenti online.

Si cerca anche Vincenzo Tortorici, carpentiere scomparso da Sciacca, in provincia di Agrigento il 31 ottobre 1988: un mistero lungo trentasei anni e ancora senza una risposta concreta.

I cinque figli, mediante un appello sui social network chiedono a chi avesse notizie di dire la verità sulla sparizione del genitore, al fine di garantirgli, qualora fosse il caso, una degna sepoltura.