Onestà! Onestà!“: fino a qualche anno fa queste due parole, pronunciate da un grillino, non avrebbero fatto notizia, anzi. Erano considerate i suoi gridi di battaglia e il marchio distintivo contro gli inciuci di palazzo dei vecchi partiti.

Dette però oggi 23 novembre 2024 contro Giuseppe Conte assumono tutt’altro significato. La Costituente del M5S, detta anche “Nova”, si è aperta nel pomeriggio odierno a Roma, presso l’Eur e nelle intenzioni dell’ex premier servirebbero a dare solidità e legittimità alla sua posizione all’interno del partito.

Conte ha chiesto agli iscritti di votare su 12 quesiti che potrebbero esser decisivi per il futuro dei penstastellati, dal cambio del simbolo all’abolizione del ruolo del Garante. A Beppe Grillo potrebbero fischiare le orecchie, ma ci hanno pensato alcuni suoi simpatizzanti a mostrare disprezzo e astio per una costituente giudicata inutile e non veramente democratica.

Avete dimenticato tutto, siamo nati tra i banchetti e non in un teatro“, è la contestazione di uno dei partecipanti al flash-mob.

Costituente M5S: Conte contestato dai pro Grillo

Nonostante tutti i tentativi di creare un ambiente ovattato, luccicante sotto lo sguardo di riflettori e telecamere, adatto alla propria narrazione e racconto di un mondo pentastellato pronto a lanciarsi con speranza e fiducia nel futuro, Giuseppe Conte ha trovato l’ostacolo che l’ha quasi fatto inciampare.

La prima giornata di Nova, la Costituente M5S, apertasi oggi 23 novembre 2024 al Palazzo dei Congressi dell’Eur di Roma, aveva visto la partecipazione di tutti gli iscritti che nelle scorse settimane avevano votato i 12 quesiti finali che potrebbero dare un volto nuovo al Movimento 5 Stelle.

Se Conte però sperava che non ci fossero contestazioni, a creare alcuni minuti di squilibrio sono stati una decina di persone, vestite con una maglietta bianca con impressa sopra il volto del Garante Beppe Grillo e fra le mani uno striscione con su scritto “Supernova FlashMov”.

Una storpiatura ben voluta e ben segnalata non soltanto dai colori o dalla V rossa che richiama il film “V per vendetta”, ma anche dalle grida di “Onestà! Onestà!” con la quale i contestatori si sono presentati in sala. Allontanati dal servizio d’ordine dopo pochi minuti, non hanno scomposto più di tanto Conte, impegnato in quel momento a denunciare la “politica inquinata dai soliti noti“.

Chi è stato il mandante dell’improvvisata contestazione? Se gli occhi e i pensieri sono andati subito a Grillo, Conte non si è lamentato più di tanto. Pur facendo notare che qualcuno ha voluto fin dall’inizio rovinare la bella esperienza di Nova, l’ex premier ha indicato come contestare faccia parte di un processo aperto come la costituente:

Lo avevamo previsto. È fisiologico e siamo aperti anche al dissenso. Questo processo costituente è assolutamente partecipato, aperto a persone che, nell’ambito di una comunità di 90mila componenti, hanno tentato di contestare e delegittimare sin dall’inizio.

Il problema del quorum e l’ombra di Grillo

La breve contestazione è stata l’unica nota di colore che ha animato l’inizio di Nova e che ha dato un po’ di brio ad un evento che rischia di trasformarsi nell’autocelebrazione del singolo o della sua linea politica. Di ciò non sono ovviamente convinti i politici pentastellati di peso, quelli che si trovano attualmente al Parlamento o al Senato e che vi sono arrivati anche perché scelti personalmente dallo stesso Conte.

I dubbi però restano ben impressi nella mente di tanti e riguardano due domande: si raggiungerà il quorum dei voti necessari per le modifiche allo Statuto? Beppe Grillo, segnalato dall’Agi a Roma nei giorni scorsi per una brevissima toccata e fuga, si presenterà all’Eur?

