Drin drin! Per chi suona la sveglia? Alberto Forchielli, 69 anni il prossimo 28 dicembre, imprenditore bolognese, economista, la scorsa estate, assieme a un altro esperto di economia, Michele Boldrin, ha lanciato un hub politico – il movimento (di stampo liberale) dei Drin drin, appunto – con un obiettivo ambizioso: destare dal torpore l’Italia addormentata dalla crescita dello zero virgola.
Dopodomani, domenica 24 novembre 2024, interverrà alla convention del nuovo partito liberale che l’ex Italia Viva Luigi Marattin ha messo in cantiere. Nel frattempo, parla della sua avventura politica con Tag24.it, lanciando anche un messaggio a Maurizio Crozza, il comico che da un pò lo imita nel suo show del venerdì sul Nove.
Alberto Forchielli: “Ecco perché ho lanciato il movimento drin drin”
Alberto Forchielli, allora per chi suona la sveglia?
“Per il Paese addormentato”.
Ci vogliono le cannonate?
“L’Italia è un Paese di vecchi, con una produttività peggiore di quello delle isole Samoa”.
Irene Grandi cantava “In vacanza da una vita”.
“Viviamo una situazione imbarazzante. Nemmeno la Somalia non cresce da trent’anni in qua come facciamo noi”.
La ricetta per svegliarsi, una priorità chiamata università
Nel 2013, cinque anni prima di morire, in un intervento che tenne alla Bocconi di Milano (diventato virale sulla rete, come si testimonia sotto), anche l’ad di Fiat Sergio Marchionne ebbe modo di esternare i suoi dubbi sul sistema produttivo italiano: raccontando agli studenti i suoi primi giorni in Fiat, si chiese:
“Gli italiani vanno in ferie da cosa?”
Forchielli, di cosa c’è bisogno per svegliarsi?
“Di tante cose”.
Iniziamo.
“C’è bisogno di una nuova mentalità, di una nuova cultura, di soldi e di una nuova università”.
Scelga il bandolo della matassa.
“L’università: possibile che i nostri nuovi imprenditori non generino niente che abbia davvero successo?”
Lei ce l’ha fatta: indichi un modello.
“Quello statunitense. Le migliori idee imprenditoriali hanno avuto come incubatori i campus”.
Colpa dei nostro atenei, allora se siamo inchiodati allo zero virgola.
“Non solo. Nel nostro Paese, poi, ci sarebbe bisogno di defiscalizzare di più, di investire nell’innovazione, di dare coraggio alle piccole imprese che innovano di meno, di creare dei fondi-pensione…”
Vaste programme, direbbe quello.
“Intanto, in due mesi, al movimento si sono uniti 6500 sostenitori paganti più altri 6000 che sono attivi sulla nostra piattaforma“.
Domenica da Marattin, martedì a chiedersi perché i liberali fanno schifo
Domenica siete attesi alla convention di Luigi Marattin.
“Siamo molto interessati al suo percorso: ha fatto molto e rapidamente, anche sui social. Siamo colpiti dalla sua efficienza operativa”.
Forchielli più Boldrin più Marattin, uguale…
“Il programma che ha lui non è tanto diverso dal nostro. Ma noi andiamo su a Milano alla sua convention anche per imparare: loro hanno una maggiore esperienza in politica, sono più introdotti di noi”.
Marattin lavora per un partito unico dei liberali italiani. Voi ci sarete?
“Vedremo se ci sarà un’opportunità del genere. Vediamo anche cosa fa Azione”.
A proposito di Azione: Giulia Pastorella, ieri, si è candidata a segretaria. E l’altro giorno, proprio con Marattin, ha fatto presente: “Noi abbiamo le stesse idee, ma militiamo in partiti diversi: roba da non credere!”
“E infatti: ha ragione. Pastorella vuole fare una alleanza con tutte le altre forze liberali e di centro. Carlo Calenda no: ma lo vedo un pò scarico. Gli ultimi risultati elettorali hanno detto che la forza propulsiva del suo partito si è esaurita. I partiti personali non reggono più di tanto…”
Dopo l’appuntamento di domenica con Marattin, martedì 26 novembre, è atteso da un altro incontro pubblico: con il leader dei Radicali italiani Matteo Hallissey. Titolo della manifestazione: “Perché i liberali (oggi) fanno schifo?
Allora, perchè fate schifo?
“Il titolo è una provocazione. Ma in Emilia Romagna siamo usciti distrutti dalle ultime regionali: roba da non crederci. Come è possibile che in una regione pure evoluta come l’Emilia non si riesca a raggiungere il quorum? Come è possibile che l’area liberale non sia rappresentata?”
Magari perché, mutuando un detto che a sinistra è nato per i socialisti, due liberali fanno un partito; tre liberali ne fanno tre.
“Esatto. Ed è un peccato: l’area centrista e liberale potrebbe arrivare benissimo al 10% e influenzare la politica italiana…”
Il “Vannacci buono” e il messaggio a Maurizio Crozza
Per ora, in ogni caso, lei influenza la scaletta di Maurizio Crozza.
“Ma a me piace da matti Maurizio Crozza! Lo devo ringraziare: mi tratta coi guanti…e pensi che non ci siamo mai nè parlati nè scritti…”
Allora gli mandi un messaggio adesso.
“Caro Maurizio, ci vuole più coraggio. Bisogna cambiare stile di comunicazione, lo Statuto dei lavoratori, le pensioni…Bisogna pensare ai giovani”.
Il suo stile di comunicazione funziona?
“Questo lo diranno gli elettori. In due mesi, però, il movimento ha coinvolto già oltre 12 mila persone…manco Vannacci!”
Lei si sente il Vannacci buono?
“Proprio così: sono il Vannacci buono”.
È pronto a candidarsi come il Generale?
“Ci candideremo alle prossime politiche, ma non lo farò io personalmente. Il movimento drin drin è nato come incubatore di giovani promesse. E abbiamo ricevuto già migliaia di curriculum: abbiamo pescato le aquile”.
Alberto Forchielli in quattro driiin
- Alberto Forchielli, la scorsa estate, assieme all’economista Michele Boldrin, ha lanciato il movimento drin drin, al fine di dare la sveglia all’Italia, il Paese assopito dalla crescita inchiodata allo zero virgola da trent’anni
- Tra le priorità che Forchielli indica per svegliare il Paese, c’è il sistema universitario, incapace negli ultimi anni di lanciare imprenditori di successo
- Domenica, 24 novembre, Forchielli interverrà alla convention organizzata dall’ex Italia Viva Luigi Marattin in vista di un nuovo partito che possa finalmente riunire tutti i liberali di area centrista
- A Maurizio Crozza che lo imita nel suo programma sul Nove, Forchielli manda il messaggio che è ora di avere più coraggio e di guardare agli interessi delle giovani generazioni. Lui, in attesa delle prossime elezioni politiche, si sente un “Vannnacci buono”