Nel 2025, la pensione di vecchiaia potrebbe includere anche 16 mesi di arretrati? Recentemente, sono emerse diverse notizie in materia previdenziale, e questa in particolare ha suscitato molta attenzione. Il passaggio alla pensione è per molti un momento carico di incertezze e sfiducia.

Le cause di questa situazione sono molteplici, ma una delle principali è l’aver sottovalutato la capacità produttiva del Paese e la difficoltà di accesso al mercato del lavoro.

Il risultato? Nel 2025, molti lavoratori raggiungeranno l’età pensionabile, mentre altri potranno richiedere la pensione di vecchiaia anticipata. Inoltre, alcuni avranno diritto a una quota di arretrati.

Per approfondire le novità relative alla pensione di vecchiaia e alla pensione anticipata previste dalla Legge di Bilancio 2024, vi invitiamo a guardare il video ufficiale pubblicato dall’INPS. In questo video vengono spiegate in dettaglio tutte le modifiche normative e gli aggiornamenti che riguardano il sistema pensionistico.

Pensione vecchiaia 2025: arretrati e riduzione requisito anagrafico

Secondo l’attuale normativa, l’INPS concede la pensione di vecchiaia a chi raggiunge i 67 anni di età, a condizione di avere almeno 20 anni di contributi versati.

I lavoratori che hanno accumulato contributi dopo il 31 dicembre 1995 (i cosiddetti “contributivi puri”) possono anticipare la pensione di vecchiaia a partire dai 64 anni, mantenendo invariato il requisito dei 20 anni di versamenti.

In entrambi i casi, esiste un importo minimo che deve essere raggiunto per accedere alla pensione. A 71 anni, invece, vanno in pensione coloro che hanno accumulato almeno 5 anni di versamenti, senza limiti sull’assegno.

Tuttavia, ci sono due aspetti che, a prima vista, potrebbero sembrare irrazionali rispetto alla situazione previdenziale attuale.

Pensioni 2025: vantaggi per le lavoratrici madri e nuova legge

Negli ultimi anni, il sistema previdenziale italiano ha visto modifiche significative, soprattutto per quanto riguarda le opzioni di pensionamento anticipato.

Una delle novità introdotte nel 2024 riguarda le lavoratrici madri, che possono accedere a pensioni anticipate grazie alla possibilità di anticipare la decorrenza in base ai figli a carico. Tale beneficio riguarda le lavoratrici che hanno versato contributi dal 1995 in poi, rientrando nel regime contributivo puro.

Secondo quanto riportato su Investireoggi.it, le lavoratrici madri possono anticipare la decorrenza della pensione anticipata contributiva, ottenendo il trattamento quando maturano i requisiti. Per esempio, le lavoratrici nate nel 1958 andranno in pensione regolarmente a 67 anni, mentre quelle nate nel 1961 potranno richiedere la pensione contributiva al compimento dei 64 anni.

Fino a questo punto, non ci sono grandi novità. Tuttavia, va notato che il calcolo dell’importo della pensione rimane legato al sistema contributivo, con un assegno che deve essere almeno pari all’assegno sociale, ovvero 534,41 euro.

Le novità introdotte dal governo riguardano soprattutto il calcolo della pensione per le lavoratrici madri, che possono vedere il loro importo aumentato in base al numero di figli.

Con un figlio a carico, il tetto massimo della pensione sarà pari a 2,8 volte l’assegno sociale; con due o più figli, il limite scende a 2,6 volte l’assegno sociale.

In generale, le pensioni di vecchiaia e anticipate decorrono dal mese successivo alla presentazione della domanda, a condizione che siano stati soddisfatti i requisiti anagrafici, contributivi e la cessazione dell’attività lavorativa dipendente.

Più mesi di arretrati sulla pensione: una sorpresa vantaggiosa

Un aspetto interessante riguarda la possibilità di ottenere arretrati, che è particolarmente vantaggiosa per i lavoratori prossimi all’età pensionabile.

Quando la pensione viene liquidata dopo il raggiungimento dei requisiti, l’INPS riconosce gli arretrati, garantendo che il pensionato non perda alcuna mensilità.

Normalmente, la domanda di pensionamento deve essere presentata almeno tre mesi prima di aver raggiunto i requisiti di pensionamento e durante le finestre mobili di riferimento. Il tempo di liquidazione di un trattamento pensionistico può variare da tre a sette mesi, ma questo periodo di attesa viene compensato dal pagamento degli arretrati in un’unica soluzione.

Ad esempio, se un pensionato diventa titolare del diritto alla pensione dal 1° settembre ma la liquidazione avviene a dicembre, riceverà il rateo della pensione spettante, più tre mesi di arretrati, in un’unica quota.

Inoltre, come osservato da Pensioniefisco.it, se la domanda di pensionamento viene presentata da una lavoratrice madre, l’applicazione della legge Dini del 1995 consente di anticipare la decorrenza della pensione in base ai figli a carico, con un bonus che va da 4 a 12 mesi sull’età pensionabile (67 anni fino al 2026) per ogni figlio. Tale beneficio è valido solo per le lavoratrici con la pensione calcolata integralmente con il sistema contributivo.

Legge di Bilancio 2025: riduzione del requisito anagrafico

A partire dal 2025, qualora venga approvata una nuova disposizione nella Legge di Bilancio, il limite massimo di 12 mesi potrebbe essere esteso a 16 mesi, ma solo per le lavoratrici con quattro o più figli.

In particolare, il provvedimento, che regola l’accesso alla pensione di vecchiaia per le lavoratrici con quattro o più figli, recita:

“L’articolo 26 eleva il limite massimo della riduzione del requisito anagrafico per il trattamento pensionistico previsto per le lavoratrici madri rientranti nel sistema contributivo integrale, in relazione a ogni figlio. Il limite viene elevato da 12 a 16 mesi, mantenendo la riduzione di 4 mesi per ciascun figlio. L’effetto della novella riguarda le lavoratrici con quattro o più figli, e interessa il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, che attualmente è pari a 67 anni.”

Riepilogando

  • Nel 2025, l’INPS potrebbe riconoscere per la pensione di vecchiaia arretrati fino a 16 mesi per alcuni lavoratori, a partire dal raggiungimento dei requisiti pensionistici. Questo dipende dalla data di presentazione della domanda e dal tempo di liquidazione della pensione.
  • Le lavoratrici madri che rientrano nel sistema contributivo puro possono ottenere un anticipo della pensione in base ai figli a carico. A partire dal 2025, potrebbero beneficiare di una riduzione del requisito anagrafico fino a 16 mesi per le lavoratrici con quattro o più figli.
  • Le lavoratrici madri con 20 anni di contributi maturati dopo il 1995 possono accedere alla pensione a partire dai 64 anni. L’importo della pensione è legato al sistema contributivo, con importi che dipendono dal numero di figli a carico.