Il richiamo dei contestatori a Gianroberto Casaleggio ricorda una delle figure fondanti del M5S degli inizi e non necessariamente si ricollega al secondo quesito. Al di là della spontaneità o meno, lamentare che le battaglie originarie siano andate perse nel corso del tempo riecheggia le parole dette a La7 dal figlio di Gianroberto, Davide:

Si abbandonano la democrazia dal basso e l’idea di far decidere gli iscritti, e si finge una democrazia. Si decidono dall’alto quali debbano essere le alleanze, ad esempio. È una finzione far decidere i quesiti da 300 anonimi. Grillo ha chiesto chiarimenti su quesiti, iscritti, e quant’altro. Ma la situazione è un po’ triste perché c’è un pensiero verso il futuro del M5s che sta escludendo alcuni suoi pilastri.

Il vicepresidente M5s Michele Gubitosa, a sua volta, si allinea con il pensiero di Conte riguardo Grillo: rispetto per ciò che ha fatto per il M5S, ma basta ingerenze o paletti rigidi su questioni (come il limite del doppio mandato) che la realtà ha mostrato di essere anacronistici:

Sul ruolo del Garante dico che il Movimento non ha bisogno di padri e padroni, né tanto meno fondarsi su dei dogmi. In una religione ci sono dei temi che si accettano per fede e di cui non si può parlare ma per un partito politico la sua comunità ha il diritto di potersi esprimere su tutto, ed è quello che sta accadendo.

Francesco Silvestri, capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle, rivendicando il fatto di aver iniziato quasi 20 anni fa il suo percorso politico che lo avrebbe portato oggi in Parlamento, sembra poi ricordare anche gli errori che sono stati fatti sotto l’impulso (o diktat) di Grillo.

Non porsi all’opposizione ai tempi del governo Draghi ha compromesso probabilmente parte del prestigio e del valore del partito agli occhi dei suoi elettori:

Se viene Grillo sono contento, io non rinnego il passato, anzi lo rivendico. Io sono entrato nel 2005, quando il Movimento non c’era ancora, però so che il Movimento non è la domanda fatta per il governo Draghi e nemmeno tante altre cose che sono state fatte. Rivendico le battaglie, rivendico la V rossa, ma al tempo stesso ci dobbiamo anche ritarare su alcune cose.

Infine, servono almeno 44.472 voti per raggiungere il quorum necessario ai cambiamenti dello Statuto, anche se il Garante può riservarsi la contestazione dei risultati e la successiva organizzazione di un’altra votazione: qui però servirà soltanto la maggioranza semplice dei votanti. Per Grillo e alleati favorire l’astensionismo potrebbe abbassare il quorum ma soprattutto delegittimare l’azione politica di Conte.

Conte: “Nova risposta contro astensionismo”

Che si tratti di una giornata importante per i pentastellati si è visto con tutta la serie di dichiarazioni e interviste che lo stesso Conte ha rilasciato nei giorni e settimane precedenti all’evento odierno a Roma. L’intento del leader del M5S è quello, probabilmente, di andare alla conta e vedere una volta per tutte chi è con lui e se la collocazione nel campo progressista abbia senso per la comunità grillina.

Detto del problema del quorum e della piccola contestazione in apertura, Nova dovrà dimostrare nella due giorni che non si tratta di un evento autoassolutorio dopo le sconfitte alle elezioni regionali o di celebrazione della leadership di Conte, quanto di uno strumento che deve segnare un possibile nuovo inizio per i pentastellati.

Lo stesso ex presidente del Consiglio ne è consapevole, ringraziando tutti gli iscritti che hanno votato e che oggi sono arrivati nella Capitale per partecipare:

Io non sono certo l’ultimo entusiasta. Sono tra i più entusiasti di questo processo costituente. Non vogliamo decidere per voi, ma vogliamo decidere con voi. Noi abbiamo pensato di dare l’esempio. Quando migliaia di cittadini non vanno a votare, il Movimento 5 Stelle non può rimanere indifferente.

Si vede come da queste parole traspaia, anche se alla lontana, quel senso del M5S delle origini, che si percepiva come un qualcosa di totalmente diverso dai grandi partiti che avevano animato la politica della Seconda Repubblica.

La contestazione non ha scalfito l’ottimismo di alcuni dei personaggi più vicini a Conte, come Paola Taverna o Maria Domenica Castellone. Quest’ultima, vicepresidente del Senato, prima che Nova iniziasse si era espressa così su quanto ci sia in gioco per i 5Stelle oggi:

Credo che nessuno pensi che possa essere messa in discussione la linea del presidente, che ha sempre comunque detto di essere aperto a tutto e che il potere è della comunità e degli iscritti. Il movimento uscirà da questa Costituente più forte di prima.

I tre punti salienti dell’articolo