Alto un metro e 80, occhi, capelli e baffi di colore nero. Chi è Vincenzo Tortorici, scomparso da Sciacca, in provincia di Agrigento il 31 ottobre 1988.

Di professione carpentiere, l’uomo si sarebbe allontanato dalla propria abitazione, come da routine, a bordo della sua automobile, nella giornata di lunedì e non vi ha fatto più ritorno.

I familiari, preoccupati ne hanno immediatamente denunciato la sparizione alle forze dell’ordine locali, al fine di ritrovarlo sano e salvo il prima possibile.

Da quel giorno, sono passati quasi quarant’anni e dell’uomo, oggi settantacinquenne, ancora nessuna traccia.

Per parenti, amici e conoscenti è l’inizio di un calvario senza fine: nessuna lettera, telefonata, o comunicazione è mai pervenuta nel corso degli anni.

Numerose le piste ipotizzate, dalla separazione volontaria dal nucleo familiare, un potenziale rapimento o un efferato omicidio.

Vincenzo Tortorici scomparso: storia ed identikit del 39enne

Tortorici, 39enne all’epoca dei fatti, viveva nel comune di Sciacca, città di circa trentotto mila abitanti, in Sicilia.

Benvoluto da tutti nella comunità locale, di professione carpentiere, era considerato una persona amichevole, disponibile, sempre pronto ad offrire una mano, un uomo dalla vita ricca di sacrifici e ordinaria.

Un grande lavoratore, fortemente legato alla propria famiglia, sposato e padre di cinque figli.

Vincenzo si è allontanato nel tardo pomeriggio del 31 ottobre di trentasei anni fa. È uscito di casa e si è diretto, a bordo della sua vettura, verso un noto bar della città.

L’uomo sarebbe stato presumibilmente avvistato per la prima ed ultima volta all’interno dell’esercizio commerciale, come confermato da molteplici testimoni: non è noto il suo abbigliamento al momento della scomparsa.

Il ritrovamento dell’automobile di Tortorici

Il giorno successivo, il primo novembre nella festa di Ognissanti, viene ritrovata la sua automobile, perfettamente parcheggiata, immacolata, davanti al bar dell’ultima segnalazione.

Vincenzo ha abbandonato la vettura per motivi attualmente ignoti e si è presumibilmente spostato a piedi, o con mezzi di fortuna, come autobus, un passaggio o mediante autostop.

Nonostante la presenza di una stazione dei treni a Sciacca, la suddetta è stata soppressa due anni prima, nell’86 e non avrebbe mai potuto usufruirne.

A nulla è servito l’intenso lavoro d’indagine delle forze dell’ordine. Il caso è stato successivamente archiviato, con grande dolore dei familiari.

I figli di Vincenzo Tortorici: “Chi sa parli, dateci risposte”

Per i figli di Vincenzo Tortorici, questa drammatica vicenda è solo l’inizio di un mistero che perdura da oltre trent’anni. Sono tante le domande e poche le risposte ottenute nel tempo, se non nulle.

Su Facebook, i cinque fratelli hanno realizzato una pagina dedicata all’amato padre. La speranza è che qualcuno, seppur anonimamente, possa fornire informazioni utili e trovare il coraggio di esporsi.

“Se qualcuno nel lontano 1988 ha visto qualcosa, parli, che si metta una mano sulla coscienza” scrive sulla pagina uno dei parenti, addolorato e stanco per questo lungo ed atroce silenzio.

Sui social network, alcuni utenti hanno segnalato diversi profili di omonimi, ma nessuno, purtroppo, corrisponde al vero Vincenzo Tortorici.

Qualora il settantacinquenne fosse vivo, in salute e nel pieno delle proprie facoltà, l’invito è di scrivere ai familiari e rassicurarli. Se si tratta di una storia differente, di un allontanamento volontario, una comunicazione potrebbe quanto meno portare alla chiusura di questa tragica storia.

Nel peggiore dei casi, come rapimento, sequestro o omicidio, dire la verità è la cosa più giusta, al fine di restituire un corpo ai familiari.

Le nuove tecnologie: un alleato per ritrovare persona scomparse

Negli anni ’80 e anche prima, ritrovare una persona non era un’impresa facile per l’Arma, a causa della mancanza delle tecnologie attuali, oggi un grande alleato nelle ricerche di scomparsi.

Gli smartphone, arrivati soltanto nel 2007 e oggi dotati di GPS integrato, possono contribuire ad aumentare le possibilità di salvare una persona, tracciandone l’ultima posizione o con l’ausilio delle celle o dei tabulati telefonici.

Inoltre, l’installazione di telecamere nelle città di tutta Italia, hanno contribuito a tenere traccia di alcuni spostamenti.

Come accaduto pochi mesi fa al sedicenne Luca Ziliani, trovato a Milano e finalmente ritornato a casa dalla sua mamma dopo giorni di grande apprensione.